Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici...
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso...
La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi...
Ma infatti su quello nulla in contrario.
Tuttavia spesso molti problemi oramai richiedono un approccio interdisciplinare, che permetta di analizzare i fenomeni da molti punti di vista, come hanno messo in luce ormai da alcuni decenni la cibernetica, la teoria dei sistemi e le teorie olistiche o "teorie della complessità" (come si preferisce dire oggi).
Tornando alle arti marziali, sono d'accordo con voi che persone che fanno un po' di tutto, spesso non approfondiscono nulla e rimangono sempre in superficie di quello che studiano (io ebbi un'esperienza simile con alcune lezioni di JKD Concept...).
L'approccio migliore per me rimane quello di mantenere una buona base in una disciplina o in un settore, di cui si approvano i principi e le metodiche di base e di cui si cerca di padroneggiare il modo specifico di muoversi, rimanendo però aperti al confronto e alla messa in discussione con tutti, che possono magari farti dubitare su alcuni aspetti della tua arte, permettendoti di migliorarla.
In fondo anche tu se non sbaglio ti sei formato nello Yoseikan Budo, che mi sembra che sia una delle arti marziali che ha tentato di sviluppare maggiormente l'aspetto della multifunzionalità, o mi sbaglio? Qualcosa di quell'approccio e di quell'apertura mentale te lo sarai portato dietro anche in quello che fai ora, pur immagino con le dovute critiche, visto che ora ti sei specializzato in ambito DP...