Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale

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Joker

Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« on: January 05, 2012, 23:34:58 pm »
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Il filmato che segue è una testimonianza di onestà nella pratica (vd omelie del reverendo  :whistle:) e uno sunto di riflessione; non bisogna necessariamente essere d'accordo ma accettare la dichiarazione d'intenti.
Un paio di pezzi sono degni di essere tradotti: sono cose che qui abbiamo già detto, ma fa effetto sentirle dire da un 9˚ dan (che penso diventerà 10˚ prima o poi):

UechiRyu Karatedo Master Kiyohide Shinjo [Kenyukai Hombu Dojo]

Segue la mia libera traduzione delle parti più significative, correggetemi se ho commesso errori notevoli:

Da 7:25.
In altri paesi c'è un karate differente. Quando vedo il "fighting karate"[1] talvolta penso che noi, di Okinawa, potremmo essere rimasti indietro[2], poiché il loro spirito combattivo è spesso molto più intenso del nostro. Per questo, è nostro dovere continuare a studiare (karate); io stesso sto ancora imparando lo spirito del karate attraverso i miei allievi provenienti dall'estero.

Da 9:00. E' il punto cruciale:
Quando rifletto sul futuro del karate di Okinawa, nei prossimi 50 anni, so di voler tramandare ai miei allievi il karate come a me è stato insegnato dai miei maestri, esattamente lo stesso stesso ed alla stessa maniera. Okinawa è karate. Il karate è Okinawa. Pertanto abbiamo la responsabilità di tramandare il vero karate di Okinawa alle generazioni successive, (Okinawa) è la patria del karate.


PS: intorno al minuto 2:00 dice anche che, da piccolo, appena è stato in grado di reggersi in piedi, suo padre ha cominciato ad insegnargli karate allo scopo di tramandarlo alle generazioni future. Ma aggiunge che nel secondo guerra Okinawa era un posto pericoloso, e karate poteva tornare utile insomma  :thsit:
 1. suppongo si riferisca a jissen/kyokushin
 2. ho dei dubbi su questo pezzetto, traduzione alternativa: potremmo aver perso
« Last Edit: January 05, 2012, 23:37:26 pm by Jolly Roger »

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Offline Dipper

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #1 on: January 06, 2012, 01:11:14 am »
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Onesto e coerente con se' stesso senza dubbio :thsit:
Sì, Fighting Karate è un altro modo per dire Kakuto o Jissen.
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Offline Rev. Madhatter

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #2 on: January 06, 2012, 01:17:43 am »
+4
Io credo che si debba decidere se si vuole essere custodi di un'arte o se si e' interessati all'utilizzo.


Credo,da come parla questo signore, per lui non sia questione di efficacia,ma di preservare qualcosa che avverte come importante prodotto culturale.  :)
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muteki

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #3 on: January 06, 2012, 08:19:37 am »
-2
io penso che si possano fare entrambe le cose. modernizzazione nella tradizione.

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Offline Dipper

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #4 on: January 06, 2012, 09:12:34 am »
+2
Mad intende dire che ci sono due possibili situazioni:
1) Fissato un metodo, si cerca di ottenere il miglior risultato possibile. Non è detto che non si possano raggiungere buone prestazioni, ma ci si pone il vincolo di restare fedeli al bagaglio storico, escludendo la novità e la possibilità di far evolvere la didattica. Questi sono i custodi e le 2 citazioni di Jolly pongono Shinjo in questa categoria.
2) Ci si pone l'obiettivo della massimizzazione del risultato e si adeguano i metodi ad essa ammettendo la possibilità di scartare metodi vetusti e non (più) adatti e acquisirne di nuovi o diversi più performanti. Nessun vincolo metodologico, van bene sia la tradizione che la novità. Questi sono gli utilizzatori.

L'unico caso in cui le alternative coincidono sarebbe nell'ipotetica situazione di possedere un metodo completo e perfetto, non passibile di migliorie o integrazioni e quindi per definizione divinamente perfetto.

 Di Shinjo è apprezzabile l'onestà intellettuale di dichiarare la sua missione di trasmettere un patrimonio culturale e tuttavia riconoscere che in "altri paesi" c'è un Karate diverso, ammettendone i pregi (qualità non così frequente tra i tradizionalisti).
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #5 on: January 06, 2012, 13:07:54 pm »
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Esatto come ha letto ryujin  :)




No, mi spiace ma "modernezziare nella tradizione" non solo non si puo' fare bene,ma nemmeno ci sono i presupposti intellettuali per farlo.

So che e' un esempio trito,ma finche' ci sara' gente che pratica i kata senza avere uno straccio di prova della loro utilita' per me quella sara' mera tradizione,senza alcuno sforzo di modernizzazione o comprensione.
Che e' perfettamente legittimo in un ottica di preservazione dell'arte,ma in una di utilizzo e' una boiata grossa come una casa.



