Seagal forse ancora oggi farebbe il culo alla metà abbondante dei suoi detrattori, di cui un 3/4 debitori del fatto che se la gente nn li ha lasciati soli è proprio grazie a lui...al tempo ovviamente.
La mia critica è all'attore, produttore e autore.
Il livello della scrittura, sia nei dialoghi, sia nella costruzione dei personaggi e delle storie, è di un livello meno che elementare.
Un pò come certi cantanti nostrani che cantano sempre la stessa canzone, rimescolata grossolanamente sia nel ritmo, sia nella melodia, sia nei testi, buttandoci sempre dentro quelle quattro parole che fanno tanto poesia, tipo l'attimo, il sospiro, la lacrima, ce la farò....
Il peggio poi, lo da quando nutre il suo ego attraverso i film, come quello che dice "il mio difetto è che sono troppo buono" e non si accorge che dovrebbero essere gli altri a dirlo e se non lo fanno una ragione ci deve essere, lui si da del duro, se lo fa dire dai peronaggi con cui interagisce, si fa fare plateali manfrine di venerazione, dalle donne come dagli uomini, che siano poliziotti, detenuti o passanti, mentre dovrebbe essere il pubblico a dire e pensare quelle cose vedendo i suoi film.
In questo lo trovo insopportabile, negli stereotipi e nel narcisismo infantile con cui si incensa, recitando sempre lo stesso personaggio, nelle stesse situazioni, con le stesse battute, stessi esiti, cambiando la location, un pò come i cinepanettoni di Boldi e De Sica.
Come marzialista non dico nulla, se non che l'Aikido lo ha mollato abbastanza in fretta (cinematograficamente) in favore di altre cose più "santonistiche".