Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni

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Offline Darth Dorgius

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Topic ispirato all'annosa questione

"1%" VS "99%"

Premetto che sono una di quelle persone che, quanto parla di stili come il taijiquan, dentro di me so che sto parlando di qualcosa che nel "senso comune"[1] ha un certo significato (perlopiù una ginnastica propriocettiva), mentre io la identifico come un'arte marziale[2] perlopiù sconosciuta.

C'è chi dice che il significato dei termini lo da, appunto "il senso comune". Io sono abbastanza controcorrente in questo... Se dentro di me so che la maggior parte della popolazione identifica "inverter" come condizionatore che ha la possibilità di fare sia caldo che freddo, sento l'esigenza di correggere chiunque usi tale termine in maniera impropria e spiegargli la faccenda.

Gli utlimi topic ispirati al wing chun, in questa sezione, riflettono un po' questo mio pensiero. Da una parte abbiamo il "senso comune" di cosa sia il wing chun (e mi ci metto in mezzo pure io), dall'altro abbiamo una voce solitaria che dice che il wing chun è un'altra cosa. Ora - a prescindere della modalità di discussione, non certo atta a trasmettere qualcosa - mi piacerebbe capire voi come la vedete.

Se dovreste veramente essere a conoscenza che ciò che abitualmente si chiama in un modo in realtà è qualcos'altro... Siete di quelli che per "amor del vero" tendete a "correggere" il senso comune, o vi adattate?
 1. e non parlo solo della gente che non pratica - anzi, in questo discorso penso sia meglio non prenderli in considerazione
 2. Ovviamente io identifico come arte marziale un qualsiasi sistema che possa essere utilizzato in maniera efficacia in un combattimento.
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Aliena

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Offline Kufù

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #2 on: February 01, 2012, 09:59:33 am »
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Siete di quelli che per "amor del vero" tendete a "correggere" il senso comune, o vi adattate?

"correggere" e' una parola grossa

tendo a porgere uno sputo che inviti ad un punto di vista alternativo
Giovane furbino io rispondo agli uomini di paglia con gli uomini di paglia, per il sano principio di non sprecare energie inutili. Nel senso che la puzza di sviamento la sento a km, specie perche' ci conosciamo da un sacco e non spreco energie quando fai le nubi d'inchiostro.

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Offline Fabio Spencer

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #3 on: February 01, 2012, 10:03:22 am »
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Siete di quelli che per "amor del vero" tendete a "correggere" il senso comune, o vi adattate?

"correggere" e' una parola grossa

tendo a porgere uno sputo che inviti ad un punto di vista alternativo
@kufù: dhe hi hi... probabilmente involontaria ma è venuta bene. ;D
@Sølvugle: se si parla di terminologia tecnica tendo ad essere un po' cagac@@@o e specifico l'imprecisione, se si parla di nomi secondo me il significato lo dà, appunto, l'uso comune quindi mi adatto io.

"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Kufù

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #4 on: February 01, 2012, 10:05:22 am »
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@kufù: dhe hi hi... probabilmente involontaria ma è venuta bene. ;D

inutile modificare ora, ormai il danno e' fatto  :'(
Giovane furbino io rispondo agli uomini di paglia con gli uomini di paglia, per il sano principio di non sprecare energie inutili. Nel senso che la puzza di sviamento la sento a km, specie perche' ci conosciamo da un sacco e non spreco energie quando fai le nubi d'inchiostro.


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Offline Jack Burton

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #5 on: February 01, 2012, 10:22:41 am »
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termini come thermos e aspirina dimostrano chiaramente che bisogna adeguarsi all'uso comune del termine.
nel caso specifico della voce solitaria......non mi esprimo.  ;)
Il Coltello si Affila sulla Pietra, l'Uomo si Affila su un altro Uomo.

