Valgono gli ibùc?
Ne ho scritto uno, edito poco fa dal primo editore italiano di libri non su supporto cartaceo, (che a me invece piace tanto perché lo posso annusare -ebbene sì, annuso i libri e lo faccio anche con una certa lascivia...
- e tenere fisicamente in mano
).
In realtà, trattasi
non di un romanzo bensì di un saggio sul massaggio ayurvedico e, secondo me, l'unica cosa positiva dell'ibùc è che puoi mettere i link per scaricare i video; nel mio caso si tratta di brevi video dove spiego le manovre passo passo su una ragazza carina e ovviamente molto discinta, nella fattispecie Aliena, che si è gentilmente prestata aggratis e che colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente (e alé lanciata l'esca per aumentare il numero di copie vendute!
-o piratate e fatte circolare illegalmente...
-).
Non è vero. Ci avevate creduto? La ragazza carina molto discinta c'è, ma non è Aliena. Trattandosi di un saggio, trovo che scrivere non risulti troppo difficile dato che hai un canovaccio da seguire e, se possiedi l'argomento, sai tutto ciò che devi scrivere quasi fin da subito. Come diceva Appio Claudio Non Vedente, ma forse invece era Catone il censore: "Rem tene, verba sequentur", la qual cosa in effetti è di grande aiuto.
L'unico frullamento di cappasisi è impostare la scaletta in modo organico. Attualmente mi tengo in esercizio scrivendo su cose serie ma in modo faceto su un forum di trading e pare che il mio stile fanculistico scazzante attiri anche nei post lunghi e tecnici. Buono a sapersi: vorrà dire che raccoglierò tutti i miei 3d e li metterò in una raccolta
Per quanto riguarda la mia esperienza con l'ibùc di cui sopra, la cosa che mi ha infastidito di più è la struttura un po' infantile che ho dovuto per forza seguire (tipica di ogni ebook di questa casa editrice) e il dover impostare i titoli dei capitoli in un certo modo, cose che mi facevano pensare che stessi scrivendo un testo per minus habentes; dato però che gli "esperti" erano loro ho solo fatto presente la cosa, adeguandomi per alcuni capitoli e rifiutandomi del tutto per quello più di taglio pratico-descrittivo.
Quanto invece allo scrivismo romanzistico, mi sto gingillando con l'idea di un testo storico-esoterico pratico, dove le cose scritte siano reali più che verosimili, ovvero appartenenti a tradizioni radicate e precise, che ho approfondito nel corso degli anni, e che vanno da oriente a occidente, passando anche per l'Africa nera e quella mediterranea.
Ho tutto chiaro in mente ma mi manca il riempitivo al quale penserò poi pagina scrivendo (se Baglioni dice "strada facendo", rivendico il diritto di scrivere "pagina scrivendo"
).
Nel frattempo, la mia pigrizia mi lascia coltivare mentalmente storie da aggiungere via via quando avrò voglia di riprendere in mano la questione
Come metologia compositiva, penso di seguire quella di scrivere una pagina al giorno, o un paio se ne ho voglia: in capo ad un anno, se riesco ad essere costante ovviamente, potrebbe venire fuori un testo di circa 400 pagine. E' la metodolgia zen wu wei dello zero sbatti e magari dovrei brevettarla. Se solo ne avessi voglia...
In ogni caso, quando diventerò ricco e famoso state pure tranquilli che mi ricorderò di voi e vi segnalerò al mio editore