Il mio wing chun è differente

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Offline Bingo Bongo

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #60 on: January 17, 2012, 18:02:21 pm »
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Non se ti sbilanci, ma se ti spingono frontalmente. Per non cadere all'indietro assumerai naturalmente una postura che è praticamente quella Wx, in una fase evidentemente dinamica e di recupero dell'equilibrio. Secondo me è più facile da provare che da spiegare. Siccome in quel momento (dinamico) si hanno tipicamente le braccia a contatto e una gamba sollevata si può reagire immediatamente con tecniche tipiche da Wx. Personalmente non cercherei di stabilizzare la base perché sarebbe un tempo inutile. Nell'ottica di usare il Wx. Non dico che sia la migliore. Dico che per mia esperienza sembra fatta a posta per casi di questo tipo.

Capisco  molto bene quello che vuoi dire.
Il problema è che quell'atteggiamento posturale, da te descritto come la conseguenza di una spinta, nel Wx viene utilizzata sempre e comunque, e che addirittura la stessa viene ricreate artificiosamente anche quando non c'è stata nessuna spinta dall'esterno!!
Sarebbe interessante capire quali esperienze hanno, nel processo creativo di formalizzazione di un'Arte, spinto in una direzione piuttosto che in un'altra. Quello che posso fare è provare e scoprire durante la pratica, con la lampadina che si accende sopra la testa, che ha senso.
Voglio dire che non vedo un senso che in realtà non c'è. Provando io il senso in molte cose l'ho trovato. Purtroppo però finisco anche a terra e qui il senso non l'ho trovato. Purtroppo quando ho fatto sparring con un thai pro a contatto ci arrivava solo lui e anche qui il senso non l'ho trovato. Però questo lo devo imputare a me e non allo stile. Magari Cheung, Leung o YM o altri che non conosco (pochi o tanti) il senso, nella pratica come stile di combattimento a 360°, lo hanno trovato. Magari loro a terra non "potevano" finirci. Magari questo vero Wc che non conosco comprende, nel rispetto dei principi, o l'impossibilità di finire a terra (ma io non credo alle cose impossibili) o alla possibilità di difendercisi. Io ho trovato il senso dello stile in tante cose a partire quindi anche dal mantenimento di questa postura. In tante altre no o non sono capace di trovarlo.
Certo mi interessa poco perché non ho intenzione di sponsorizzare né il wc né qualunque altro stile.
L'unica cosa che mi sento di sponsorizzare è di capire come esprimere forza esplosiva, velocità, agilità, fluidità, continuità, ecc...col proprio corpo nello studio del proprio stile qualunque esso sia.

@Rev
ma quindi questa specie di "incontro" che mi auguro verrà svolto in un clima di rispetto reciproco stabilirà in via definitiva se è meglio la Muay Thai o il WC?
In questo caso dovremmo fare comunicazione ufficiale alle rispettive federazioni.
Sono sicuro che prenderanno la cosa seriamente  :)






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Offline Fabio Spencer

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #61 on: January 17, 2012, 18:06:52 pm »
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@Fabry
Hai citato il mio post non ho capito quindi
se non hai capito quello di roby o il mio  :)
ho citato un post di Robyhhh in cui citava il tuo ma non aggiungeva nulla.
Non capivo questo.

Certo che comunque tra te e lui quando inziate a fare quote su quote è una bella sfida alla mia scarsa capacità di concentrazione  :'(
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Aliena

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #62 on: January 17, 2012, 18:59:05 pm »
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Se volete parlare del raduno, aprite pure un thread nella sezione "gruppi di allenamento"
High-functioning sociopath. With your number.


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Offline GiBi

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #63 on: January 17, 2012, 21:22:27 pm »
0
Sarebbe interessante capire quali esperienze hanno, nel processo creativo di formalizzazione di un'Arte, spinto in una direzione piuttosto che in un'altra.


