Bha riassumere in un post l’utilità delle varie parate mi sembra un po’ un’impresa titanica.
Se correttamente effettuate, ma soprattutto eseguite con il reale scopo per il quale sono state “codificate”, tutte le parate e schivate funzionano correttamente.
Il limite di esse sta semmai nel come sono state interpretate e come vengono allenate.
Per quanto riguarda lo Shotokan delle origini, Funakoshi spiega benissimo e senza fraintendimenti che lo scopo della parata non è tanto quello di parare, quanto di deviare l’assalto e afferrare il braccio dell’avversario per colpire. Dopodichè la pratica delle parate inserite ad esempio in un esercizio essenziale come il Kihon Ippon Kumite è diventata un pochino asettica.
Stesso discorso per l’esecuzione stessa delle parate, nelle quali la mano anteposta a quella che esegue l’uke in genere viene interpretata come un semplice movimento di caricamento, quando invece per alcuni tipi di parate è essenziale (Shuto e uchi uke), perché è quella che realisticamente para prima di effettuare più un Uchi, che un Uke. Di certo non si può pensare di eseguire queste due parate senza l’aiuto concreto della mano opposta.
L’esecuzione di gedan barai poi non è da meno, in quanto la mano che carica, para un colpo diretto al viso, ad esempio proprio un mawashi jodan come si vede in alcuni video postati che non sono altro che una sua evoluzione.
Detto questo, anche le sole tecniche “tradizionali” vanno valutate in base alla distanza e scelta di tempo. Nello Shotokan in realtà esiste unicamente un tempo che è quello dell’incontro. Lo spirito del kumite è basato esclusivamente sul Sen. Per questo gedan barai e le parate pressanti (quelle che sconsiglia Bas Rutten) possono funzionare, perché vengono effettuate contemporaneamente impedendo all’avversario una pronta reazione. Sulla distanza media e di sparring, giocata prevalentemente in difesa, funziona poco la strategia di cui sopra, parate comprese.