Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale

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Offline n.loy nonno bassotto

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #45 on: January 08, 2012, 11:15:12 am »
+3
Per quel che mi riguarda, preferisco l'impostazione degli stili moderni di karate, che lasciano più spazio all'evoluzione delle metodologie d'allenamento, mentre il tutto diventa più complicato negli stili dove viene disciplinata puntualmente anche la parte della preparazione fisica.
I bassotti hanno le mutande di ferro!!!

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Offline Dipper

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #46 on: January 08, 2012, 11:21:07 am »
+1
Credo che questo li renda molto più tradizionali infatti :thsit:
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Offline n.loy nonno bassotto

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #47 on: January 08, 2012, 11:39:27 am »
0
Riguardo alle tecniche di Kihon bisogna fare una precisazione: esse non esauriscono tutte le possibilità di esecuzione di una data tecnica, più semplicemente, si limitano a prendere in considerazione una delle tante possibillità di esecuzione. Le mille possibili varianti esecutive sono determinate dalla situazione contingente, altrimenti dovresti elaborare Kihon con diecimila tecniche, il che con tutta evidenza non sarebbe possibile.
Yamaki vs Tsukamoto
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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #48 on: January 08, 2012, 13:08:25 pm »
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Mii! Che ginocchiata epica!  :ohiohi:

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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #49 on: January 08, 2012, 14:49:13 pm »
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Storm, il maestro con cui attualmente mi alleno è molto bravo come praticante e non proverei a combatterci neanche fra 10 anni, qualsiasi cosa faccia. Ma stiamo parlando di una persona che si è allenata quotidianamente per una vita; se vogliamo fare paragoni bisognerebbe farlo con un semi-professionista degli sdc. E io sono sicuro che farebbe una buona figura pure col semi professionista, ma mi chiedo: è perché in fondo anche il suo modo di combattere va bene, oppure perché si è condizionato fino a diventare d'acciaio?

Seconda cosa: io, ma penso che valga pure per Ryujin, Davide, e altri[1], non ho mai detto che tutto il karate è da buttare, né mai lo farò. Ma è altrettanto sbagliato ignorare che si può ancora perfezionare, sostituire quel che è obsoleto con altro; se in altre arti marziali troviamo elementi utili per arricchire il nostro karate, perché non aggiungerli? E bada che io non ho parlato solo delle tecniche in sè, anzi più per altro: ho fatto il discorso per uno stile che non si è aperto neppure ai più evidenti progressi della medicina sportiva. Le conoscenze in materia di preparazione fisica sono costantemente migliorate e ne puoi avere la prova se guardi gli sport di velocità (atletica, nuoto,...): a parità di tempi d'allenamento, i record mondiali vengono ripetutamente infranti![2]

Allora io, che non ho velleità di conservazione storica dello stile, mi sto chiedendo quanto effettivamente c'è di buono in quello che faccio. Mi sembra una domanda legittima...o forse suggerisci che il karate è l'arte marziale perfetta così com'è?

 :)
 1. se non è così bastonatemi!
 2. anche senza doping

Ma per me il sostituire è relativo, io più che sostituire le tecniche voglio solo poterle sfruttre in maniera secondo me più logica e sensata. Per me il karate stile x sta nei kata e nel caso di stili come il goju o uechi nelle pratiche acessorie come l'hojo undo, il kakie ecc. Sono queste  a formare il corpus dello stile, quindi per me una volta che faccio condizionamento che lo faccia usando i vasi, i manubri o la sbarra me ne frego, l'importante è che se voglio usare i vasi per scelta mia li so usare. Coi kata è lo stesso discorso. se sono sempre stati una cosa così importante gli va trovato un senso pratico. per come la vedo io la grande vastità di opzioni e di conoscenze del mondo moderno è la chiave per ritrovare quel nesso.


Mi spiace se ti ho attribuito idee non tue, ma secondo me in fondo la pensiamo allo stesso modo; provo a spiegarmi con un paio d'esempi :)

Innanzitutto il mio discorso, ripeto, è rivolto ai metodi di allenamento e preparazione fisica più ancora della tecnica. In questo senso, mi sembra più che giusto modificare, sostituire quelgi esercizi di junbi undo per i quali le scienze dello sport offrono alternative migliori oggi. Visto che pratichi anche tu uno stile tradizionale di Okinawa, è probabile che anche a te sia stato insegnato l'uso preponderante dello stretching balistico (quello molleggiato per intenderci). Io non sono espertissimo sull'argomento, ma iniziando a far ricerche mi sono reso conto che in certi casi sarebbe più opportuno avere un diverso approccio allo stretching. In questo senso sostituiamo un esercizio con uno più efficace.

