Piccoli aneddoti su Sawai per inquadrare il personaggio e l'intensità della sua pratica(già postati in tempi remoti su FAM,chiedo scusa a chi li ha già letti).
-due allievi combattono,uno proietta l'altro e mima il colpo finale alle costole esposte.
Sawai osserva la scena e lo redarguisce:"perché ti sei fermato?"
"maestro?"
"perché ti sei fermato?colpiscilo e rompigli le costole;è facile da quella posizione!"
l'allievo(ovviamente)esita,e guarda il compagno immobile e terrorizzato.
Sawai insiste:"noi parliamo sempre di quanto sia estremo
il combattimento reale,e di tecniche che rompono le ossa;ma parlarne è inutile se non si fa l'esperienza del romperle realmente.Ora rompigli le costole!"
L'aneddoto vuole che l'allievo alla fine obbedì.....
-Sawai aveva le sue teorie sul combattimento.
Sosteneva fra le tante:"parare i calci,per come normalmente vengono tirati,è inutile;si può ignorare la tecnica di calcio correndo semplicemente addosso a chiunque alzi la gamba da terra".
In linea di massima ciò è abbastanza valido.
Tant'è che il taiki ken(contaminazioni karateistike recenti a parte)ha pochi calci,con tendenza "spedatante",contenuti nei passi.provate se volete(io l'ho fatto,e funziona;l'avversario incespica se è in fase di caricamento e cade a terra o perde l'equilibrio all'indietro se vi sta colpendo).
Ovviamente non è un assoluto;e Sawai si beccò in primis l'eccezione che conferma la regola:in tarda età,giusto pochi anni prima della sua morte,combattendo con un allievo si prese un calcione spedatato nel ventre;andò giù,e dovettero portarlo in ospedale dove fu operato,drenandogli un ematoma.
Sawai comunque non perse tempo;il giorno dopo firmò per uscire dal ospedale contro il parere dei medici e si recò al dojo....per combattere contro l'allievo che lo aveva calciato.
Sawai conosceva evidentemente molto bene la regola delle cadute da cavallo.....