...ma allora, che cosa funziona?

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Offline Andy

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #165 on: January 20, 2012, 00:36:42 am »
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Wa No Seishin

Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #166 on: January 20, 2012, 00:59:26 am »
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Fai il bravo...

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Offline Andy

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #167 on: January 20, 2012, 01:12:55 am »
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 :halo:

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Offline Takuanzen

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #168 on: January 20, 2012, 09:17:22 am »
+1
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo  io vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto.  Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Secondo me è la parte in grassetto il centro del discorso...essere specializzati non implica perdere di vista il disegno generale ma semplicemente approfondire un aspetto di una disciplina. Devi comunque essere consapevole di quanto ti circonda e abbastanza flessibile da potertici rapportare altrimenti la specializzazione diventa un grosso limite.

Io credo esistano veramente poche discipline anche nel campo delle AM che affrontano esclusivamente un solo aspetto di quelli da te elencati

Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informassero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po'  quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)
« Last Edit: January 20, 2012, 09:36:57 am by TakuanZen »

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #169 on: January 20, 2012, 09:27:02 am »
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Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informerebbero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po'  quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)

:zan: 

e se tutti studiassero l'italiano   :'(


Comunque ho capito cosa intendi e sono in linea di massima d'accordo. 
« Last Edit: January 20, 2012, 09:31:36 am by giorgia (Zia Illusa) »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile


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Offline Takuanzen

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #170 on: January 20, 2012, 09:31:21 am »
+1
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)

Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo  io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto.  Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:

La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi... :thsit:


Ma infatti su quello nulla in contrario.
Tuttavia spesso molti problemi oramai richiedono un approccio interdisciplinare, che permetta di analizzare i fenomeni da molti punti di vista, come hanno messo in luce ormai da alcuni decenni la cibernetica, la teoria dei sistemi e le teorie olistiche o "teorie della complessità" (come si preferisce dire oggi).

Tornando alle arti marziali, sono d'accordo con voi che persone che fanno un po' di tutto, spesso non approfondiscono nulla e rimangono sempre in superficie di quello che studiano (io ebbi un'esperienza simile con alcune lezioni di JKD Concept...).
L'approccio migliore per me rimane quello di mantenere una buona base in una disciplina o in un settore, di cui si approvano i principi e le metodiche di base e di cui si cerca di padroneggiare il modo specifico di muoversi, rimanendo però aperti al confronto e alla messa in discussione con tutti, che possono magari farti dubitare su alcuni aspetti della tua arte, permettendoti di migliorarla.
In fondo anche tu se non sbaglio ti sei formato nello Yoseikan Budo, che mi sembra che sia una delle arti marziali che ha tentato di sviluppare maggiormente l'aspetto della multifunzionalità, o mi sbaglio? Qualcosa di quell'approccio e di quell'apertura mentale te lo sarai portato dietro anche in quello che fai ora, pur immagino con le dovute critiche, visto che ora ti sei specializzato in ambito DP... :thsit:

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Offline Takuanzen

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #171 on: January 20, 2012, 09:36:11 am »
0

Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informerebbero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po'  quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)

:zan: 

e se tutti studiassero l'italiano   :'(
cato

Comunque ho capito cosa intendi e sono in linea di massima d'accordo.

 ;D ;D ;D ;D ;D ;D

Scusa, mea culpa, mea culpa...."informassero": il congiuntivo è una bestia nera della nostra lingua. Di solito rileggo quello che scrivo, ora invece sto scrivendo di getto e mi sono dimenticato di rileggere. Lo Zanichelli in testa me lo merito. Brava guardiana dell'italico linguaggio!!! XD ;D ;D ;D ;D ;D


Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo  io vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto.  Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Secondo me è la parte in grassetto il centro del discorso...essere specializzati non implica perdere di vista il disegno generale ma semplicemente approfondire un aspetto di una disciplina. Devi comunque essere consapevole di quanto ti circonda e abbastanza flessibile da potertici rapportare altrimenti la specializzazione diventa un grosso limite.