Come uso spesso dire, si è persa memoria storica.
Faccio un 3D spin off, così proseguiamo lì (tempo di mettere giù un pò di righe)  :)

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Offline Dynamic

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #64 on: January 18, 2012, 11:22:45 am »
+2
-Nel WT la prima cosa che ho capito essere fondamentale è la connessione del corpo per fare in modo che sia una cosa sola.

-Senza questa condizione nessuna forza sarà in grado di spostarci (quando siamo già a contatto).

Non me ne voglia Roby se intervengo in un suo post dedicato al wing  :halo:

Ad ogni modo leggevo l'intervento e mi hanno incuriosito i due punti sopra citati. Il primo anche per come è formulato mi ricorda "una certa didattica usata nel WT da un certo Maestro" (forse però mi sbaglio :P)... Questa idea di "connessione" in realtà è stata, UMHO, presa dal principio di Tensegrità e adattata sul WT... il problema di tutte queste didattiche è che complicano ulteriormente già un lavoro di per se complicato (da portare nella pratica).

La tensegrità è un principio dell‘architettura sviluppato nel 1948 da R.Buckminster Fuller. Una struttura tensegrita è caratterizzata da un insieme tensile continuo unito ad un insieme discontinuo di elementi comprimenti. Senza tirarla lunga, questo video spiega abbastanza bene l'idea che vi sta dietro questo principio:

2 Fascial Tensegrity

Sviluppando questo principio ogni singola sezione è dipendente, ma allo stesso tempo anche indipendente, da tutte le altre... ogni "stimolo" che viene applicato su una singola area si ripercuote su tutta la struttura... in questo modo il corpo è una cosa sola, ma ogni singolo "pezzo" è anche "segmentato ed indipendente" dagli altri... in questo modo è possibile "adattarsi" al movimento altrui (ammesso che la nostra ricerca ci porti in quella direzione)

Circa il secondo punto ritengo l'idea del "radicamento" molto pericolosa... nel senso che molto probabilmente se siamo "fermi"/immobili/inamovibili e quindi per in nostro avversario risulterà difficile spostarci, sarà anche vero il contraio: per muoverci faremo molta fatica e i nostro spostamenti risulteranno più pesanti e lenti.
"Change involves carrying out an activity against the habit of life"


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Offline Bingo Bongo

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #65 on: January 18, 2012, 12:00:01 pm »
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-Nel WT la prima cosa che ho capito essere fondamentale è la connessione del corpo per fare in modo che sia una cosa sola.

-Senza questa condizione nessuna forza sarà in grado di spostarci (quando siamo già a contatto).

Non me ne voglia Roby se intervengo in un suo post dedicato al wing  :halo:

Ad ogni modo leggevo l'intervento e mi hanno incuriosito i due punti sopra citati. Il primo anche per come è formulato mi ricorda "una certa didattica usata nel WT da un certo Maestro" (forse però mi sbaglio :P)... Questa idea di "connessione" in realtà è stata, UMHO, presa dal principio di Tensegrità e adattata sul WT... il problema di tutte queste didattiche è che complicano ulteriormente già un lavoro di per se complicato (da portare nella pratica).

La tensegrità è un principio dell‘architettura sviluppato nel 1948 da R.Buckminster Fuller. Una struttura tensegrita è caratterizzata da un insieme tensile continuo unito ad un insieme discontinuo di elementi comprimenti. Senza tirarla lunga, questo video spiega abbastanza bene l'idea che vi sta dietro questo principio:

2 Fascial Tensegrity

Sviluppando questo principio ogni singola sezione è dipendente, ma allo stesso tempo anche indipendente, da tutte le altre... ogni "stimolo" che viene applicato su una singola area si ripercuote su tutta la struttura... in questo modo il corpo è una cosa sola, ma ogni singolo "pezzo" è anche "segmentato ed indipendente" dagli altri... in questo modo è possibile "adattarsi" al movimento altrui (ammesso che la nostra ricerca ci porti in quella direzione)

