La struttura della pratica

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Offline 笨笨

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La struttura della pratica
« on: January 22, 2012, 10:47:28 am »
0
Ieri sera stavo leggendo un bel libro sullo Hojo Undo, scritto da un allievo inglese ("live in student", pare) di lunga data del fu Miyazato Eiichi, tale Michael Clarke.

Tra le varie cose, mi ha colpito un dettaglio interessante: secondo Clarke, mentre l'allenamento del karate in Giappone si fonda sulle "tre K" (kihon, kata, kumite), l'allenamento tradizionale (antico?) a Okinawa era fondato su quattro pratiche: Junbi Undo, Hojo Undo, Kata, Bunkai.

La cosa mi ha interessato perché non vi si fa menzione del Kihon, né del kumite (le nostre mazzate), che pure è presente oggi, a quel che ne so, nella pratica nostrana delle forme di Okinawa.

Che ne pensate?

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muteki

Re:La struttura della pratica
« Reply #1 on: January 22, 2012, 11:08:52 am »
0
confermo. le tre k sono introduzione successiva.

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Offline 笨笨

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Re:La struttura della pratica
« Reply #2 on: January 22, 2012, 11:30:16 am »
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Quindi la pratica di Okinawa oggi si è modernizzata sull'esempio giapponese?


[cioè sulle tre "k" che sono, a memoria, ispirate alla pratica del kendo?]

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Joker

Re:La struttura della pratica
« Reply #3 on: January 22, 2012, 12:11:00 pm »
0
Confermo pure io  :thsit:

Quindi la pratica di Okinawa oggi si è modernizzata sull'esempio giapponese?

(cioè sulle tre "k" che sono, a memoria, ispirate alla pratica del kendo?)

In parte. Parlo solo per uno dei 3 principali stili tradizionali (Uechi, Shorin, Goju), il Uechi appunto. E' vero che oltre ai kata, da sempre presenti, sono stati introdotti kihon e kumite sportivo. Allo stesso tempo sono conservati junbi undo e hojo undo. Nel dettaglio le 3 k:

KIHON. Da quello che faccio e ho visto finora, junbi undo e hojo undo sono ancora gli esercizi dominanti; i kihon vengono allenati con minor frequenza, non tutte le lezioni. In particolare, i kihon sono eseguiti in modo piuttosto fluido e pratico perché considerati propedeutici al kumite libero....ci sarebbe tanto da aggiungere sulle differenze tra kihon giapponese e kihon di Okinawa, ma per ora lasciamo perdere.

KATA. Come già detto ci sono sempre stati, ma in verità non tutti. Fino a 50-70 anni fa gli stili tradizionali avevano pochi kata, quelli più complessi (e sanchin); il resto della preparazione era affidata a junbi undo, hojo undo e kumite prearrangiati. Da allora, in tutti gli stili tradizionali, sono stati creati i così detti kata propedeutici, forme semplificate dei kata avanzati. Per esempio nel Uechi-Ryu i kata sono passati da 3 a 9, ma è stato simile anche per Goju e Shorin. 

KUMITE. Argomento difficile, su cui potrei sbagliare ==> prendere le mie parole con le pinze. Per quanto ho capito finora, il kumite antico era concepito in 3 modi: Kata Bunkai, Yakusoku kumite e Ju Kumite. I primi due sono in sostanza la stessa cosa: sequenze fissate che simulano un reale combattimento. La differenza è che nello yakusoku kumite si studiano applicazioni con un solo compagno (disarmato), mentre i kata bunkai includono scenari contro più avversari e magari armati. Infine, il Ju kumite è un combattimento libero in cui è permesso più o meno tutto, ma si cerca di lavorare sulla pulizia tecnica e non si colpisce a contatto pieno. Con l'avvento del combattimento sportivo, il jiyu (ippon) kumite, ho visto che il ju kumite si vede sempre più raramente (con mio rammarico), ma è anche vero che nei tornei di kumite sportivo organizzati dalle federazioni di tradizionale, ad Okinawa, viene dato punto anche per tecniche come il mae geri, che in altri stili non ho mai visto fare negli ultimi 30 anni. Penso che anche il kata bunkai sia praticato meno frequentemente di un tempo.



 :)

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muteki

Re:La struttura della pratica
« Reply #4 on: January 22, 2012, 13:43:40 pm »
0
è cosa abbastanza nota ke kihon e jiyuu kumite furono introdotti tardivamente e in area nipponica. personalmente non ritengo la cosa sbagliata purché essi non diventino il cuore esclusivo della pratica


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Joker

Re:La struttura della pratica
« Reply #5 on: January 23, 2012, 15:33:38 pm »
0
Mi sono arrivate delucidazioni.  :=)

Innanzitutto, se vogliamo essere precisi, il Uechi-Ryu comprende 8 kata, solo la federazione a cui appartengo ne ha 9.