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Joker

Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #6 on: February 01, 2012, 10:33:46 am »
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Per me dipende essenzialmente dalla persona che ho davanti:

  • Se è completamente digiuno di arti marziali e non ho un rapporto stretto (genitori, ragazza, amico stretto) lascio perdere, anzi evito in tutti i modi di parlare di am. Se invece, pur inesperto, è una persona che mi conosce bene e a cui sto spesso vicino,  sporadicamente mi lascio scappare qualche parola e dopo un po' comincia a capire qualcosa sulla realtà delle am. Peraltro, questo è l'unico modo con cui, in un po' di mesi, sono riuscito a farmi capire e a sfatare un po' di miti sulle arti marziali. Almeno con le persone che frequento molto.
  • Passo ai marzialisti. I miei interlocutori sono di due tipi in genere: quelli che conoscono solo la propria arte e la ritengono perfetta e quelli un po' più accorti, come la gente che bazzica sui forum. Con quelli del primo tempo mi adatto, inutile sprecare fiato. Con gli altri invece sono pignolo e ci tengo a dialogare mettendo tutti i puntini sulle i.



 :)

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urukhai

Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #7 on: February 01, 2012, 11:20:22 am »
+3
Se dovreste veramente essere a conoscenza che ciò che abitualmente si chiama in un modo in realtà è qualcos'altro... Siete di quelli che per "amor del vero" tendete a "correggere" il senso comune, o vi adattate?


Butto giù un po' di pensieri a ruota libera sul tema...


molto dipende dall'interlocutore e dall'argomento...
nel caso del wx per esempio è come combattere contro i mulini a vento...
purtroppo paghiamo lo scotto di una folle politica di marketing fatta negli anni passati...
dove è stato costruito un falso mito fondato sull'egocentrismo e sul celodurismo! >:(


Oramai l'immagine che la gente ha di questa disciplina è questa...
ed è basata purtroppo su anni di episodi reali generati principalmente dai vertici di un monopolio "malato" che li ha fatti direttamente, in alcuni casi li ha imposti come scelta politica o che semplicemente ha permesso che venissero fatti.


E non importa se in quello stesso monopolio potessero esserci delle realtà sane o che oggi esistano molteplici realtà sane che vivono lo stile in modo totalmente diverso sia dal punto di vista delle politiche di marketing che da quello pratico dell'interpratazione dell'Arte.


Secondo me, ora come ora è impossibile cambiare le cose "attivamente": bisognerà aspettare che la gente prima si dimentichi del wx.


Io personalmente mi sono stancato di dire che non mi rispecchio in quest'immagine, intanto è inutile...
ora come ora preferisco "aggirare" i preconcetti...
e tornare agli usi di un tempo...
ho sempre trovato folle questo egocentrismo tipico del mondo del wx dove lo stile, il nome dello stile, ha in un certo senso una sua "vita propria"..
dove spesso l'allievo medio non sa neanche che il wx è semplicemente uno stile di Kung Fu con pro e contro come tanti altri e che tutti gli stili hanno la stessa dignità...

questa importanza data al nome dello stile secondo me rispecchia perfettamente il messaggio egocentrico che gli è associato agli occhi del mondo...
sarà che ho iniziato a praticare in un tempo in cui nelle palestre esistevano Kung Fu, Karate, Judo, etc... e non si dava peso ai lineage ed agli stili... ma solo alla pratica ed al sudore...
per questo motivo ho deciso di tornare al passato e  da un po' di tempo dico semplicemente di insegnare e praticare Kung Fu....
così chi è interessato si avvicina e scopre quello che faccio senza dover subire i "giusti" preconcetti.
Ovviamente in seconda battuta i miei allievi sanno che si tratta di uno stile di KF che si chiama wx, ma per loro non ha importanza il nome dello stile, ma quello che praticano.
 
Le battaglie alla robyhhh non possono per me portare a nulla di buono...
perchè, secondo me, i lettori nel suo modo di porsi rivedono solo l'estremismo, l'assolutismo e l'egocentrismo che da sempre sono associati con quest'arte e che ne hanno distrutto il nome.


