ACAB

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« Reply #75 on: February 08, 2012, 10:27:05 am »
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« Reply #76 on: February 13, 2012, 14:49:21 pm »
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Visto sabato, che dire, mi è piaciuto, anche se mi aspettavo qualcosa di diverso, più caotico e frenetico.

Invece è molto dilatato nel tempo della pellicola, tanto che se durasse anche solo 5 minuti di più diventerebbe noioso.

Al contrario della critica "colta", io l'ho trovato molto italiano, nel senso che nel cinema anglosassone nessuno avrebbe mai fatto un film così, senza una posizione, senza buoni nè cattivi.

Molto apprezzabile che non c'è nulla di lasciato al caso, tutte le singole inquadrature o parole dei dialoghi sono attentamente curate e ricercate in modo tale che sia tutto assolutamente reale.

Ora sto leggendo il libro, che ovviamente è molto più approfondito e nel quale si scopre che i personaggi del film sono dei collage di diversi elementi caratteriali di vari personaggi del testo. E quando nella descrizione della casa dello "Sciatto"(uno dei personaggi che forma il "Cobra" del film) leggo: "[...] l'elmo dei Lazio Marines, la squadra di football americano di cui era dirigente nel tempo libero.[...]" o gli interventi di "F. da Roma" che "[...] Zoppicava in sintassi. Ma con lui sì che sarebbero decollati. [...]" sulla chat della polizia, scopro che uno dei protagonisti della vicenda lo conosco di persona. E non assomiglia troppo a Favinio XD.
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Offline Andy

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Re:ACAB
« Reply #77 on: February 13, 2012, 14:50:59 pm »
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Sil, ma era lui quello degli incisivi o mi confondo..?  :)

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Offline Sillich

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Re:ACAB
« Reply #78 on: February 13, 2012, 14:58:28 pm »
+4
Se intendi quello degli incisivi del tifoso sì è lui, quello che alle cene con i colleghi della moglie dice di fare il "giellista".

Ma soprattutto quello che nel libro è "autore" di questo bellissimo passaggio:

Penso alla mia vita. Ai quindici anni che ho trascorso in ogni piazza, in ogni stadio dove ci fosse violenza. E ripercorrendola al rallentatore, come in un film, più la rivedo, più la reputo la migliore che potessi vivere.

Faccio il celerino. Non ho detto il poliziotto. Quelli sono un'altra cosa. Fanno il lavoro che gli era stato promesso quando, poco più che diciottenni, si apprestavano a coronare il sogno della loro vita: servire lo Stato e soddisfare il senso di sicurezza che dovrebbe assicurare al suo popolo.

Questo non era il mio sogno.

Scrivere articoli di pregio, o insegnare era forse il mio sogno.

Il contorto meccanismo random che è il destino mi ha portato a bordo di un Ducato. Da quel giorno, il reparto celere, i suoi uomini e le sue regole non scritte, è stato per me il migliore dei mondi possibili.

Quante volte, in questi anni, ho dovuto rispondere al solito, insistente, nenioso quesito: chi te lo fa fare?

La risposta non l'ho mai data. Forse perché a coloro i quali me la facevano non interessava. O forse perché mi avrebbero preso per pazzo.

L'uomo rifugge da ciò che non capisce. O lo liquida come fuori del normale.     

Bene. Forse è proprio questo il punto. Sono un celerino perché sono fuggito da una vita normale.

Una vita normale è per chi non sa cosa significhi sentire il dolce, cattivo rumore degli anfibi che battono l'asfalto.

Una vita normale è per quelli che alla violenza insita nella società rispondono con mera indignazione davanti al Tg delle 20.

Una vita normale è per tutti coloro che si sono arresi alla imperversante ipocrisia del nostro sistema.

Facciamo parte di un sistema in cui il capitale, la massificazione e la tecnocrazia ci fanno spesso dimenticare che siamo uomini e donne che, in quanto tali, abbiamo il recondito e atavico bisogno gli uni degli altri.

