Il JKD lo si fa o lo si è?

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Il JKD lo si fa o lo si è?
« on: February 06, 2012, 23:51:42 pm »
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Premesso che considero il Wx un buon sistema di combattimento in settori e contesti specifici vorrei dire 2 parole:

1 parola:
Facendo riferimento al video (MT vs WC), le cui polemiche che ho letto sul FAM a parte essere divertenti mi interessano poco, credo che oltre la MT le cui proprietà come disciplina preparatoria a combattimenti non collaborativi è nota (peraltro se si finisce a terra clinch, flessioni, addominali e pure il salto con la corda torna più utile che non aver fatto niente) una boccata di ossigeno va proprio al JKD.
Ricordo già 25 anni fa le critiche provenienti da diversi ambienti di Wx che additavano Bruce Lee come uno scarso praticante di Wing Chun costretto per questo a cercare in altri stili quello che in realtà se avesse praticato WC fino in fondo avrebbe trovato nativamente.
Bruce Lee invece rifiutava di legarsi a uno "stile" perché vedeva nella "specializzazione", caratteristica necessaria di tutti gli stili, una limitazione di "se stesso" nella ricerca di soluzioni a problemi di combattimento. Il JKD come rifiuto della "specializzazione" di uno "stile". Grande rivoluzione nel panorama delle arti marziali.

2 parola:
Non so in quale post ho letto una cosa che mi era piaciuta molto: uno specchio con la scritta JKD dove gli allievi passando e specchiandosi potevano interpretarne il significato con "il JKD sei tu".
Del video che tutti stiamo discutendo ho letto che non si vede né MT (io vedo comunque più MT che WC) né WC e che adirittura alla fine ha quasi vinto Xjej perché ha insegnato 2 cose di lotta a Mad.
Bene, io credo che Mad sia stato un buon interprete della filosofia del JKD. L'assenza dello stile nello stile? Allora ha vinto chi ha fatto il miglior JKD. Mad forse non ha fatto la miglior MT e la miglior lotta a terra, ma per me ha fatto un ottimo JKD (nella filosofia di questa disciplina) laddove invece ci sarebbe aspettati, per estrazione marziale, il miglior interprete fosse il praticante di WC (forse è per questo che i WC arrivano da Nicola convinti di essere avantaggiati e poi se ne vanno).

Si è parlato di MT, di WC di lotta a terra e poi alla fine di "nessun stile". Spero quindi che questa versione "trasversale" della faccenda vi piaccia. Anche perché dall'ultimo topic aperto da Nicola sul futuro del JKD mi si stava un pò intristendo :)

Naturalmente non lo scrivo solo per rivitalizzare la sezione...



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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #1 on: February 07, 2012, 00:23:17 am »
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Per me jkd lo si é.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre

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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #2 on: February 07, 2012, 14:55:05 pm »
0
Negli anni, il problema principale del jkd non è mai cambiato:
è il problema del cos'è o cosa non è.
Qualsiasi discussione sul jkd finisce nella solita diatriba su cosa sia o cosa non sia.
E dentro esprimono opinione tutti, poiché praticamente tutti hanno una opinione in merito: chi ha visto i suoi film e basta, chi ha letto i suoi libri, chi conosce storie su bruce raccontate dal proprio insegnante, chi ha fatto seminari con suoi allievi, chi si è documentato storicamente e si è imbattuto in lui, chi ha guardato un documentario alle 3 di notte, etc.

Tutti si sentono legittimati a dire cosa secondo loro è il jkd, come dovrebbe essere, cosa voleva dire Lee con certe parole. Si sono creati filoni di pensiero, ma ci sono anche tantissime mosche bianche. Insomma un grande mercato orientale che racconta, pratica, discute, pensa, consiglia, prende in giro, etc. una cosa sola: il jkd.

Tornando a bomba sulla domanda: se dovessi rispondere, direi che il jkd si pratica. Mentre dall'insieme di regole, leggi e principi che lo compongono si può estrapolare una serie di modelli di pensiero. E quindi, da questo punto di vista, si può dire che si può condividere quell'approccio, quel pensiero, oppure no.