La sua irruenza, il suo modo di porsi attancando e criticando gli altri, dove lui solo è il detentore della verità, non fa altro che cementificare quell'idea perchè è un modello visto e rivisto tipico del mondo del wx, che lui tanto critica!


Non si rende conto che così facendo fa semplicemente arroccare il lettore sulle sue posizioni indisponendolo...
e manda al diavolo tutti i suoi sforzi di cercare di veicolare un messaggio diverso.


Per come la vedo io, in una situazione come quella del wx, così radicata e diffusa...
così impostata sull'ego e sull'assolutismo...
non si può cercare di cambiarla usando l'ego e l'assolutismo...
ego su ego, assolutismo su assolutismo, non portano mai a nulla...
ma nemmeno si può difenderla a spada tratta nascondendosi dietro un dito!
Tante accuse che vengono portate hanno purtroppo fondamenti di verità (che oggi possono essere più o meno attuali)...


Dire a parole noi non siamo così, la mia realtà è diversa...
non basta...
bisogna dimostrarlo con i fatti...
ponendosi e "praticando" in modo totalmente diverso dai nostri predecessori...
e, nonostante questo, per farlo ci vorranno anni!


Per come la vedo io, oggi come oggi, non resta che semplicemente esprimere le proprie opinioni con umiltà e competenza, senza smerdare o attaccare, e praticare con passione e serietà ricercando, studiando e perchè no evolvendo quello che si fa in modo da contestualizzarlo ai tempi di oggi...
in modo da aspettare con pazienza di accumulare quel potenziale che con gli anni andrà a cambiare lentamente l'immagine "distorta" che ha il mondo oggi.




Per chiudere facendo una generalizzazione, per come la vedo io per generare un cambiamento non bisogna pretendere di cambiare gli altri, ma dobbiamo semplicemente cambiare noi stessi ed aspettare che questo generi con il tempo un adattamento negli altri. ;)


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Offline GiBi

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #8 on: February 01, 2012, 17:06:47 pm »
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Quoto parola, virgole spazi e pure eventuali errori di battitura di urukai.
Come se lo avessi scritto io.

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Offline Dipper

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Re:Il problema semantico delle definizione degli stili e relative derivazioni
« Reply #9 on: February 02, 2012, 09:17:57 am »
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La questione credo sia molto delicata.
Il "senso comune" non è certamente immune da errori, tutt'altro.
Ma non per questo possiamo relativizzare tutte i concetti pregressi su cui si basa la nostra conoscenza.
O meglio, si può, ma per farlo è necessario avere delle motivazioni valide e dei solidi fondamenti.
Quindi, la differenza innanzi tutto nel provare che non si sta parlando di aria fritta ma di qualcosa di concreto.
Se il senso comune identifica l'inverter come il condizionatore che raffredda o scalda, tu hai tutti gli elementi per poter mostrare che non è così (e dovresti farlo anche con me in questo caso XD).
Se ti si parla di un WC (per puro esempio) come una cosa totalmente diversa da quella comunemente conosciuta, differente sia nel metodo che soprattutto nell'efficacia, credo che prima di tutto si debba portare qualcosa di tangibile.
Una volta che ti si fosse dimostrato che esiste sia nel metodo che nell'efficacia (quindi un WCman che butta giù dei pugili seri, tanto per dire)  un qualcosa, un ahimè numero esiguo di ciò che viene definito WC che effettivamente differisce dal restante ahimè molteplice numero, si entra in una categorizzazione che non ha risposta certa.
se l'ahimè numero esiguo sia WC e il resto no
se l'ahimè numero esiguo non potesse essere definito WC come il restante ahimè molteplice numero
se l'ahimè numero esiguo fosse "WC fatto bene" e il ahimè molteplice numero "WC fatto male"
sono tutte soluzioni in realtà valide perchè entrano in gioco criteri puramente soggettivi (lineage, cultura, tipo di approccio spirituale, diffusione della disciplina, appartenenza o meno ad una federazione...).
継続は力なり 空手の修業は一生である
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