Mi è piaciuto leggere questa discussione e concordo su quanto espresso da Gibi.
Volevo però dare un contributo sull'argomento "pugni a catena" e andar oltre la tecnica. I pugni a catena compaiono nella prima forma e chi fa Wing Chun sa bene che nelle forme, più che tecniche applicabili così come sono, sono presenti i principi cardine del sistema. I pugni a catena non fanno eccezione.
Il fatto che ci siano forme e principi è il bello ed il brutto del Wing Chun. Non si può guardare a questo stile esclusivamente con il pragmatismo degli SDC. Se ne prenderebbe una fetta e si tralascerebbe il resto della torta. Lo studio dei principi del sistema, attraverso le forme è un metodo arcaico che oggi negli SDC (e direi giustamente per i loro scopi) non si usa più. Questo rende il Wing Chun complesso e "strano" agli occhi di uno che pratica SDC, ma ha un suo fascino.
Quindi, a chi studia il Wing Chun gli tocca studiarsi le forme ed i principi in esso contenuti per avere una comprensione delle regole del sistema.
Detto questo, per spiegare i pugni a catena, riporto uno scritto che ho pubblicato un po' di tempo fa altrove.
Leen Wan Kuen – Pugni a catena continua
I pugni a catena si incontrano per la prima volta nella Siu Leem Tau, la prima forma.
Si chiamano “Leen Wan Luen”, cioè pugni a catena continua.
Sono la penultima tecnica (l’ultima è Sau Sick) e, siccome La Siu Leem Tau contiene i “concetti” che regolano il Wing Chun, anche il penultimo concetto.
Perché è in fondo alla forma?
Perchè dopo aver spiegato le altre tecniche ed i concetti di base, la forma dice: tutto ciò che ti ho mostrato fin’ora può essere sia eseguito singolarmente, ma può essere anche concatenato!
Come ogni cosa del Wing Chun, anche i pugni a catena cambiano a seconda della profondità dei nostri “occhi”.
Potremmo definire 3 macro livelli di comprensione:
1) I pugni a catena sono una semplice tecnica. Si studia quindi il come eseguirla ed il quando è opportuno e “sicuro” eseguirla;
2) Il pugno (Kuen) perde di importanza e ci si concentra sulla catena continua (leen wan). Molto spesso nelle forme il pugno è utilizzato come “tecnica base”, ma in realtà altre tecniche di attacco possono prendere il suo posto senza che il concetto espresso sia modificato. Leen Wan Kuen è un ottimo esempio. Non è detto che solo i pugni possono essere concatenati. L’importante non è infatti la tecnica, ma il concetto di concatenazione. Quindi si possono usare “Leen Wan Jyeung” (palmi a catena), “Leen Wan Fak Sau” e così via. Ogni attacco è potenzialmente concatenabile.
3) Il concetto Leen Wan viene studiato in modo profondo. Perché si chiama “catena continua”? I pugni, visto che sono tirati in sequenza, potevano essere chiamati semplicemente Leen Kuen – Pugni continui, ed il concetto sarebbe stato chiaro ugualmente. Invece no. Hanno utilizzato il termine “catena”. Perché? Ogni anello ha una relazione con il suo successivo e il suo predecessore. Ecco perché il termine “catena”. Tra le tecniche ci deve essere una relazione. A questo punto “Leen Wan Sau” potrebbe essere definito come “tecniche di mano eseguite continuamente che hanno tra di loro una relazione di qualche genere”. Definire questa relazione è abbastanza lungo, ma con qualche esempio sarà possibile capire il concetto.
Ci sono 2 macrorelazioni nel Wing Chun:
1) Quella Propria, o a vuoto, senza partner, o come la si vuol chiamare;
2) Con L’avversario.
Il concetto “Leen Wan” nella “relazione propria”, si concentra sul come eseguire una sequenza di tecniche in modo che:
1) Il passaggio da una tecnica all’altra sia il più fluido possibile;
2) Che la fine di una tecnica sia il caricamento della successiva;
3) Che ogni tecnica rispetti le teorie del sistema, prima tra tutte quella della linea centrale, ma anche le altre non sono meno importanti;
4) Che l’equilibrio sia sempre mantenuto;
5) Che venga espressa sempre la maggior potenza possibile.
Il concetto “Leen Wan” se è presente l’avversario cambia? Si e no. Ovviamente tutti i punti precedenti devono essere rispettati, ma si aggiunge una relazione che quando si è da soli non è possibile considerare: l’avversario stesso.
L’ultima relazione di Leen Wan è: “la tecnica del mio avversario determina la mia tecnica.”