Non vuole essere un attacco o una base di flame, e' solo una considerazione  :)
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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #6 on: January 06, 2012, 15:24:04 pm »
+2
In questi mesi mi sono convinto che la tradizione nel Uechi-ryu è molto sentita, anche nei dojo occidentali. Da quel che ho potuto vedere, anche più di altri stili tradizionali. E non parlo solo delle tecniche insegnate, ma anche nel modo di insegnarle ed allenarle. In questi mesi di pratica, non ho mai fatto un esercizio che non facesse parte della tradizione, tant'è che pure quelli di riscaldamento-stretching sono catalogati e scritti su un cartellone del dojo. Addirittura ho visto sul tubo dojo americani molto arredati sullo stile di Okinawa (mentre di solito in occidente le palestre sono vuote  :() Al contrario, ho visto di persona palestre di Shotokan che, pur mantenendo la tecnica, hanno introdotto nuove metodologie per la preparazione fisica, talvolta rubandole agli stages o consigliate da qualche laureato ISEF. Certo, poi facevano solo kihon, kata e un pochino di point-kumite, ma almeno erano atleti ben allenati.  :thsit:

Per evitare fraintendimenti: a me piace il programma didattico di Uechi-ryu e penso che per i tempi in cui è stato formulato era estremamente avanzato e certi aspetti, come il condizionamento, per me sono ancora al passo coi tempi. Ma è evidente che la medicina sportiva ha fatto progressi che non possono essere ignorati e alla lunga questa fedeltà alle tradizioni comincia a starmi stretta. Perché tra i miei scopi nella pratica non c'è quello di preservare i costumi di Okinawa; non sono giapponese e mio padre non è un maestro di am (purtroppo  :D).
Questo vale per tutti gli occidentali che studiano uno stile molto tradizionale, eppure c'è chi trova nella routine dell'allenamento qualcosa che lo convince a restare. Shinjo sensei, e come lui molti ad Okinawa, parlano di spirito del karate; secondo me si tratta del piacere di allenarsi in qualcosa in cui si crede e che in fondo trovo anche rilassante.  :)






E gli occidentali che praticano che domande si pongono sull'efficacia? Perché praticano? Permettetemi di condividere le mie riflessioni  :)

Dei praticanti di Uechi-ryu, non solo che conosco ma anche di cui ho letto, mi hanno raccontato e scommetto pure gli allievi nel video, molti sono arrivati qui partendo da shotokan o kung fu o karate del genere. Perché a chi è abituato a praticare un karate fatto di forme, il Uechi offre molti progressi: tecniche più semplici/dirette e quindi sembrano più facilmente applicabili; più lavoro a coppie; solo 8 kata, per i quali il bunkai è ben noto e immediato perché chiesto agli esami di cintura; condizionamento; tradizione. A questo, si aggiunge che però di fatto è scevro dei rischi che comporta il fighting karate: niente sparring full, ergo niente occhio nero e non è necessaria una preparazione fisica estrema.

Così si inizia. Poi, una volta entrati nell'ambiente, l'unica possibilità di confronto è il point karate. A questo aggiungiamo che le qualità che ho elencato sopra permettono di essere ad un gradino evidentemente superiore rispetto a chi non pratica nessuna am; infine mettiamo che manca la voglia di cercare sparring con altri. Oppure pensano: "in verità noi facciamo tutto e anche più di quelli che fanno fighting karate o muay thai. La differenza è che loro fanno tutto assieme nello sparring; noi invece alleniamo ogni qualità singolarmente." Ecco che abbiamo occidentali che praticheranno Uechi-ryu tutta la vita; sicuri che il loro karate è meglio del resto del karate (o pure kung fu).

Ma temo che non sia questa la realtà. E' vero che i colpi di un praticante di alto livello arrivano veloci, ben condizionati e fanno gran male[1]; i riflessi ci sono, ecc....Ma nel momento in cui si prova a fare uno sparring, quando si prova una pratica libera, succede il disastro. Perché ammesso e non concesso che veramente alleniamo tutte le qualità singolarmente, quando bisogna unirle non saprei come fare, e qui diciamo che il cervello "va in sovraccarico" e non riesco a tener testa all'avversario...anche perché come dicevo la preparazione fisica è "storica". Qui secondo me sta il problema.

Mi spiace essermi dilungato così tanto, aspetto opinioni  :)



DISCLAIMER: quanto detto sono riflessioni personali frutto delle mie uniche esperienze; pertanto ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è del tutto casuale e non intenzionale. Causa copyright è severamente proibito riferire a terzi  ;)

 1. forse qui qualcuno sa di che parlo  :spruzz:

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Offline Dipper

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #7 on: January 06, 2012, 16:19:34 pm »
+4
La trovo una visione molto equilibrata, senza eccessi né in un senso né nell'altro :)
Indubbiamente sparring e altri esercizi non collaborativi sono necessari come la partitella di allenamento di calcio. OK le basi e il resto ma poi bisogna provare su strada. Diversamente è come prendere tutti gli ingredienti della torta e metterli sul tavolo aspettando che si cucini da sola (oggi sono in vena di metafore :sbav:).

