Ho letto a scrocco in un supermarket l'articolo.
Non è roba per me.
In un contesto professionale,per chi si allena con estrema intensità (leggi "stile di vita")la cosa può avere un suo perché.
Del resto,anche se non per gli stessi scopi "alchemici"l'astinenza veniva(viene ancora?)raccomandata ai pugili nella preparazione ad un incontro,ed in generis agli sportivi in "ritiro di allenamento";certo ci si basa in maniera molto terraterra sulla carica emotiva che così viene a prodursi.
Ma uno come me,che si allena 1 o 2 ore al di.....preferisco vivere,con la consapevolezza dei miei limiti,di certo non valicabili con una pratica di questo genere;prima dovrei aver la possibilità di allenarmi di più,poi...poi credo che rinuncerei comunque volentieri.
Nutro una diffidenza istintiva per tutte le pratiche forzate.magari a torto...ma tant'è!
Quello che dici e' in parte condivisibile, in particolare il discorso della pratica 'professionale'.
Ci sono pero' pratiche, o chiamiamoli esercizi, nel Taijiquan che sono legati a regole varie tra le quali spesso l'astinenza. In questo caso non si tratta di eludere la regola "tanto non sono un professionista e non ho mire di invincibilita'" quanto di rischiare di ottenere risultati opposti, anche danni alla salute, nel caso le regole non siano rispettate.
Ogni pratica 'di potere', cioe' che puo' risultare in capacita' particolari e *straordinarie*, e' come una medicina i.e. contiene sostanze che se assunte in modalita' sbagliate sono tossiche.
Tutte le pratiche che NON hanno regole di questo tipo, e nessun eventuale 'effetto collaterale, sono
'sostanze di blando effetto curativo' e non in grado di sortire 'effetti straordinari'.
YM