Io credo esistano veramente poche discipline anche nel campo delle AM che affrontano esclusivamente un solo aspetto di quelli da te elencati

Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informassero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po'  quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)
Corretto!! Grazie zia. :sur:
« Last Edit: January 20, 2012, 09:37:52 am by TakuanZen »

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Fanchinna

Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #172 on: January 20, 2012, 09:36:52 am »
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Se lo sapessi te lo dissi

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Offline Bingo Bongo

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #173 on: January 20, 2012, 09:57:40 am »
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@Andreaz
@Xjej

Facciamo così: Per voi eseguire una tecnica il più lentamente possibile mantenendo la tensione del movimento non allena o sviluppa nessuna qualità utile per il combattente. Io dico di no. Se pensate che io dica di no perché non so di cosa sto parlando ribadisco che dico di no. Penso che sia il contrario.
Invece ho finalmente capito che per eseguire una tecnica velocemente bisogna allenarla in velocità. Decisamente illuminante.

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Offline Dipper

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #174 on: January 20, 2012, 09:59:09 am »
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Ad ogni modo, ammettendo la necessità di un approccio interdisciplinare, non è che basta un po' di cultura spicciola, un sacco di credenze tradizionalpopolari (tipo l'onnipresente "i muscoli legano") e quattro cazzate pseudofilosofiche per poter dire di essere un "generico".
Perchè di solito i maestroni parlano di tutto ma non conoscono niente.
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Offline The Spartan

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #175 on: January 20, 2012, 10:18:22 am »
+1
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)

Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo  io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto.  Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:

La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi... :thsit:


Ma infatti su quello nulla in contrario.
Tuttavia spesso molti problemi oramai richiedono un approccio interdisciplinare, che permetta di analizzare i fenomeni da molti punti di vista, come hanno messo in luce ormai da alcuni decenni la cibernetica, la teoria dei sistemi e le teorie olistiche o "teorie della complessità" (come si preferisce dire oggi).

Tornando alle arti marziali, sono d'accordo con voi che persone che fanno un po' di tutto, spesso non approfondiscono nulla e rimangono sempre in superficie di quello che studiano (io ebbi un'esperienza simile con alcune lezioni di JKD Concept...).
L'approccio migliore per me rimane quello di mantenere una buona base in una disciplina o in un settore, di cui si approvano i principi e le metodiche di base e di cui si cerca di padroneggiare il modo specifico di muoversi, rimanendo però aperti al confronto e alla messa in discussione con tutti, che possono magari farti dubitare su alcuni aspetti della tua arte, permettendoti di migliorarla.
In fondo anche tu se non sbaglio ti sei formato nello Yoseikan Budo, che mi sembra che sia una delle arti marziali che ha tentato di sviluppare maggiormente l'aspetto della multifunzionalità, o mi sbaglio? Qualcosa di quell'approccio e di quell'apertura mentale te lo sarai portato dietro anche in quello che fai ora, pur immagino con le dovute critiche, visto che ora ti sei specializzato in ambito DP... :thsit:

L'interdisciplinarità però prevede a un certo livello una pluralità di soggetti portatori di competenza.
Io sposo un criterio in cui se devo "documentarmi" su Boxe e Aikido mi rivolgo a Sunny e Wa.  :thsit:
Il "tuo" sembrerebbe essere quello di chi si affida al famoso Sifù multitask..... :yawn:
Lo Yoseikan, per la mera cronaca, da molti è proprio criticato per il suo approccio multifunzionale che impedirebbe l'approfondimento di x o y...cosa che invece io continuo ad amare perchè mi ha fornito una serie di strumenti utilissimi anche a quello che faccio oggi (nota a margine: e nonostante questo quando ai tempi vedevamo i primi video UFC e i primi video di Vunak e soci avevamo già la consapevolezza della diversità).
YOU WANT SOME?COME GET SOME!
www.spartan-academy.jimdo.com

                      RISE TO THE CHALLENGE!


"Ho tutto il giorno libero!"


The Guy - P.K. & Chris...rustici compari.

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Fanchinna

Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #176 on: January 20, 2012, 10:24:13 am »
0
Ad ogni modo, ammettendo la necessità di un approccio interdisciplinare, non è che basta un po' di cultura spicciola, un sacco di credenze tradizionalpopolari (tipo l'onnipresente "i muscoli legano") e quattro cazzate pseudofilosofiche per poter dire di essere un "generico".
Perchè di solito i maestroni parlano di tutto ma non conoscono niente.