Circa il secondo punto ritengo l'idea del "radicamento" molto pericolosa... nel senso che molto probabilmente se siamo "fermi"/immobili/inamovibili e quindi per in nostro avversario risulterà difficile spostarci, sarà anche vero il contraio: per muoverci faremo molta fatica e i nostro spostamenti risulteranno più pesanti e lenti.
Questo è un post che da valore aggiunto.
La spiegazione di un principio fondamentale nel WC, ma direi nell'AM, ma direi di un corpo che si muove con efficienza, quindi direi un principio molto BC.
Sul radicamento sono d'accordo. Il mio secondo punto è conseguenza del rispetto del primo in questo contesto particolare dove l'assetto richiede un'apperente rigidità posturale.
Aggiungo anche che questo principio è applicato (oltre che allenato) anche in diversi metodi di allenamento.

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Offline robyhhh

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Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #66 on: January 18, 2012, 13:19:34 pm »
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Il "radicamento", va ricercato nella "mobilità", non certo nella "staticità".

Nel wing chun (non nel WT quindi) il controllo dei gomiti è un pricipio cardine. Così come le uscite laterali, l'usare due braccia simultaneamente, proteggere il centro, ed occupare quello dell'avverario ecc... ecc... Tuttavia ognuno di questi pricipi va applicato in movimento, ed in ogni direzione a seconda delle necessità.

Di solito l'avversario cerca di ruotare per girarci intorno, sottraendosi al controllo del gomito per esempio, così come cercherà di indietreggiare sotto pressione oppure avanzare se la pressione nei suoi confronti è insufficiente. Orbene nel wing chun tra colpi e controlli non c'è alcuna alcuna differenza sostanziale. In entrambi va scaricato il nostro peso corporeo, cambiando solo quindi il punto di impatto e di applicazione. Su bersagli vulnerabili i primi, sulle articolazioni primarie i secondi, ed ovviamente nel medesimo istante. Controlli e colpi devono avvenire simultaneamente, ma unitamente al footwork. Un corpo immobile e facilmente vulnerabile. E' forte e resistente, ha "inerzia" in una direzione ma è contemporaneamente vulnerabilissimo in un'altra. Ecco perché occorre molta esperienza per farlo funzionare in un contesto reale e non collaborativo: le direzioni in cui applicare i controlli cambiano anche due o tre volte al secondo.

Nel 99% dei casi, quello chiamato wx che c'è in giro, non controlla. ma spinge. E le spinte possono essere facilmente annullate con un passo soltanto. Ma visto che l'endogamia è una piaga anche nel wx (in pratica, ci si allena sempre e solo contro chi chi fa la medesima cosa), spessissimo non ci si rende conto di questo importante difetto. Tanto più che non si interviene, non solo spingendo invece che controllando, ma non utilizzando almeno due livelli diversi, tra attacco e controlli.

 
L'uomo a volte inciampa nella verità, ma il più delle volte si rialza e tira dritto.

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caiosempronio

Re:Il mio wing chun è differente
« Reply #67 on: January 18, 2012, 13:30:09 pm »
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Rilancio aggiungendo che il radicamento come è stato espresso sopra,dove si parlava di "inamovibilità",è un concetto distorto.Non mi piace particolarmente citarli,ma i classici del taiji parlano di "piedi stabili come montagne e scorrevoli come fiumi".Dunque qua si ritorna,secondo la mia esperienza, al discorso che ha espresso molto bene Roberto a riguardo della distribuzione del peso sulle due gambe.Se si tende a caricare una sola gamba con tutto il peso si avrà una qualche stabilità ma molto aleatoria perchè legata all'entità della spinta che si riceve e al fatto di rimanere sostanzialmente impossibilitati a muoversi,a meno di non gettarsi a propria volta in avanti per cercare di contrastare la spinta dell'altro.E in ogni caso la possibilità di movimento rimane monodirezionale.