Sono le eterne leggende che cercano di mettere in stretta correlazione arti cinesi e jujutsu nipponico, forse alimentate anche da coloro che, pur entrandoci come i cavoli a merenda, fondano nei loro sistemi di dubbia provenienza miscelandole con gendai budo nipponiche, arti cinesi e che per comodità chiamano poi jujitsu. Fermo restando che ci sono fior fiore di scuole tradizionali antecedenti alle epoche elencate che annoverano nei loro sistemi tecniche di combattimento a mani nude (tipo il Katori Shinto Ryu), anche le prime cronache come il nihon-shoki riportano di sistemi di lotta che gli studiosi ritengono antenati comuni sia del sumo moderno che del jujutsu,chiamato chikara-kurabe,. Secondo quanto riportato sembra che questi metodi di lotta fossero abitualmente praticati in molte famiglie di rango (i cui rampolli non primogeniti costretti a crearsi una posizione nelle provincie "barbare" furono gli antenati della classe bushi). Queste conclusioni di riferiscono all'episodio in cui due lottatori, ognuno dei quali campione ciascuno di un pretendente al trono imperiale, decretarono in un incontro di lotta la vittoria e il diritto di successione di quello che diventerà l'imperatore Seiwa. Ancora prima un incontrosimile, sempre secondo il nihon-shoki, fu organizzato alla corte dell'Imperatore Suinin, undicesimo in successione della storia nipponica dove due noti campioni si affrontarono in una forma di lotta senza esclusione di colpi tanto da rivelarsi mortale per il lottatore perdente. Una simile impostazione di lotta priva di regole non può non richiamare alla mente il jujutsu militare successivo che si impose come componente a mani nude dell'addestramento dei samurai. Per tale ragione ritengo molto più corretto mettere in correlazione il jujutsu con l'antesignano dell'odierno sumo, raffinata disciplina di lotta che condivide le stesse radici originali delle lotte tipiche delle popolazioni altaiche (come la lotta mongola, guardacaso similare in alcuni suoi aspetti al sumo) e che sono una delle tante conferme dell'affinità genetico-culturali dei giapponesi con le popolazioni delle steppe asiatiche piuttosto che ricercare fantasiosi legami esterni alla cultura autoctona nipponica. I cinesi, con la loro indubbia influenza sul resto dell'asia, potranno aver indubbiamente influenzato molti aspetti culturali sopratutto durante le riforme di Shotoku Taishi, ma non misero mai in crisi le forme più intime del preesistente sistema di vita legato alle radici altaiche del poplo nipponico legato al culto delle forze della natura e al legame dei clan uji, tutte caratteristiche autoctone giapponesi comuni con i popoli nomadi dell'asia settentrionale.