Rido pensando alla nostra Costituzione che, tra i molti non rispettati, sancisce il diritto di associazione, malgrado poi non si conosca neppure il vicino di casa.

Ecco. Nel reparto ho trovato una comunità di uomini, con il loro bagaglio di esperienze, con le proprie storie da raccontare. Un gruppo di uomini legati fra loro da un filo invisibile ma forte come l'acciaio.

La forza di questo legame è data dalla consapevolezza, dal sapere. Noi conosciamo tutte le dinamiche di questo gioco fatto a nostre spese dai governanti di turno.

Noi, per loro, non siamo altro che potenziali refertati medici, da dare in pasto alle masse pseudoantagoniste, magari lontano dai loro uffici con parquet e mobili in radica. Il nostro ufficio è la strada. E la strada non ha parquet in terra. Semmai bottiglie rotte e sassi.

Noi conosciamo questo sporco gioco. E questo ci unisce. Ci fa sentire amici, fratelli.

Con i miei fratelli condivido un dogma. Non lasciare spazio alla violenza.

Nessuna retorica, legge speciale, tribuna politica ha mai fermato un sasso scagliato verso di noi.

La violenza si combatte con la forza. La forza di essere Stato. La forza fisica. La forza di sapere che il nostro popolo non può arrendersi.

L'India è lontana e Gandhi non era italiano. Non ha dovuto vivere sessant'anni di democrazia assetata di potere. Dimentica delle reali esigenze del paese.

Quando sei schierato con la tua inadeguata divisa, ma accanto ai tuoi fratelli, di fronte a chi usa la violenza come grimaldello per ottenere qualsiasi diritto, ti senti un privilegiato.

Hai il privilegio di contrapporti alla violenza.

E il privilegio è percepito ancor di più quando la violenza è figlia di quelli che in tribunale vengono definiti «futili motivi».

I «futili motivi» hanno radici nel Graal del nostro sistema. Discoteche dove ubriacarsi fino alle quattro del mattino per poi ammazzarsi addosso a un albero. Droghe che ti tengono il cervello ovattato e uno stadio dove giocare alla guerra con il favoloso optional di un gruppetto di uomini in blu come bersaglio.

Il bersaglio siamo noi. E noi non abbiamo accettato lo status quo. La becera violenza generata da questi finti guerrieri metropolitani non l'avrà vinta sul nostro essere uomini di Stato.

Ogni azione prevede una reazione.

Rido, e con me i miei fratelli, quando le televisioni fanno passare le immagini delle cariche della polizia, mostrando una certa decisione e durezza dell'intervento.

Immagino i «che schifo» e i «così non si fa» dal divano.

L'indignazione di massa è concetto fluttuante.

Un manganello che picchia in testa è da criminali, fino a quando a essere messa in pericolo non è la proprietà e l'incolumità dell'indignato!
« Last Edit: February 13, 2012, 15:13:42 pm by Sillich »
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Re:ACAB
« Reply #79 on: February 13, 2012, 16:03:00 pm »
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Visto sabato, che dire, mi è piaciuto, anche se mi aspettavo qualcosa di diverso, più caotico e frenetico.

Invece è molto dilatato nel tempo della pellicola, tanto che se durasse anche solo 5 minuti di più diventerebbe noioso.

Al contrario della critica "colta", io l'ho trovato molto italiano, nel senso che nel cinema anglosassone nessuno avrebbe mai fatto un film così, senza una posizione, senza buoni nè cattivi.

Molto apprezzabile che non c'è nulla di lasciato al caso, tutte le singole inquadrature o parole dei dialoghi sono attentamente curate e ricercate in modo tale che sia tutto assolutamente reale.