Ma pure la tecnica, perché no? Se, ad esempio, mi accorgo che le gomitate di Muay Thai sono più efficaci di quelle che mi hanno insegnato, mi sembra giusto modificare, sostituire le hiji waza con quello che altre arti marziali offrono. Altro esempio: nello shotokan mi sembra che il mawashi tsuki sia pressoché inesistente, al suo posto però ci sono attacchi circolari come shuto uchi. Ma se sono convinto (e io lo sono) che è più facile arrivare a bersaglio col pugno circolare piuttosto che con shuto, che non ci perdo in potenza del colpo, allora non mi faccio problemi a sostituirlo.

detto ciò, io sono d'accordissimo con te che nel karate tradizionale c'è un patrimonio di applicazioni da ritrovare e testarne l'efficacia :)

In questo senso, tramite lo studio, l'integrazione e l'aggiunta e l'apertura mentale e non tanto con la sostituzione che il karate evolve. Alla fine quello che auspico io è un cambiamento nella testa dei praticante, la tecnica è relativa. una volta che mi spacchi la faccia con un pugno che sia un cross o uno tsuki poco me ne importa, le distanze si assottigliano molto.

Per quello che ho scritto, secondo me: è più importante come ci si allena della tecnica che si allena, ma anche questa va modificata al meglio.  :)
« Last Edit: January 08, 2012, 15:04:39 pm by Jolly Roger »


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Offline Dipper

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #50 on: January 08, 2012, 14:54:05 pm »
0
Ma pure la tecnica, perché no? Se, ad esempio, mi accorgo che le gomitate di Muay Thai sono più efficaci di quelle che mi hanno insegnato, mi sembra giusto modificare, sostituire le hiji waza con quello che altre arti marziali offrono. Altro esempio: nello shotokan mi sembra che il cross sia pressoché inesistente, al suo posto però ci sono attacchi circolari come shuto uchi. Ma se sono convinto (e io lo sono) che è più facile arrivare a bersaglio col pugno circolare piuttosto che con shuto, che non ci perdo in potenza del colpo, allora non mi faccio problemi a sostituirlo.
Secondo me intendevi l'hook (gancio per gli amici) :)
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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #51 on: January 08, 2012, 15:02:59 pm »
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Ops...anche secondo me  :-[

Ho corretto, grazie  :)
« Last Edit: January 08, 2012, 15:05:07 pm by Jolly Roger »

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Offline DJ scanner

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #52 on: January 08, 2012, 16:11:32 pm »
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al tempo!

il karate si evolve e deve evolversi. non è l'arte ultima nè quella perfetta. non si può pensare di combattere come si faceva 100 anni fa nella campagna okiwanese. cambiano le metodologie di allenamento, di preparazione fisica, le strategie di combattimento e tanto altro. quindi il karate, come ogni altro sport è costretto ad evolversi. a meno che, non si faccia un discorso molto onesto di legame con una tradizione, come faceva il maestro ad inizio discussione. ma quella è una tradizione lontana da noi e per noi difficile da comprendere.

quello che mi scassa è il vomitare in continuazione sul karate tradizionale, sulla sua inefficacia, sull'arrivare a dire che in fin dei conti non facciamo altro che "balletto misto a folklore" come postato da altri utenti.
e non parliamo di dan per favore. dopo otto anni di pratica sono ancora marrone, quindi penso che a me non abbia regalato niente nessuno. e questo ballerino, con un preavviso di tre giorni, prepara il borsone e va a confrontarsi con gli altri utenti, per vedere e imparare, mai per insegnare.

e questo al contrario di tanti altri, che parlano, parlano, ma alla fine nessuno ha mai visto. io di mio ci metto la faccia, il sudore e la fatica. nonostante sia un ballerino di danze folkloristiche giapponesi.

magari, imparare un po' di rispetto per gli altri e quello che fanno, fosse anche uncinetto acrobatico, male non farebbe.
mi dispiace che la prendi così, io credo che ogniuno di noi ha del vissuto che mette nel piatto, penso che nessuno si sveglia la mattina e dica: "vediamo.....come posso smerdare questo o quello" (tranne in certe sezioni del fam)
ogniuno ha fatto, visto e SUBITO delle situazioni e ha voglia di condividere.
E poi è un forum, santo dio, a me, per le mie idee di valorizzazione del kata e della medicina tradizionale cinese del ki, hanno dato del delirante, del cacciatore di dinosauri, del complottista ed anche del roberto giacobbo, ciò non mi ha dato nessuna frustrazione, anzi mi diverto e ripropongo le mie idee. :)
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muteki

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #53 on: January 08, 2012, 16:22:40 pm »
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io la vedo così: modernizzazione nella tradizione.

e se vogliamo parlare di KI, ok, ma dobbiamo capire che si parla di un fenomeno specifico, non di magia.

