Prima di luglio non posso, ma verrò a trovarti sicuramente.
sarai il benvenuto.
Se per posizione assurda intendi quella "tipica" tramandata da Lenug direi che essendo tipica è corretto che altri stili non la usino.[/quote]
ti sei mai domandato perché?
Per quanto riguarda il peso sulla gamba posteriore è una posizione tipica di tutti gli stili tradizionali giapponesi, vietnamiti o cinesi. La "posizione del gatto" dove nel parare si richiama la gamba avanti scaricandola del peso per risparmiare un tempo (anche nell'idea del Wx) per la tecnica successiva che tipicamente è un calcio frustato, ma la compressione sulla gamba posteriore permette anche di sfruttare lo spostamento a molla in diverse direzioni e contemporaneamente, per esempio, usare tecniche di mano. Gli assetti posturali sono differenti, ma in entrambi i casi la gamba vuota rimane sotto il controllo dell'addome e quindi "viva".
infatti non si stavo parlando dei "trasferimenti" di peso, che durano istanti, ma le "posizioni"... ancora oggi, purtroppo, nella stragrande maggioanza delle scuole di wx (modificato) si insegna il pinocchietto, ed a tenere un foglio di carta sotto il tallone... dura realtà... si ignora totalmente l'uso dell'anca e si ignora totalmente il footwork...
Su questo punto credo che, in questo forum, siamo entrambi in buona compagnia.
Per me l'efficacia non è dello stile, ma quanto il mio rapporto con esso renda efficace me.
parli dell'apporto dell'uomo, che è imprescindibile. buona auto, ma buon pilota.
Per i punti in neretto mi fa piacere, sono d'accordo e dovrebbe valere per tutte le AM.
Sui tempi per me la differenza sta nel fatto che dopo 20 anni cambia il modo con cui si pratica rispetto a 10 prima.
beh... si chiama esperienza...
Non credo che siano necessari 10 anni per imparare.
il wing chun è un'arte complessa. Il solo imparare ad utilizzare due barccia simultaneamente richiede diversi anni di pratica. I primi dieci anni di pratica ho tenuto una media di 4/5 ore al giorno con punte di 6/7. Senza falsa modestia ho talento da vendere, perciò se ci ho messo quel tempo con quei ritmi di allenamento significa che di meno... ovviamente parlo di intteriorizzare l'arte, di saperla esprimere in modo naturale ed inconscia indipendentemente dall'avversario. Nel computo degli anni metto anche il fare esperienza, non solo l'acquisizione tecnica... non so se riesco a farmi capire...
Se si vuole imparare. Altrimenti non può bastare neanche tutta la vita. Nell'altro caso che si capiscono i principi e li si allena può bastare molto poco. E una volta imparato a rimanere in equilibrio i chilometri che si fanno dipendono solo da noi.
Per quanto riguarda i limiti parlo di ciò che faccio io. Per esempio le forme di Wx (per lo meno quelle classiche correttamente o erroneamente tramandate): a me piace passare da una posizione della forma a una tecnica thai, taiji o della capoiera. L'efficacia in combattimento è la pennellata del pittore data nel punto giusto e al momento giusto. Tante pennellate possono fare un'opera d'arte oppure no. Quando mi vedrai combattere vedrai in me solo efficacia (spero ). Non vedrai uno stile di combattimento. Proprio perché mi interessano solo i principi.
taiji e wing chun, sono parenti stretti... su alcuni aspetti due facce della stessa medaglia... la capoera è nata pe camuffare sotto una danza l'addestramento degli schiavi... peraltro con le mani incatenate... le attinenze coi principi del wing chun sono pressoché nulle... per la thai il discorso è più complesso...
Comunque in strada puoi anche incontrare Fedor e Petrosyan appena usciti dal ristorante e incazzati neri perché sono stati lasciati dalle rispettive fidanzate e magari con la voglia di massacrare il primo che vedono e putacaso.....
se per questo puoi anche incontrare me... ma le possibilità sono davvero esigue
Ma penso che anche per te esiste quell'1% di imponderabilità nella vita dove non c'è WC, SdC o AM che tenga...
meno male... altrimenti la vita sarebbe particolarmente noiosa...