Ora sto leggendo il libro, che ovviamente è molto più approfondito e nel quale si scopre che i personaggi del film sono dei collage di diversi elementi caratteriali di vari personaggi del testo. E quando nella descrizione della casa dello "Sciatto"(uno dei personaggi che forma il "Cobra" del film) leggo: "[...] l'elmo dei Lazio Marines, la squadra di football americano di cui era dirigente nel tempo libero.[...]" o gli interventi di "F. da Roma" che "[...] Zoppicava in sintassi. Ma con lui sì che sarebbero decollati. [...]" sulla chat della polizia, scopro che uno dei protagonisti della vicenda lo conosco di persona. E non assomiglia troppo a Favinio XD.

Tu lo conosci, per me è quasi un fratello... :thsit:
Ma è una persona dalla cultura immensa e dall'eloquio raro...dietro all'altro libro sulla celere e il G8 c'è lui.
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« Reply #80 on: February 13, 2012, 17:32:30 pm »
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Dell'altro libro lo sapevo, in questo immaginavo che potesse esserci, visto che è un personaggio quantomeno caratteristico, ma non mi aspettavo che avesse un ruolo così "importante".
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Offline Rev. Madhatter

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Re:ACAB
« Reply #81 on: February 13, 2012, 19:12:12 pm »
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Chissa' se pensatori tanto lucidi realizzano che il loro servizio allo stato e' in maggiore parte quello di essere bersagli,tanto di pietre quanto di odio.

Che essenzialmente e' connaturato al loro ruolo lo stare "oltre il rubicone",che violenza e vita civile sono volontariamente separate e  l'odio pertanto non sara' solo quello di "antagonisti" e "guerriri urbani",quanto anche quello delle "persone civili".
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

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se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline Andy

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Re:ACAB
« Reply #82 on: February 13, 2012, 21:12:38 pm »
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Chissa' se pensatori tanto lucidi realizzano che il loro servizio allo stato e' in maggiore parte quello di essere bersagli,tanto di pietre quanto di odio.

Che essenzialmente e' connaturato al loro ruolo lo stare "oltre il rubicone",che violenza e vita civile sono volontariamente separate e  l'odio pertanto non sara' solo quello di "antagonisti" e "guerriri urbani",quanto anche quello delle "persone civili".

Da parte di quelli che conosco, fin troppo...
Non posso parlare degli altri...

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Offline Paguro49

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Re:ACAB
« Reply #83 on: February 14, 2012, 08:42:56 am »
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Al 3° Celere ho visto ogni tipo di agente e funzionario, dai più ligi ai più esaltati, molti ufficiali e sottufficiali che scontavano una "punizione" al 3°, ma anche personaggi che difficilmente mi usciranno dal cuore.
In quella caserma rimasero per troppi giorni, gli agenti NOCS del Blitz Dozier, eroi prima e capro espiatorio poi.
Ricordo il modo in cui occorreva imparare a star fermi, a prescindere da insulti, sputi, uova o sassi, fermi finchè non fosse giunto l'ordine di carica.
In quei momenti l'adrenalina va a mille, la paura è tanta, il rapporto numerico ti fa sempre pensare che sarà un miracolo uscirne, così aspetti e ti monta un mix di paura, rabbia e istinto di sopravvivenza, fotografi le facce, quelle che andrai a cercare poi, ma quando scoppia il caos ci sono momenti in cui, vero o no che sia, ti senti del tutto solo e senza appoggi, in mezzo alla bolgia, così l'unico scopo diventa quello di recuperare gli altri, ricompattarsi, menando anche alla cieca per riuscirci, perchè hai paura.
Ma non c'è solo la paura, c'è anche la frustrazione di vedere che il più delle volte, vincono gli altri, che siano teppisti, ladri, nomadi, ultras, balordi naziskin o spacciatori, chiunque siano sono più forti, perchè quando ti dicono "tra due ore son fuori a pisciarti sulle gomme" hanno ragione.
Vedi gente fermata e arrestata anche 20 o 30 volte che esce prima che tu abbia finito di compilare il rapporto.
Allora nasce, in molti, anche quel senso di rabbia e frustrazione dell'avere le mani legate, del non contare un cazzo, quando scopri che viene smantellata una raffineria di coca proprio davanti la caserma della stradale, dopo anni e anni che tutti sapevano, a molti viene la voglia di "fare da sè", la sindrome del giustiziere, specialmente quando vivi una realtà come quella del reparto mobile, gomito a gomito con i soli a pararti il culo, nelle peggio situazioni, proprio dove può nascere la voglia e il bisogno di far squadra.
Ma non basta ancora, perchè c'è altra rabbia e frustrazione da mettere in conto, se un collega muore in servizio te lo chiedi se vale o no la pena rischiar la vita per quello stipendio, che non è mai completo, perchè gli straordinari, le trasferte, sono più miraggi che soldi in busta, anche quando fai 15 o 16 ore di servizio continuativo, che se ti si strappano i pantaloni devi avere mamma che li cuce, oppure impari tu, perchè uno strappo costa richiami e multe.
Insomma li al 3° Celere, ho visto il "dietro le quinte" di ciò che si vede fuori, anche se ero un privilegiato, uno che è uscito poche volte in "battaglia", perchè facevo l'atleta, ma le ricordo bene quelle poche volte.
Ecco io ci ho visto davvero tanto di quella realtà in ACAB, tanto nel bene quanto nel male, con i torti e le ragioni, sia quelle note che quelle meno note.
Mi è piaciuto perchè è davvero poco romanzato.
Un film utile a capire che c'è molto per cui arrabbiarsi, ma c'è anche molto da capire prima di farlo, davvero molto.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Bellerofönte