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Offline Davide.c

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #54 on: January 08, 2012, 16:27:03 pm »
0
Storm, il maestro con cui attualmente mi alleno è molto bravo come praticante e non proverei a combatterci neanche fra 10 anni, qualsiasi cosa faccia. Ma stiamo parlando di una persona che si è allenata quotidianamente per una vita; se vogliamo fare paragoni bisognerebbe farlo con un semi-professionista degli sdc. E io sono sicuro che farebbe una buona figura pure col semi professionista, ma mi chiedo: è perché in fondo anche il suo modo di combattere va bene, oppure perché si è condizionato fino a diventare d'acciaio?

Seconda cosa: io, ma penso che valga pure per Ryujin, Davide, e altri[1], non ho mai detto che tutto il karate è da buttare, né mai lo farò. Ma è altrettanto sbagliato ignorare che si può ancora perfezionare, sostituire quel che è obsoleto con altro; se in altre arti marziali troviamo elementi utili per arricchire il nostro karate, perché non aggiungerli? E bada che io non ho parlato solo delle tecniche in sè, anzi più per altro: ho fatto il discorso per uno stile che non si è aperto neppure ai più evidenti progressi della medicina sportiva. Le conoscenze in materia di preparazione fisica sono costantemente migliorate e ne puoi avere la prova se guardi gli sport di velocità (atletica, nuoto,...): a parità di tempi d'allenamento, i record mondiali vengono ripetutamente infranti![2]

Allora io, che non ho velleità di conservazione storica dello stile, mi sto chiedendo quanto effettivamente c'è di buono in quello che faccio. Mi sembra una domanda legittima...o forse suggerisci che il karate è l'arte marziale perfetta così com'è?

 :)
 1. se non è così bastonatemi!
 2. anche senza doping

Ma per me il sostituire è relativo, io più che sostituire le tecniche voglio solo poterle sfruttre in maniera secondo me più logica e sensata. Per me il karate stile x sta nei kata e nel caso di stili come il goju o uechi nelle pratiche acessorie come l'hojo undo, il kakie ecc. Sono queste  a formare il corpus dello stile, quindi per me una volta che faccio condizionamento che lo faccia usando i vasi, i manubri o la sbarra me ne frego, l'importante è che se voglio usare i vasi per scelta mia li so usare. Coi kata è lo stesso discorso. se sono sempre stati una cosa così importante gli va trovato un senso pratico. per come la vedo io la grande vastità di opzioni e di conoscenze del mondo moderno è la chiave per ritrovare quel nesso.


Mi spiace se ti ho attribuito idee non tue, ma secondo me in fondo la pensiamo allo stesso modo; provo a spiegarmi con un paio d'esempi :)

Innanzitutto il mio discorso, ripeto, è rivolto ai metodi di allenamento e preparazione fisica più ancora della tecnica. In questo senso, mi sembra più che giusto modificare, sostituire quelgi esercizi di junbi undo per i quali le scienze dello sport offrono alternative migliori oggi. Visto che pratichi anche tu uno stile tradizionale di Okinawa, è probabile che anche a te sia stato insegnato l'uso preponderante dello stretching balistico (quello molleggiato per intenderci). Io non sono espertissimo sull'argomento, ma iniziando a far ricerche mi sono reso conto che in certi casi sarebbe più opportuno avere un diverso approccio allo stretching. In questo senso sostituiamo un esercizio con uno più efficace.
Sbagliato, per quanto io segua uno stile tradizionale lo stretching balistico non mi è mai stato insegnato e mi è stato subito detto che è dannoso. gli esercizi del junbi uundo li conosco (o meglio, li ho fatti ma non ricordo tutta la sequenza onestamente) ma mai e poi mai con movimenti balistici :) 

Ma pure la tecnica, perché no? Se, ad esempio, mi accorgo che le gomitate di Muay Thai sono più efficaci di quelle che mi hanno insegnato, mi sembra giusto modificare, sostituire le hiji waza con quello che altre arti marziali offrono. Altro esempio: nello shotokan mi sembra che il mawashi tsuki sia pressoché inesistente, al suo posto però ci sono attacchi circolari come shuto uchi. Ma se sono convinto (e io lo sono) che è più facile arrivare a bersaglio col pugno circolare piuttosto che con shuto, che non ci perdo in potenza del colpo, allora non mi faccio problemi a sostituirlo.

