Al 3° Celere ho visto ogni tipo di agente e funzionario, dai più ligi ai più esaltati, molti ufficiali e sottufficiali che scontavano una "punizione" al 3°, ma anche personaggi che difficilmente mi usciranno dal cuore.
In quella caserma rimasero per troppi giorni, gli agenti NOCS del Blitz Dozier, eroi prima e capro espiatorio poi.
Ricordo il modo in cui occorreva imparare a star fermi, a prescindere da insulti, sputi, uova o sassi, fermi finchè non fosse giunto l'ordine di carica.
In quei momenti l'adrenalina va a mille, la paura è tanta, il rapporto numerico ti fa sempre pensare che sarà un miracolo uscirne, così aspetti e ti monta un mix di paura, rabbia e istinto di sopravvivenza, fotografi le facce, quelle che andrai a cercare poi, ma quando scoppia il caos ci sono momenti in cui, vero o no che sia, ti senti del tutto solo e senza appoggi, in mezzo alla bolgia, così l'unico scopo diventa quello di recuperare gli altri, ricompattarsi, menando anche alla cieca per riuscirci, perchè hai paura.
Ma non c'è solo la paura, c'è anche la frustrazione di vedere che il più delle volte, vincono gli altri, che siano teppisti, ladri, nomadi, ultras, balordi naziskin o spacciatori, chiunque siano sono più forti, perchè quando ti dicono "tra due ore son fuori a pisciarti sulle gomme" hanno ragione.
Vedi gente fermata e arrestata anche 20 o 30 volte che esce prima che tu abbia finito di compilare il rapporto.
Allora nasce, in molti, anche quel senso di rabbia e frustrazione dell'avere le mani legate, del non contare un cazzo, quando scopri che viene smantellata una raffineria di coca proprio davanti la caserma della stradale, dopo anni e anni che tutti sapevano, a molti viene la voglia di "fare da sè", la sindrome del giustiziere, specialmente quando vivi una realtà come quella del reparto mobile, gomito a gomito con i soli a pararti il culo, nelle peggio situazioni, proprio dove può nascere la voglia e il bisogno di far squadra.
Ma non basta ancora, perchè c'è altra rabbia e frustrazione da mettere in conto, se un collega muore in servizio te lo chiedi se vale o no la pena rischiar la vita per quello stipendio, che non è mai completo, perchè gli straordinari, le trasferte, sono più miraggi che soldi in busta, anche quando fai 15 o 16 ore di servizio continuativo, che se ti si strappano i pantaloni devi avere mamma che li cuce, oppure impari tu, perchè uno strappo costa richiami e multe.
Insomma li al 3° Celere, ho visto il "dietro le quinte" di ciò che si vede fuori, anche se ero un privilegiato, uno che è uscito poche volte in "battaglia", perchè facevo l'atleta, ma le ricordo bene quelle poche volte.
Ecco io ci ho visto davvero tanto di quella realtà in ACAB, tanto nel bene quanto nel male, con i torti e le ragioni, sia quelle note che quelle meno note.
Mi è piaciuto perchè è davvero poco romanzato.
Un film utile a capire che c'è molto per cui arrabbiarsi, ma c'è anche molto da capire prima di farlo, davvero molto.