Il mio confronto non è tanto sulle differenti tecniche schermistiche kendo/scherma, che penso siano dettate più che altro dalle differenze dell'arma, quanto sulla strategia e l'approccio alla gara/scontro.
Comunque le vostre sono tutte belle considerazioni e mi sembra si avvicinino al mio ragionamento seguente.
Immagino che spesso si abbia l'occasione di portare un colpo non definitivo in relativa sicurezza, quando al contrario quello definitivo non è possibile. Ma come fare per scegliere con saggezza tra il colpo non risolutivo o aspettare quello migliore? Perché non penso che sia così automatico che è meglio colpire ogni volta possibile: attaccando penso che si abbassi la guardia, dando quindi un'occasione all'avversario per portare anche un vero ippon mentre noi gli abbiamo solo causato una ferita superficiale. D'altro canto la suddetta ferita superficiale potrebbe anche essere invalidante (e quindi decisiva) o inaspettatamente mortale (per esempio il taglio di un vaso sanguigno importante)
A me la scelta pare un bel rompicapo e nei giorni scorsi ero giunto alla conclusione che tale capacità decisionale (se portare un colpo leggero o pazientare per l'ippon senza scoprirsi) si potesse maturare solo attraverso l'esperienza diretta in battaglia, nei tempi passati. Perché, come saggiamente suggerisce Crux, un colpo non mortale potrebbe comunque volgere le sorti dello scontro a nostro favore, oppure essere un errore come io ho descritto in questo post, oppure fare poca differenza...
Che ne dite?
Comunque, anche se sono partito dal lato applicativo, sono ben graditi anche commenti estemporanei, filosofici e marzialistici vari sul tema "primo sangue vs Ippon"