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Re:ACAB
« Reply #84 on: February 14, 2012, 09:54:19 am »
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Se mi linkate qualche recensione di un radikalchicco italiota a caso scandalizzato e profondamente turbato mi vado a vedere il film di corsa.

PS per i trailer che ho visto mi pare che i luoghi comuni abbondino a dismisura.
"Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."


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Offline Paguro49

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Re:ACAB
« Reply #85 on: February 14, 2012, 10:14:29 am »
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Ti basta leggere e guardare tutto quello che è successo "prima" che uscisse il film, quando in tanti si sono scatenati a giudicare e valutare, oltre che condannare e contestare, un film non ancora visto perchè non ancora uscito. 8)
Se si parla di ACAB, è proprio per quelle proteste e polemiche aprioristiche, ottimo veicolo promozionale di un film indipendente, senza il necessario budget per promuoversi.
Per quanto riguarda i "luoghi comuni" ti do ragione, ce ne sono un mare, ma non in senso negativo, il senso è che non c'è grandissimo spazio per la fantasia, per il romanzo, mentre ci trovi tante parole, situazioni e, appunto, luoghi, assolutamente comuni.
Insomma, se lo guardi pensando a Mission Impossible, o all'Ispettore Callaghan, piuttosto che ad altri film di quel tipo, allora ne resterai assolutamente deluso. ;)
« Last Edit: February 14, 2012, 10:16:44 am by PaguRonin »
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Offline Bellerofönte

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Re:ACAB
« Reply #86 on: February 14, 2012, 10:21:54 am »
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Se si parla di ACAB, è proprio per quelle proteste e polemiche aprioristiche, ottimo veicolo promozionale di un film indipendente, senza il necessario budget per promuoversi.
Per quanto riguarda i "luoghi comuni" ti do ragione, ce ne sono un mare, ma non in senso negativo, il senso è che non c'è grandissimo spazio per la fantasia, per il romanzo, mentre ci trovi tante parole, situazioni e, appunto, luoghi, assolutamente comuni.
Insomma, se lo guardi pensando a Mission Impossible, o all'Ispettore Callaghan, piuttosto che ad altri film di quel tipo, allora ne resterai assolutamente deluso. ;)

Assolutamente, non mi aspetto un' americanata, ma un italianata... ho come l'impressione che nel film chiunque sia dall' altra parte della barricata sia un orco cattivo e puzzolente, poi lo stereotipo dello skinhead è proprio roba derivata dagli anni 80, tipo quel "capolavoro" di "Teste rasate"  ;D
Insomma tu l'hai vissuta da una parte, io l' ho vissuta dall' altra, e appunto su quest' altra (dalle anteprime viste), mi pare di scorgere i solitissimi luoghi comuni triti e ritriti.
« Last Edit: February 14, 2012, 10:24:17 am by Bellerofonte »
"Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."