Ma la novità succosa riguarda il kumite: in realtà dipende molto dalla federazine di appartenenza. Quelle moderne hanno optato per il jiyu kumite (sportivo), ma sembra che altre federazioni concepiscano ancora competizioni di ju kumite libero, pure con contatto pieno. (Non chiedete esempi perché in rete non ne trovo  >:()

C'è infine il discorso per cui, per molti karateka,  Hojo Undo/Kihon sono la stessa cosa. Ne avevamo discusso in un altro topic mi sembra...

 :)
« Last Edit: January 23, 2012, 15:40:11 pm by Jolly Roger »

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Offline Inu

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Re:La struttura della pratica
« Reply #6 on: January 23, 2012, 15:48:43 pm »
+1

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Joker

Re:La struttura della pratica
« Reply #7 on: January 24, 2012, 09:59:22 am »
0
 :sur: Finalmente! Grazie per averlo trovato, un appoggio  ;)

Per quanto ho sentito, dovrebbe essere la versione sportiva dei ju kumite che si fanno/facevano nei dojo come allenamento. E mi sembra che il regolamento sia misto: in parte full contact, in parte a punti no contact (a seconda della pericolosità delle tecniche). Penso che questo contribuisca a portarli un po' a smanacciare al volto. (i pugni al volto sono no contact ma fanno punto).

 :)

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Offline Davide.c

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Re:La struttura della pratica
« Reply #8 on: January 24, 2012, 20:14:28 pm »
0
Somiglia un po' anche al modo di fare che abbiamo noi =)
- Fondatore del dojo rinnegato e della BUFF Caverna
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Offline Inu

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Re:La struttura della pratica
« Reply #9 on: January 24, 2012, 21:53:08 pm »
0
:sur: Finalmente! Grazie per averlo trovato, un appoggio  ;)

Per quanto ho sentito, dovrebbe essere la versione sportiva dei ju kumite che si fanno/facevano nei dojo come allenamento. E mi sembra che il regolamento sia misto: in parte full contact, in parte a punti no contact (a seconda della pericolosità delle tecniche). Penso che questo contribuisca a portarli un po' a smanacciare al volto. (i pugni al volto sono no contact ma fanno punto).

 :)

Di niente, figurati  ;) l' Uechi Ryu è uno stile che mi è sempre piaciuto.


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Offline Dipper

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Re:La struttura della pratica
« Reply #10 on: January 24, 2012, 23:12:59 pm »
+1
Tralasciando i giudizi sugli atleti, il regolamento mi convince sì e no. Credo che sia molto difficile combattere naturalmente potendo colpire solo una parte e dovendosi fermare nell'altra, secondo me provoca un continuo corto circuito mentale negli atleti e si vede anche abbastanza anche tra quelli piuttosto in gamba.
Preferisco un regolamento più univoco, che sia point o full, anche con restrizioni di bersagli e / o protezioni, ma meno artificioso.
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Joker

Re:La struttura della pratica
« Reply #11 on: January 25, 2012, 10:27:20 am »
0
Io sono d'accordo, ma diciamo che è già un passo avanti rispetto a fare solo yakusoku  ;)

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Offline Dipper

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Re:La struttura della pratica
« Reply #12 on: January 25, 2012, 11:55:33 am »
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Poco ma sicuro :thsit:
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Offline 笨笨

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Re:La struttura della pratica
« Reply #13 on: January 25, 2012, 21:10:28 pm »
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Qui sono d'accordo. Però - è la solita, annosa questione, dibattuta da un secolo e forse senza risposta - perché fino alla fine dell'800 bastavano kata e bunkai, mentre oggi se non si fa kumite non si è nulla? Che cosa è cambiato?


...penso in questo senso anche alle koryu del bujutsu giapponese, con un caveat: quando ancora vivevo a Osaka, gli amici kendoka mi dicevano candidamente che i praticanti "classici" di katori shinto ryu, o di itto ryu, quando partecipavano alle gare di kendo, era molto forti e pericolosi...

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Joker

Re:La struttura della pratica
« Reply #14 on: January 25, 2012, 21:45:44 pm »
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Qui sono d'accordo. Però - è la solita, annosa questione, dibattuta da un secolo e forse senza risposta - perché fino alla fine dell'800 bastavano kata e bunkai, mentre oggi se non si fa kumite non si è nulla? Che cosa è cambiato?





...penso in questo senso anche alle koryu del bujutsu giapponese, con un caveat: quando ancora vivevo a Osaka, gli amici kendoka mi dicevano candidamente che i praticanti "classici" di katori shinto ryu, o di itto ryu, quando partecipavano alle gare di kendo, era molto forti e pericolosi...


Non è così vero. Il ju kumite, all'interno del dojo, nel karate antico era ben praticato.

Per quel poco che so, anche nelle scuole di kenjutsu si praticavano forme di combattimento con shinai/bokken, una versione primitiva del kendo. Il problema è stato l'avvento della modernità, con tutto quello che ha portato, che in certi casi ha rovinato lo spirito della pratica. Ma non dappertutto, per fortuna

 :)