Anch'io trovo comumque che lo (o il?) Uechi sia una bella scuola e che ci sia più immediatezza nel programma e nei suoi intenti. Non parliamo dei sassi che i suoi praticanti hanno al posto degli arti :-X
Vero anche che l'attenersi ad un protocollo è fonte di serenità laddove la ricerca invece obbliga a fare i conti con l'incertezza e il disagio.
Tutto sta nell'aver chiaro cosa si vuole e verificare se ciò che si sta facendo ci porta in quella direzione, le soluzioni sono tante.
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #8 on: January 06, 2012, 16:30:38 pm »
+1
Vero anche che l'attenersi ad un protocollo è fonte di serenità laddove la ricerca invece obbliga a fare i conti con l'incertezza e il disagio.


Che bella formulazione.....

ci sarebbe da aprire una discussione a riguardo  :om:
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #9 on: January 06, 2012, 16:39:39 pm »
+2
Grazie ;)
Roba tipo questa:
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Offline The Doctor Sherlockit

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #10 on: January 06, 2012, 16:49:44 pm »
+3
Abbiamo la fortuna di essere praticanti occidentali, di avere una società con una mentalità che guarda alla modernità  e non abbiamo il peso di dover conservare alcuna tradizione tramite la pratica quotidiana, abbiamo inventato la scrittura per questo; quindi perchè fossilizzarsi  a ragionare come un praticante orientale oppresso nel bene o nel male dal fardello delle tradizioni?

Studiamo il karate tradizionale uechi o quello che è senza soffermarci a pensare che NOI lo dobbiamo tramandare visto che nessuno ce lo a chiesto ne ce lo permetterebbe, a quello ci pensano ad okinawa dopotutto, limitiamoci a prendere le cose che ci interessano per evolvere singolarmente.

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #11 on: January 06, 2012, 17:05:44 pm »
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quoto mad , ryu e kit

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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #12 on: January 06, 2012, 17:52:30 pm »
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Abbiamo la fortuna di essere praticanti occidentali, di avere una società con una mentalità che guarda alla modernità  e non abbiamo il peso di dover conservare alcuna tradizione tramite la pratica quotidiana, abbiamo inventato la scrittura per questo; quindi perchè fossilizzarsi  a ragionare come un praticante orientale oppresso nel bene o nel male dal fardello delle tradizioni?

Studiamo il karate tradizionale uechi o quello che è senza soffermarci a pensare che NOI lo dobbiamo tramandare visto che nessuno ce lo a chiesto ne ce lo permetterebbe, a quello ci pensano ad okinawa dopotutto, limitiamoci a prendere le cose che ci interessano per evolvere singolarmente.

Prendere dal vecchio karate solo quello che di buono può offrire e buttare il resto dici? E' l'obiettivo mio e penso di molti altri qui...purtroppo per ora non si può!  :(

Al momento non esistono federazioni che insegnino il Uechi moderno: o prendi tutto il carrozzone oppure niente. Qui sta il mio dilemma  :)

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Offline Davide.c

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #13 on: January 06, 2012, 17:56:05 pm »
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Abbiamo la fortuna di essere praticanti occidentali, di avere una società con una mentalità che guarda alla modernità  e non abbiamo il peso di dover conservare alcuna tradizione tramite la pratica quotidiana, abbiamo inventato la scrittura per questo; quindi perchè fossilizzarsi  a ragionare come un praticante orientale oppresso nel bene o nel male dal fardello delle tradizioni?

Studiamo il karate tradizionale uechi o quello che è senza soffermarci a pensare che NOI lo dobbiamo tramandare visto che nessuno ce lo a chiesto ne ce lo permetterebbe, a quello ci pensano ad okinawa dopotutto, limitiamoci a prendere le cose che ci interessano per evolvere singolarmente.

Sono d'accordo anche io.

Sicuramente preservare un'arte è una cosa bellissima ma non direi che è proprio il nostro compito se c'è già chi lo fa.

Tuttavia io penso che u connubio tra modernità e tradizione ci sia non tanto nei metodi, quanto negli intenti. Sono fermamente convinto che il karate è stato creato per essere efficacia e che, formalizzandosi e fossilizzandosi sull'estetica ecc ecc abbia perso moltissimo. Di conseguenza ricercare l'efficacia iniziale del karate è la cosa più tradizionale che esista, imho.

Per quanto riguarda le pratiche tradizionali secondo me bisogna capire se si riesce a trovare un motivo alla loro pratica, un po' come l'esempio dei kata. se trovo un modo prer praticare i kata  che per me è convincente e logico e si confrma tale all'atto pratico dopo un certo periodo di pausa allora il kata vale la pena di essere fatto. Se invece proprio non riesco a trovare nulla in questo esercizio pacienza, leviamo mano e facciamo altro, tanto lo strumento kata ce l'hai, se mai un giorno troverai un modo per rispolverarloe  renderlo utile per te bene, se no pace  :D
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Offline DJ scanner

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #14 on: January 06, 2012, 17:58:35 pm »
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Vero anche che l'attenersi ad un protocollo è fonte di serenità laddove la ricerca invece obbliga a fare i conti con l'incertezza e il disagio.


Che bella formulazione.....

ci sarebbe da aprire una discussione a riguardo  :om:
sono d'accordo al 100% :)
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