Tertium non datur

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Offline Gargoyle

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Re:Tertium non datur
« Reply #165 on: January 09, 2012, 16:02:52 pm »
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Bisogna sempre comprendere il senso...
Prendi un giubbotto da moto e vedi quante tecniche di quelle che fai con un gi puoi riprodurre... :thsit:
Credo che il senso sia semplicemente nel fatto che un gi è una pratica ed economica approssimazione di un certo numero di capi. Il giubbotto da biker mi sa più di assimilabile al no gi, però statisticamente i vestiti normalmente portati dalla maggioranza delle persone direi che offrono molti appigli.

Concordo sulla necessità di non soffocare la pratica con i rituali, sebbene questi quando impiegati bene e nella giusta misura hanno un ruolo formativo (non a caso sono presenti nell'esercito di ogni nazione).

Due cose...uno, il gi ha una consistenza e resistenza, specialmente quello per le discipline lottatorie, che è superiore alla maggiorparte dei capi di abbigliamento indossati da un uomo...per non parlare poi della afferrabilità...
Due, i soliti meccanismi "istintivi"..."tu" ti abitui a fare strangolamenti con la giacca, io vengo col giubbotto da moto e in quel secondo o due in più che mi concedi mentre tenti di capire cosa possa allora andare bene, io ti uccido... :pla:

E non è solo un discorso di afferrabilità
Lotta a parte, prova anche a pensare alla differenza che un certo abbigliamento può fare con i colpi, tutte le protezioni che hanno le giacche da motociclista o la consistenza dei giubbotti di cuoio...
Assorbire i colpi con queste giacche è ben diverso che prenderle in t-shirt
Ma anche tirare un calcio alto con dei jeans aderenti o certi movimenti in giacca e cravatta non sono così comodi
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline Darth Dorgius

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Re:Tertium non datur
« Reply #166 on: January 09, 2012, 16:03:26 pm »
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Penso che sia quello che intendevo io nella seconda parte del post che hai quotato.

Sai che non capisco il collegamento fra rituali e scelte politiche?
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Offline Saburo Sakai

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Re:Tertium non datur
« Reply #167 on: January 09, 2012, 16:07:27 pm »
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?

Non sono sicuro di capire... io intendevo dire più o meno che:

L'utilità identitaria dei rituali, e la loro forza nel lasciare il segno nell'immaginario collettivo ed individuale, può fornire elementi di estrema efficacia in un contesto societario (da sempre l'uomo ricorre a rituali in svariate circostanze), elementi che possono avere pure importanti ricadute sull'approccio delle persone alle varie situazioni, tra cui anche quella di uno scontro.
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Darth Dorgius

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Re:Tertium non datur
« Reply #168 on: January 09, 2012, 16:08:49 pm »
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L'utilità identitaria dei rituali, e la loro forza nel lasciare il segno nell'immaginario collettivo ed individuale, può fornire elementi di estrema efficacia in un contesto societario (da sempre l'uomo ricorre a rituali in svariate circostanze), elementi che possono avere pure importanti ricadute sull'approccio delle persone alle varie situazioni, tra cui anche quella di uno scontro.

Su questo sono d'accordo. Solo che appunto - imho con l'esercito c'entra poco. :)
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Offline Saburo Sakai

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Re:Tertium non datur
« Reply #169 on: January 09, 2012, 16:10:24 pm »
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Second me invece sì... la fidelizzazione alla causa, il sentirsi parte di un gruppo, il riconoscersi in determinati valori, il dare uno scopo collettivo e "superiore" al proprio interesse, possono far fare cose che normalmente una persona non farebbe.
Lo spirito viene prima della tecnica.


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Offline Darth Dorgius

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Re:Tertium non datur
« Reply #170 on: January 09, 2012, 16:11:14 pm »
0
Second me invece sì... la fidelizzazione alla causa, il sentirsi parte di un gruppo, il riconoscersi in determinati valori, il dare uno scopo collettivo e "superiore" al proprio interesse, possono far fare cose che normalmente una persona non farebbe.