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Re:ACAB
« Reply #87 on: February 14, 2012, 10:25:54 am »
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Skinheads ma anche altro......
Nessuna Italianata, nessun giudizio o condanna, ne di qua ne di la della barricata, orchi cattivi sia di qua che di la, al pubblico ogni giudizio.
Questa è la novità del film, proprio la non voglia di giudicare, di salire su alcun pulpito a sputar sentenze di sorta.
Inquadra un periodo (dalle parti dell'omicidio Raciti e Sandri) e una zona, con quel che c'era in quel periodo e in quella zona, skinhead compresi.
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Re:ACAB
« Reply #88 on: February 14, 2012, 10:36:53 am »
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Io l'ho vista da tutte le parti possibili, sia come agente in servizio di leva, sia come ragazzo abitante in posti sensibili a retate.
Poi dipende da cosa si intende per questa o quella parte, perchè se essere dall'altra parte rispetto le forze dell'ordine, significa essere fra chi legittima la violenza fine a se stessa, il gusto di giocare alla guerra, con spranghe e coltelli, solo per  menare le forze dell'ordine o chi ha differenti idee, politiche o sportive che siano, a spese di cittadini che han fatto la cazzata di parcheggiare li e ora hanno l'auto bruciata, di edicolanti che "non dovevi lavorare oggi" eccetera, allora sto sempre e solo dalla mia parte, cioè quella che la violenza come modo di vivere, la detesta con tutte le sue forze, anche perchè ho amici gambizzati da violenza vera, un paio di amici che non si sono mai ripresi del tutto dalla guerra vera (nei Parà in missione) e sentire certi discorsi "guerreschi" casalinghi mutuati da pruriti di sorta, mi da l'orticaria, quindi guardo a un certo modo di vivere, a certe rivendicazioni in ordine al presunto "diritto a spaccarci la testa a vicenda", sperando sempre che valga il detto "chi cerca trova".
« Last Edit: February 14, 2012, 10:39:49 am by PaguRonin »
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« Reply #89 on: February 14, 2012, 10:41:44 am »
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Se si parla di ACAB, è proprio per quelle proteste e polemiche aprioristiche, ottimo veicolo promozionale di un film indipendente, senza il necessario budget per promuoversi.
Per quanto riguarda i "luoghi comuni" ti do ragione, ce ne sono un mare, ma non in senso negativo, il senso è che non c'è grandissimo spazio per la fantasia, per il romanzo, mentre ci trovi tante parole, situazioni e, appunto, luoghi, assolutamente comuni.
Insomma, se lo guardi pensando a Mission Impossible, o all'Ispettore Callaghan, piuttosto che ad altri film di quel tipo, allora ne resterai assolutamente deluso. ;)

Assolutamente, non mi aspetto un' americanata, ma un italianata... ho come l'impressione che nel film chiunque sia dall' altra parte della barricata sia un orco cattivo e puzzolente, poi lo stereotipo dello skinhead è proprio roba derivata dagli anni 80, tipo quel "capolavoro" di "Teste rasate"  ;D
Insomma tu l'hai vissuta da una parte, io l' ho vissuta dall' altra, e appunto su quest' altra (dalle anteprime viste), mi pare di scorgere i solitissimi luoghi comuni triti e ritriti.

Talmente triti e ritriti che i no global, quelli che difendono la libertà, hanno fatto manifestazione di protesta a monte senza manco aver visto il film...solo perchè nn condanava la celere a priori... :thsit:
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