Visto il film.
Premetto che ho vestito quella divisa, poche volte (nel gruppo sportivo i servizi son pochi) ma l'ho vestita.
Ho visto certe cose da dentro nella seconda parte del servizio militare, una volta trasferito a Milano, al 3° Celere.
Li ho potuto vedere agenti irreprensibili, fanatici nostalgici, ragazzini spaventati, insomma di tutto, esattamente come fuori dalla caserma.
Il film mi è parso come la videostoria di una gita in certi ambienti, senza ne inizio ne fine, come farsi una settimana in li dentro e poi venire via per tornare a casa.
Nessun giudizio e nessuna morale, ne buoni ne cattivi, niente eroi, questa è la cosa che ho preferito, il fatto che venga lasciata ogni conclusione al pubblico, senza instillare giudizi di parte.
Ho trovato più esasperazione che violenza, credo si posa intuire il "come mai" di alcune degenerazioni, specialmente quando si vedono le personali miserie di questa gente che, chiamata a fare un lavoro sporco e male organizzato, si deve muovere senza adeguate protezioni, secondo logiche politiche che se ne fregano della realtà più evidente e ovvia.
Allora capita che alcuni si sentano liberi di vestire i panni del giustiziere, spesso rischiando di andare oltre.
Gli ambienti estremi fanno schifo, spesso sfruttano un malcontento vero per poter fare la guerra fine a se stessa.
Insomma, credo che sia una fotografia cinica di un reparto che ha pro e contro, miserie e nobiltà, esattamente come altro nucleo umano, con la differenza che quando i contro si manifestano, le conseguenze hanno molto più risalto.