Stai parlando di un esercito assolutamente idealizzato, sai? :)
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Offline Luca Bagnoli

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Re:Tertium non datur
« Reply #171 on: January 09, 2012, 16:13:21 pm »
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Come dicevo l'importanza dei rituali come strumento psicologico per rinforzare il senso di appartenenza al gruppo non è in discussione. Semmai rilevavo come nelle " AM  :vomit: " ( td ) la ritualità contamini la pratica al punto da inficiarne il valore come strumento di risoluzione dei conflitti.

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Offline Saburo Sakai

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Re:Tertium non datur
« Reply #172 on: January 09, 2012, 16:20:37 pm »
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Sì Dorje... idealizzato certo... ma è quello a cui da sempre si tende... pensa solo ai famosi Kamikaze, tanto per dirne una...
Comunque giustamente sto andando OT.

Come dicevo l'importanza dei rituali come strumento psicologico per rinforzare il senso di appartenenza al gruppo non è in discussione. Semmai rilevavo come nelle " AM  :vomit: " ( td ) la ritualità contamini la pratica al punto da inficiarne il valore come strumento di risoluzione dei conflitti.

Su questa affermazione c'è poco da ribattere... ciò che rilevi è la realtà. In assenza di necessità di conflitto, il rituale prende il sopravvento e da funzionale che era, diventa fine a sé stesso per perpetuare delle posizioni di potere o dei gruppi identitari.
Comunque secondo me la ritualità ha una forza enorme sia nel contesto sociale che individuale, ma va gestita, adattata, aggiornata... insomma deve essere funzionale ad uno scopo e per farlo deve essere in continua evoluzione pur mantenendo dei tratti caratteristici.
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Offline Paguro49

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Re:Tertium non datur
« Reply #173 on: January 09, 2012, 16:42:24 pm »
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Penso che ci si debba sempre porre in modo coerente e limpido.
La ritualità ci sta, anche nell'abbigliamento, purchè si mantenga contatto con la realtà
Quando si va a parlare di "situazioni reali", a parte la necessità di avere un minimo di cognizione di causa, occorrerebbe far presente certe cose e distinguere rispetto alla pratica ortodossa.
Il discorso del Giubbotto da motociclista è verissimo, come lo è ribaltandolo su una T-Shirt se si parla di proiezioni (penso a quelle prevalentemente dal Judo) perchè la T-Shirt si strappa.
Ma anche riguardo l'essere scalzi, cosa che ha una sua funzione rispetto l'equilibrio e il baricentro, se si parla di certe situazioni non si può fingere di scordare che usiamo tutti le scarpe, che certe posizioni delle dita, dell'avampiede, vanno a farsi benedire.
Idem per i calci Jodan pensando ai Jeans, ma anche a un pantalone in lino che si straccia al primo calcio.
Insomma, credo che sia sempre una questione di coerenza e onestà intellettuale, nell'insegnare solo ciò che si conosce, nel non vendere chimere agli allievi, nel portare ogni cosa più terra terra possibile, anche nelle spiegazioni della parte più ortodossa.
Mi capita spesso di sentire spiegazioni che mi fanno incazzare, gesti e posizioni atti a raccogliere l'energia dell'universo e roba simile, non tanto perchè debbano necessariamente essere delle minchiate, ma perchè possono essere accezioni cui pinco pallo è arrivato per conto suo, partendo da un movimento che ha una funzione pratica e precisa.
Ecco, mi basterebbe che, oltre a insegnare solo e soltanto ciò che si conosce, lasciando perdere i "sentito dire", si facessero presente le cose più basilari se proprio si vuol parlare di DP, distinguendo ciò che è "ritualizzato" da ciò che è riproponibile senza adeguamenti.
« Last Edit: January 09, 2012, 16:44:18 pm by PaguRonin »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Darth Dorgius

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Re:Tertium non datur
« Reply #174 on: January 09, 2012, 16:46:38 pm »
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Sì Dorje... idealizzato certo... ma è quello a cui da sempre si tende...


Penso proprio che la maggior parte degli eserciti odierni NON tendano affatto a questi valori. lo fanno sulla carta, non certo in pratica.