Se colgo bene il senso di questo intervento,
(anche tu hai un modo tuo di esprimerti)
può essere un punto molto interessante

qual'è il rapporto tra quantità e qualità?

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Offline Fabio Spencer

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #177 on: January 20, 2012, 10:42:22 am »
0
Secondo me è meno sconato fare una tecnica lenta e sotto spiego perché.

La parola chiave è tensione nel movimento lento. Lento di qualità

Non intendo la lentezza come necessaria nell'apprendere un movimento complesso che richiede quindi la scomposizione del movimento stesso. Questa lentezza è appunto necessaria per l'apprendimento di movimenti complessi. Interruzione del movimento e uso scomposto del movimento. Niente a che vedere con il movimento lento utile e di qualità.
Quote from: Bingo Bongo
Ho visto maestri di capoiera con fisici impressionati fare tutti i movimenti al rallentatore. Roba che se non senti ogni singola distribuzione della forza da un muscolo all'altro non puoi fare.
Eh siamo da capo. come facciamo a discutere di certe cose se ancora non ti sei sforzato di farti un'idea di certe cose?

Di quali cose dovrei sforzarmi di farmi un'idea? Che cosa non ho capito dai maestri di copoiera?
[/quote]

Cercato di quotare solo le parti di cui mi piacerebbe avere un approfondimento.
Anche io sono convinto che sia importante lavorare anche lentamente e mi ritrovo in concetti come quelli espressi da Bingo Bongo.
Ma Xjej vorrei capire meglio a cosa ti riferisci per favore. :)
Grazie.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Dipper

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Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #178 on: January 20, 2012, 11:20:21 am »
0
Ad ogni modo, ammettendo la necessità di un approccio interdisciplinare, non è che basta un po' di cultura spicciola, un sacco di credenze tradizionalpopolari (tipo l'onnipresente "i muscoli legano") e quattro cazzate pseudofilosofiche per poter dire di essere un "generico".
Perchè di solito i maestroni parlano di tutto ma non conoscono niente.

Se colgo bene il senso di questo intervento,
(anche tu hai un modo tuo di esprimerti)
può essere un punto molto interessante

qual'è il rapporto tra quantità e qualità?
Mi esprimo in maniera diretta, mi rendo conto, perchè dove sono non ho la tranquillità necessaria per formulare nelle perifrasi.
Il rapporto quantità e qualità non so dirti se c'è e se è definito.
Di sicuro è bene avere delle specializzazioni se si vuole una preparazione di qualità, quindi io sono per la suddivisione dei compiti, soprattutto tecnico (magari suddiviso anche questo in striking, lotta ecc.) e atletico.
Certo è che se il preparatore tecnico non ha un minimo di cultura necessaria (va bene generica, ma deve essere fondata e attendibile per lo meno) andrà comunque incontro a grossi errori, tipo appunto ritenere che l'aumento di massa muscolare sia d'impiccio per elasticità o velocità.
Laddove non sia possibile essere seguiti da uno staff allora è bene che il maestro sia uno sveglio e recettivo, che si acculturi e che eventualmente chieda delle consulenze a chi ne sa di più.

Quindi, qualunque siano gli scopi e le possibilità io sono per lo studio e l'informazione.
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Fanchinna

Re:...ma allora, che cosa funziona?
« Reply #179 on: January 20, 2012, 11:34:35 am »
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Quindi, qualunque siano gli scopi e le possibilità io sono per lo studio e l'informazione.

su questo non ci piove
qui, tra l'altro, entrerebbe in gioco la responsabilità delle federazioni che, a prendere soldi sono brave
ad organizzare corsi di aggiornamento che servano veramente ad aggiornare e non a ciucciare soldi un pò meno

detto questo l'elemento di discussione interessante è sempre quello:
Gigino fonda un sistema nuovo
che vuole essere moderno ed efficace in tempi ragionevoli
beh allora dovrà, probabilmente, circoscrivere bene il raggio d'azione
per focalizzare il lavoro e dargli consistenza qualitativa
(oltre ad evitare di mescolarsi con i falsi guru che si dichiarano maestri di vita e tuttologi)
(cosa che mi pare già oggi un pò tradita)

inoltre dovrà giustamente documentarsi bene su quei pochi aspetti che avrà deciso di sviluppare