Sul resto delle considerazioni si ricade nelle solite affermazioni, sentite e risentite negli anni.
Alle quali rispondo sempre nel solito modo.
Il jkd è un'arte marziale che ha principi, strategie, colpi e azioni proprie (che non significa che siano esclusive del jkd).
Il concetto di adattabilità non è un concetto specifico, ma si applica a molteplici azioni della vita. Il che non significa che tutte le azioni che comportino adattabilità vadano classificate come jkd.
Altrimenti si parla di aria fritta.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #3 on: February 08, 2012, 01:21:04 am »
+1
Faccio parte di quelli che hanno partecipato a un paio di stage interdisciplinari dove si faceva JKD (non faccio quindi testo dal punto di vista tecnico), ma già da prima di allora dicevo la mia sul JKD perché negli anni un praticante, se si informa, prima o poi deve fare i "conti" col JKD.
Tutto sommato credo che sia un bene che anche chi non mastica di AM se gli si chiede qualcosa (oggi) sulle AM parla di Karate, Judo e JKD. Come un mio collega che sentondomi parlare si avvicinò e disse: "ah si la conosco, l'AM di Bruce Lee, la forma non forma...". Fine di quello che sapeva di JDK e AM in genere.
Mi chiedo però se proprio questo modo di vedere il JKD non sia un beneficio per il JKD stesso.
Anche dal punto di vista tecnico (da ignorante) sono sicuro che ci siano delle linee guida, ma ho l'idea (o mi piace avere) che l' "integrazione" di nuove tecniche siano una caratteristica del JKD e non un carenza tecnica.
Quindi mi chiedo se integrata la lotta a terra nel JKD posso comunque continuare a parlare di JKD come se la lotta a terra fosse integrata in modo naturale in un sistema che prevede appunto l'integrazione.
Voglio dire il JKD per chi lo pratica è o non è l'opposto di un sistema rigido di apprendimento tipico di alcune AM e che, dell'idea che ne ho io, Bruce Lee rifiutava? Magari mi sbaglio, ma mi sembra che Bruce Lee abbia creato il JKD a sua immagine e somiglianza. Adatto a lui e quindi proprio per questo se ne "consiglia" l'apprendimento pensando ad adattarlo a noi in modo personale.

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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #4 on: February 09, 2012, 14:31:56 pm »
0
Mi chiedo però se proprio questo modo di vedere il JKD non sia un beneficio per il JKD stesso.
Fino ad ora è stato in minima parte un beneficio, in massima parte un fattore limitate che ha solo creato e alimentato la già grossa confusione in merito.



Anche dal punto di vista tecnico (da ignorante) sono sicuro che ci siano delle linee guida, ma ho l'idea (o mi piace avere) che l' "integrazione" di nuove tecniche siano una caratteristica del JKD e non un carenza tecnica.
ti ho grassettato, senza alcuna vena polemica di sorta, sia chiaro, quello che è, che per tanti è.
L'integrazione di tecniche non è una caratteristica del jkd: non lo è ora, ma non lo è stato nemmeno all'atto dello sviluppo di quest'arte. E questa seconda affermazione è la più difficile da far comprendere.
Perché lo è? Perché chi non ha toccato con mano cosa è nella realtà il jkd, non ha altro strumento che le parole di Lee che sono giunte a noi.
Tali parole, aldilà della tendenza generale delle persone di estrapolare pezzi di discorsi per giustificare un proprio percorso (che magari ha nulla a che vedere con quello di Lee),  sono quello che sono, vale a dire frasi spesso non specifiche sulla pratica dell'arte, frasi-aforisma, pensieri simil-filosofanti, e molte frasi provocatorie.



Quindi mi chiedo se integrata la lotta a terra nel JKD posso comunque continuare a parlare di JKD come se la lotta a terra fosse integrata in modo naturale in un sistema che prevede appunto l'integrazione.
La risposta a questa domanda è no.
A ted wong qualche anno fa chiesero la stessa cosa, proprio sulla lotta.
Lui rispose più o meno così: la lotta non è prevista nel jkd, il jkd è un'arte percussoria che lavora a lunga e media distanza. Se però mi chiedete se sia giusto studiare lotta? Vi dico sicuramente di sì, è un'ottima cosa, perché permette di conoscere un campo di combattimento che non è oggetto di studio nel jkd.

Ci sono arti che incarnano i principi generali da cui sono generate le tecniche di stirking del jkd? eccome. Nella lotta libera se ne riconoscono un sacco, per esempio. LA domanda successiva allora è la tua: ma se le imparo e le metto dentro al contenitore jkd, è ancora jkd? No, perché chi insegna jkd, per poter dire di farlo, deve attenersi a insegnare ciò che il jkd era all'atto della morte di Lee, per rispetto e coerenza.
Voglio fare lotta? Nessuno me lo vieta, anzi è un'ottima cosa per far crescere l'esperienza marziale. Ma se domani mi metto a insegnare una tecnica di lotta, non ho diritto di chiamarla jkd. 



Voglio dire il JKD per chi lo pratica è o non è l'opposto di un sistema rigido di apprendimento tipico di alcune AM e che, dell'idea che ne ho io, Bruce Lee rifiutava?
Ni. Anche qui, chi non contestualizza le affermazioni di Lee, va in direzioni che alla fine c'entrano nulla con gli intendimenti iniziali. Questo è il principio di adattabilità, che è contrario alla rigidità. Ma adattabilità non vuol dire saper fare tutto, ma saper adattare ciò che si conosce a tutto.
Faccio sempre l'esempio dell'atletica per far capire che intendeva Lee.
Guardo una finale di 110 ostacoli alle olimpiadi. GLi ostacolisti in finale hanno una tecnica più o meno perfetta tutti. Corrono tutti tecnicamente in modo impeccabile e impeccabilmente scavalcano l'ostacolo. Ma ognuno di loro è riconoscibile dagli altri nel modo di correre e passare l'ostacolo. Ognuno di loro ha un suo modo di interpretare la stessa gara, e ha uno stile differente, ma nessuno si sognerebbe mai di dire che questi 8 finalisti fanno discipline diverse, perché fanno inequivocabilmente tutti gli ostacolisti, e lo stanno dimostrando.