Un karate che non insegna i colpi pugni ircolari è monco di un pezzo, quindi in questo caso più che allo stile secondo me è da imputare a chi lo pratica (ci sono nei kihon o nei kata? si? allora è colpa dei maestri che non lo alenano e non lo fanno allenare, la tecnica sta la, sono loro che non la cacano e, automaticamente col tempo la fanno diventare inutile perché non sanno usarla.

Per come la vedo io, una gomitata è una gomitata, se tiri bene una gomitata non ci saranno poi così tante differenze se fai muay thai, karate, mma, kung fu o qualunque altra cosa. Una gomitata come tutte le altre tecniche (specialmente d'attacco) deve essere pesante, come si fa a farla essere pesante? usando il corpo. e fondamentalmente c'è un solo modo per sfruttare il corpo nelle tecniche, ovvero quello di buttare il peso nella tecnica, e si fa in maniera più o meno uguale da tutte le parti (tranne dove si utilizza l'uso superiore del corpo  :thsit:), quindi per me le distanze si assottigliano.

Quello che cambia nei vari stili è l'impronta di base nel modo di settare e sfruttare i colpi, ma per il resto un pugno/calcio/ginocchiata/gomitaa/capata 'mmocca forti si danno pressoché nello stesso modo da tutte le parti del mondo

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Per quello che ho scritto, secondo me: è più importante come ci si allena della tecnica che si allena, ma anche questa va modificata al meglio.  :)

è appunto quello che penso io, non è tanto la tecnica in se, ma come la si allena. se alleni una tecnica per tirare a contatto pieno le distanze si assottiglieranno sempre di più. :)
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #55 on: January 08, 2012, 16:36:41 pm »
+2
allora...per quanto riguarda i dan, racconto quello che mi accadde anni fà.
io ed un mio amico, eravamo istruttori in varie palestre per un sensei italiano e mentre noi tiravamo avanti le baracche lui si beccava i dan dal jap, mentre noi le bocciature agli esami dal jap.
io ed il mio amico decidiamo di aprire una palestra per conto nostro (cosa che fece il nostro sensei a suo tempo), dopo una chiaccherata del sensei col jap, arriva ben presto la scomunica  :whip:, veniamo defenestrati, però........consentono a noi ed ai nostri allievi di partecipare agli stage del jap a prezzi maggiorati. ;D

chiedo scusa per l'OT
« Last Edit: January 08, 2012, 16:40:34 pm by DJ scanner (ex matusa) »
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #56 on: January 08, 2012, 16:49:50 pm »
+3
che bella vaccata! mi spiace veramente Matusa, ma questo è lo schifo della commercializzazione del karate (e di altre discipline) che alla fine hanno smerdato i praticanti, spesso mettendoli in mano a maestri assolutamente inadeguati.

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Joker

Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #57 on: January 08, 2012, 16:53:40 pm »
+1
...

Incredibile come arriviamo allo stesso pensiero partendo da idee diverse  :D

che bella vaccata! mi spiace veramente Matusa, ma questo è lo schifo della commercializzazione del karate (e di altre discipline) che alla fine hanno smerdato i praticanti, spesso mettendoli in mano a maestri assolutamente inadeguati.

Non posso che quotare e vomitare  :vomit:

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Offline Davide.c

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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #58 on: January 08, 2012, 16:57:54 pm »
+1
Alla fare am è come suonare.

Puoi fare musica virtuosa e tecnica fatta da milleciquencentomila miliardi di note a battuta o il blues fatto con 3 note, l'importante è che la fai bene. Nel momento in cui suoni bene che tu faccia il blues o il metal, il rock o la classica o qualunque altra cosa arrivi a capirti con gli altri che fanno il loro altrettanto bene ^^'
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Re:Riflessioni di un maestro sul karate tradizionale
« Reply #59 on: January 08, 2012, 16:59:58 pm »
0
comunque Matusa, io non mi sento frustrato, perchè continuo a lavorare seriamente e a buttare sudore e tempo nella mia disciplina...

e continuo a studiare i kata  XD XD