Altro che onori della cronaca - a sentire i CC questo che vo a raccontarvi è un fatto all'ordine del giorno.
Oggi mi attardo un poco a scuola, per sbrigare qualche scartoffia. Esco verso le 5:15 per trovarmi, di fronte al cancello, due studenti terrorizzati. Mi dicono che sono stati aggrediti, che hanno rubato loro il portafogli. Li porto dentro, in segreteria, chiamo la polizia*, e poi, in attesa delle forze dell'ordine, li ascolto. Così mi raccontano che, all'uscita da scuola, due ragazzini intorno ai quindici anni si sono staccati da un gruppone che passeggiava lì accanto, li hanno raggiunti e minacciati con coltelli alla gola (uno aveva ancora il segno - un taglietto dove la lama era stata "appoggiata") e si sono fatti consegnare i soldi, il cellulare...
Ora, la cosa mi ha fatto pensare, e non poco - gli aggressori sono coetanei dei miei studenti. Ma sono anche quindicenni che hanno probabilmente trascorso quindici dei loro anni sulla strada. E sono armati di coltello. Dalle mie parti, questo significa che quei quindicenni sono molto più pericolosi del sottoscritto (per fare un esempio) che ha più del doppio dei loro anni e che ha passato quasi trent'anni a studiare e praticare varie marzialitudini. E se fossi uscito dieci minuti prima, se avessi assistito all'aggressione? Per legge - e obbligo morale - sarei dovuto intervenire. Ma come gestire un ragazzino che ha appoggiato la lama del coltello alla gola di un suo coetaneo?
[Lascio perdere il caso di un attacco di coltello rivolto a me: come affrontarlo? Non intendo la realtà "da palestra", intendo l'attacco reale, cattivo, da strada, con lama vera e chi la gestisce ha imparato a usarla proprio per strada e non ha nulla da perdere e ha l'incoscienza di un adolescente, mentre io ho a casa moglie e figlio... un amico marzialista, alto grado del karate nostrano, sul treno mi dice: ma tu, lo so, avresti fatto così e così... e io lo ascolto, e non ci credo...]
*Rientrato a scuola con i ragazzi impauriti, chiamo il 113. Mi risponde un signore molto sbrigativo, che ascolta a metà, mi lascia per chiedere istruzioni, e poi... mi dice "Chiamato 112" e riattacca. Come interpretare? Dopo studi approfonditi di semiotica (l'avrà chiamato lui il 112? devo chiamarlo io?) prendo l'iniziativa e chiamo i CC, che in cinque-dico-cinque minuti ci raggiungono... ora io non ho nulla, ma proprio nulla contro la polizia (e uno zio ispettore in pensione), ma...