Raccontaci Nicola
Piccola parentesi sul mondo dell'editoria.
Conosco l'ambiente per ragioni professionali, non certo per il mio libricino.
Proprio perchè ho potuto vedere e capire certe dinamiche , ho evitato di tentare qualsiasi approccio, autopubblicandomi sul sito che ho usato per comporre e stampare il libro.
L'editoria non è dissimile dalla discografia, arrivano un numero di manoscritti enormemente superiore a quelli che è possibile visionare (o ascoltare parlando di CD) e destinati a un posto d'onore in un scatolone.
Chiaramente molto di quel materiale che viene inviato alle case editrici....fa cagare, ma in mezzo ci possono pure essere dei buoni prodotti.
A quel punto diventa fortuna, oppure si è già parte di un progetto.
L'autore che sforna 10 o 15 titoli da 600 pagine, beh non è che convinca molto, sempre che (come poi accade) non ci sia un team di lavoro dietro.
Basta leggere, per esempio, "il codice Da Vinci" per notare quanta distanza ci sia fra il volume e il suo ultimo capitolo, approssimativo, frettoloso, chiuso in qualche maniera, come se l'autore avesse ricevuto un out out per consegnare.
La prima impressione che mi ha dato, è stata che quello fosse il solo capitolo scritto di pugno dall'autore, mentre il resto fosse un lavoro in team.
Ma più frequentemente ancora, il punto è nella parte commerciale, quando l'editore stabilisce "chi" pubblica e non "cosa", costruendogli attorno un progetto, investendo soldi in copie anzichè in promozione.
Le "copie vendute" sono come manna dal cielo, fanno assai più della pubblicità, perchè quella fascetta riportante "best seller, già x000 copie vendute" spinge all'acquisto moltissima gente che gira per le librerie.
La gente non si domanda come sia possibile che, quel romanzo apparso oggi sullo scaffale, che ieri non c'era, abbia già venduto, ad esempio, 200.000 copie, che sia già best seller!
Quando le avrebbe vendute tutte quelle copie?
A meno che non siano acquistate dall'editore e dall'autore, in modo da metterci su la fascetta.
Succede con i dischi, per i quali far promozione in radio ha costi proibitivi, mentre l'investimento (pensate ai premi dei Talent Show) in copie del CD, magari 50.000, produce il disco d'oro, la vetta della classifica, quindi la promozione gratuita, perchè le radio passano la classifica in ogni caso.
Ma anche li, nessuno si domanda come faccia il disco pinco pallo, a uscire oggi e andare oggi stesso primo in classifica.
Io ho preferito fare d me, non è il mio lavoro e non ci devo campare, voglio che rimanga una passione e mi tengo alla larga da quell'ambiente.