Capito. Ma anche in termini di principi? Es. principio di difesa della linea centrale?
credimi. non c'è modo per spiegartelo a parole. E' come voler spiegare i colori ad un cieco dalla nascita. Comprendimi non ti sto offendendo dandoti dello sprovveduto o che hai poca sostanza, è una metafora per darti l'idea di come le parole, a volte siano del tutto inadeguate alle circostanze...
Sei la seconda persona che mi dice che c'è un solo modo biomeccanico corretto per per eseguire una determinata tecnica e fate 2 stili completamente diversi.
gli stili si differenziano per i principi, non per i colpi.
Il punto è che non c'è differenza fra la ginocchiata del tuo stile e quella thai solo se nel tirarla lanciate il braccio all'indietro, con uno proteggete la testa, chiudete il tronco in avanti, vi sollevate sull'avanpiede e usate l'anca in supporto a tutto questo. In questo caso non esiste differenza perché state tirando una ginocchiata thai. Se solo nel tirare la ginocchiata non sollevate il tallone, sarà magari altrettanto efficace, ma dal punto di vista biomeccanico state facendo un'altra cosa.
come hai detto tu, conta l'efficacia, ma nel wing chun non si tirerà mai una ginocchiata nello stesso identico modo della thai, per il semplice fatto che di fronte non abbiamo praticamente mai un avversario con la nostra tecnica, ma una qualsiasi altra. Mi spiego, rimanendo nel caso specifico.
1) Il braccio non viene tirato indietro, perché così è morto. Nel wing chun si combatte usando due braccia simultaneamente. Nel momento della ginocchiata quel braccio sta controllando il gomito avanzato dell'avversario, per impedirgli di difendersi e/o contrattaccare. Attraverso il controllo del gomito si impedisce all'avversario di continuarre a combattere. Nel wing chun qualsiasi colpo non è fine a se stesso, ma viene tirato SOLO se abbiamo messo l'avversario nelle condizioni di NON potersi difendere. Deve arrivare nel 100% dei casi. E' un pricipio.
2) Durante quella ginocchiata (thai intendo) NULLA impedisce all'avversario di difendersi, spostarsi, colpire a sua volta.
3) Quando dico che esiste solo un modo biomeccanicamente corretto per tirare una ginocchiata intendevo dire che esiste uno solo che assolva i principi di una particolare arte. Spero di essere chiaro.
3) su anca ed avampiede invece siamo d'accordo.
Io apprezzo la tua convinzione, non lo dico con ironia, credo che sia corretto essere convinti. Anch'io lo sono di quello che faccio. Credo che sia corretto confrontarsi col maggior numero di problemi di combattimento rispettando i principi del proprio stile. Se è quello che si vuole fare. E penso che tu e il tuo Wc vi troviate bene e che sia lo stile adatto a te. Non bisogna però dare per scontato che possa essere "indossato" da tutti e stare bene a tutti solo perché sta bene a noi o solo per che ci rende efficaci.
ovviamente. occorre una certa predisposizione. Ma come vedi si parla della tecnica e non dei praticanti proprio per evitare di dover analizzare ogni singolo utente. chiaramente poi, dieci persone studiano un qualcosa ed avremo dieci tecniche simili ma non identiche. E' il pricipio di indeterminatezza di Heisenberg... se studi una cosa, inevitabilmente la modifichi...
Per esempio in Israele usano il KM.
giusto. ma è un mischione di cose preesistenti, codificate per le necessità di un agente operativo del Mossad e dell'esercito regolare. Gente addestrata, motivata e professionista. Quindi si tratta di tecniche base da adottare nel caso che i due colpi al bersaglio grosso non siano andati a segno e non si abbia la possibilità di tirarne un terzo. Il KM va benissimo per le esigenze militari per cui è stato creato... va meno bene quando cerchi di insegnarlo alla massaia o al pingue impiegato di banca in un contesto di lotta civile... ma è un altro discorso...
Io penso che nel WC che pratichi ci sia molto di ciò che tu hai scoperto, sicuramente partendo dai principi, più che quello tramandato da uno o l'altro lineage.
ti sbagli. pur essendo io una persona differente da chi mi ha preceduto, pratico lo stesso wing chun. Certo, l'esperienza conta e non è trasmissibile, ma chi ha fatto determinate esperienze, arriva più o meno alle medesime conclusioni.
Apprezzo la passione e la convinzione quando finalizzata in modo costruttivo.
Con stima.
Giuseppe
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