Di soldati "veri" ce ne sono pochissimi... Ed è proprio la struttura politica circostante a volere (ed ottenere) questo effetto

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Offline Paguro49

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Re:Tertium non datur
« Reply #175 on: January 09, 2012, 16:46:50 pm »
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Ad esempio esistono tecniche che avevano un senso prima dell'asfalto, quando si cadeva sul fango, sull'erba o in una risaia, penso a certe acrobazie del JJ, ai Sutemi Waza più spettacolari, a certi calci volanti con arrivo al suolo, cose che possono anche mantenere una funzione in ambito sportivo, ma per la strada sono un vero suicidio.
Anche nella spettacolarità di ciò che si insegna occorrerebbe un pò di misura e di chiarezza.
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Offline Dipper

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Re:Tertium non datur
« Reply #176 on: January 09, 2012, 16:51:44 pm »
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Bisogna sempre comprendere il senso...
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Credo che il senso sia semplicemente nel fatto che un gi è una pratica ed economica approssimazione di un certo numero di capi. Il giubbotto da biker mi sa più di assimilabile al no gi, però statisticamente i vestiti normalmente portati dalla maggioranza delle persone direi che offrono molti appigli.

Concordo sulla necessità di non soffocare la pratica con i rituali, sebbene questi quando impiegati bene e nella giusta misura hanno un ruolo formativo (non a caso sono presenti nell'esercito di ogni nazione).

Due cose...uno, il gi ha una consistenza e resistenza, specialmente quello per le discipline lottatorie, che è superiore alla maggiorparte dei capi di abbigliamento indossati da un uomo...per non parlare poi della afferrabilità...
Due, i soliti meccanismi "istintivi"..."tu" ti abitui a fare strangolamenti con la giacca, io vengo col giubbotto da moto e in quel secondo o due in più che mi concedi mentre tenti di capire cosa possa allora andare bene, io ti uccido... :pla:

E non è solo un discorso di afferrabilità
Lotta a parte, prova anche a pensare alla differenza che un certo abbigliamento può fare con i colpi, tutte le protezioni che hanno le giacche da motociclista o la consistenza dei giubbotti di cuoio...
Assorbire i colpi con queste giacche è ben diverso che prenderle in t-shirt
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Un buon lottatore così come un buon striker possono tranquillamente elaborare istantaneamente le condizioni e le contromisure.

Confidare troppo nel no gi potrebbe per converso portare alla situazione opposta: io conto di liberarmi no gi uno che però si aggrappa al mio giubbotto ritardando l'azione prendendosi la possibilità di spaccarmi il naso...
Va bene la tecnica più possibile universalmente valida, ma le variabili ci sono e improvvisare e adattarsi sono una capacità che si può e si dovrebbe allenare (giusto Gargo? :gh:).

Happo: io davo per scontato che i professionisti della guerra sapessero il fatto loro...
Se non si considerano efficienti i Parà o i Marines la mia argomentazione cade.
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Offline Paguro49

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Re:Tertium non datur
« Reply #177 on: January 09, 2012, 16:56:23 pm »
+1
Ryujin, anche fra i militari di professione ci sono vari gradi di preparazione.
Non tutti i Parà hanno la stessa preparazione, molti sono "sacrificabili" come i fanti.
Anche nelle forze armate, il fatto loro finiscono per saperlo i reparti davvero speciali e specializzati, che però sottostanno ad addestramenti enormemente più lunghi, pesanti ed estenuanti.
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Offline The Spartan

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Re:Tertium non datur
« Reply #178 on: January 09, 2012, 16:57:10 pm »
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Un buon grappler amo pensare che certe cose le escluda a monte...
Altri, empirismo alla mano, no.... ;)
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Offline Syntrip

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Re:Tertium non datur
« Reply #179 on: January 09, 2012, 16:58:11 pm »
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following
Come un nano in bilico sull’orlo di un orinale, dovevo muovermi in punta di piedi…Come un cieco ad un’orgia, dovevo farmi strada palpando.