ok, sono al pc di casa per qualche minuto e cerco di sbrigarmi
parto in breve col tema filosofico.
spiegavo a steno il significato dell-ideogramma KI, che in origine indica una pentola con del riso che bolle ed emette vapore. quindi i cinesi avevano connesso il concetto di vaopore con quello di energia. ci sono scritti precisi al riguardo ma ora non ho tempo di citazioni, scusatemi
spiegavo inoltre l'ideogramma di KIME, che non ha una mazza a che fare con KI, nonostante l'assonanza. si tratta del verbo KIMERU, ossia stabilire, decidere.
per finire spiegavo l'ideogramma KYOKU, ti TAIKYOKU (lo stesso di taiji), che significa "cerchio" ed è composto di un albero, stabile, e di un percorso circolare, in movimento. interessante, direi. quindi TAIKYOKU vuole dire grande cerchio ma include in sé mobilità e stabilità al tempo stesso
sono concetti di matrice taoista, e non buddista. il buddismo si inserisce nelle arti marziali, giapponesi ma pure cinesi, per ragioni storiche e - nel caso del giappone in modo specifico - anche socio culturali
se vogliamo quindi parlare di una filosofia delle arti marziali orientali, non dobbiamo pensare alle speculazioni del modno occidentale, ma a un modo di rapportarsi al mondo che viene spiegato per mezzo di fenomeni al di là di ciò che è materiale e visibile a una prima occhiata
colpiscono tuttavia le similitudini tra il pensiero taoista e quello cristiano e paleo cristiano (prima cioè delle modificazioni subite dal cristianesimo nel corso del medioevo, per semplificare al massimo).
un pensiero, quindi, che riflette sulla realtà del creato inserendovi l'uomo all'interno. successivamente, ossia con uno stacco temporale di alcuni secoli, le arti di combattimento si informano di buddismo perché:
1) i templi buddisti, esenti dalle tasse, divengono una sorta di "banca" alla quale tutti cedono i propri averi per non pagare le tasse
2) il buddismo fornisce risposte alla necessità di superare i problemi legati a momenti storici difficili, offrendo il sogno di un miglioramento in una vita futura. la reincarnazione e il prospetto di rinascita aiutano a superare la paura della morte.
si tratta cioè di una tradizione più recente rispetto a quella originaria.
a okinawa tali forme di pensiero non erano assenti, si badi bene, visto che l'isola era tributaria della cina da lungo tempo
ok, ora dev prepararmi per uscire. a poco a poco cerco di dipanare la matassa. se poi volete spostiamo la discussione in un thread apposito e se qualcuno volesse darmi una mano, è il benvenuto!
Grazie per la risposta
Non ricordavo una domanda del genere ma va bene
Intendevo le domande del 3D sulla filosofia
Cmq,la maggior parte dei contenuti di cui sopra non e' appunto filosofica, in secondo luogo il taoismo e' stato importato in giappone deliberatamente,come parte di un progetto di rinnovamento sociale e controllo.
E' rilevante sottolineare come l'interesse era pratico e non metafisico.
Non capendo in ogni caso il "quindi" sopra in neretto (dove sarebbe l'implicazione logica?) mi sentirei di dire piuttosto il contrario, addirittura le correnti di pensiero sono state introdotte in giappone con fine pratico,di questo mondo.
Inoltre per il discorso piu' generale il giappone e' un posto tuttaltro che "al di là di ciò che è materiale", se e' vero che uno dei letmotif giapponesi durante la 2°WW era "la vittoria dello spirito sulla materia" non bisogna dimenticare che non e' luogo culturale giapponese considerare una vita oltre la morte e che lo spirito quindi ha una valenza tutt'altro che trascendentale.
Le sorti dell'uomo si giocavano su questo piano, gli intrecci di doveri sociali stabilivano il comportamento in vita e nella morte,non qualche forma di "oltre".
La stessa spiritualita' scintoista, l'unica che potremmo definire originaria e' estremamente pragmatica.
Lo sviluppo della bellezza,dei canoni,perfino dei kata richiama una attenzione al qui e ora,non certo al trascendente, tant'e' che l'obiettivo di quasi tutte queste pratiche e' la fusione con l'attimo.
Del modo di procedere del pensiero obliquo cinese vi sono pochissimi elementi e legati essenzialmente a classi piu' colte in cui il pensiero era stato impiantato.
---> che poi e' quello che ha portato a quel modello d'insegnamento per "riscoperta".
Mentre caratteristico giapponese era quello di guidare letteralmente l'azione,non spiegando ma mostrando direttamente.
E' molto vistoso nell'educazione dei bambini in cui ancora oggi si tendono ad insegnare molte azioni letteralmente prendendo il corpo del piccolo,ad esempio la mano, e guidandolo nell'azione.
Realta' a manetta insomma