Magari mi sbaglio, ma mi sembra che Bruce Lee abbia creato il JKD a sua immagine e somiglianza.
No. L'unica cosa che effettivamente Lee ha dovuto fare è il pensare a quale poteva essere il modo di combattere più efficace in un confronto reale soprattutto per uno svantaggiato come lui dal punto di vista della componente che fala differenza in uno scontro: la stazza e il peso. L'unica alternativa che aveva era di incentrare il suo metodo sul colpire e non farsi colpire.


Adatto a lui e quindi proprio per questo se ne "consiglia" l'apprendimento pensando ad adattarlo a noi in modo personale.
Che significa in modo personale? che se mi torna bene passare sotto all'ostacolo invece di saltarlo, sia giusto farlo?
Il senso è differente. Esempio: se io ho grossa dimestichezza coi calci, è giusto che io li utilizzi perché è un mio punto di forza, anche se il jkd considera i calci come di supporto alle tecniche di pugno, in quanto sbilanciano, si integrano con più di fficoltà in combinazioni veloci, danno maggiori rischi per strada visto che si è su 1 gamba sola, etc. Ma se sono molto bravo....li uso.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #5 on: February 09, 2012, 15:04:05 pm »
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Ultimissima cosa che avevo dimenticato, ma molto importante.
I principi generali su cui si fonda il jkd li posso applicare per valutare ed eventualmente scegliere di imparare una tecnica che non appartiene al jkd? Eccome.
Una tecnica di lotta, premesso che io debba avere una conoscenza perlomeno sufficiente di lotta per giudicare (o qualcuno che conosce la lotta e può farlo per me), può esser coerente con il principio di tecnica adattabile, diretta, efficace, di non particolare difficoltà di esecuzione, etc.

Questo lascito di Lee può far parte della nostra forma mentis nell'approccio alle cose (che poi di fatto è sintetizzabile con una visione pragmatica), ma non è corretto affibbiare a tutto il nome jkd.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #6 on: February 09, 2012, 15:35:31 pm »
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Nicola tu parli del jkd original?
Giusto?
Cosa ne pensi invece di chi come Inosanto e i suoi allievi che portano avanti il concepts mettono un pò di tutto dentro?
Vuoi dire che quello non é più jkd?
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #7 on: February 09, 2012, 15:49:33 pm »
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Nicola tu parli del jkd original?
Non vorrei far la figura di qualche invasato che ripete certe frasi a pappardella, ma io parlo del jkd punto, perché per me non c'è altro. Ma se ti serve la definizione per inquadrare la cosa, diciamo che parlo di quel che alcuni hanno chiamato col nome "original".



Cosa ne pensi invece di chi come Inosanto e i suoi allievi che portano avanti il concepts mettono un pò di tutto dentro?
Bhe, credo che sia chiaro dai miei messaggi precedenti che ne penso.  ;)


Vuoi dire che quello non é più jkd?
Mai considerato tale. E non lo faccio con sforzo, è solo una conseguenza naturale dei ragionamenti che ho scritto prima.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #8 on: February 09, 2012, 15:53:03 pm »
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Ok il tuo pensiero adesso ma anche prima era più che chiaro.
Volevo sapere in generale di cosa pensi di quelli che hanno seguito la strada intrapresa da Inosanto e i suoi allievi.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #9 on: February 09, 2012, 15:59:37 pm »
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Ok il tuo pensiero adesso ma anche prima era più che chiaro.
Volevo sapere in generale di cosa pensi di quelli che hanno seguito la strada intrapresa da Inosanto e i suoi allievi.
In mezza frase? Che non fanno jkd.
E la strada che hanno seguito non è quella tracciata da Lee.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #10 on: February 09, 2012, 16:03:13 pm »
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Allora sarebbe meglio chiamarli con un altro nome e dire che derivano come base dal jkd.

Almeno penso che così sia meglio.

Scusa se ti rompo ma sei l'unico dell'original con cui ho l'onore di parlare.
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #11 on: February 09, 2012, 16:09:20 pm »
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Allora sarebbe meglio chiamarli con un altro nome e dire che derivano come base dal jkd.
Ma infatti alcuni di loro lo fanno.
ORA.
(ora che non hanno più bisogno di utilizzare il nome jkd perché si son creati una nicchia di mercato e un certo grado di visibilità).


Scusa se ti rompo ma sei l'unico dell'original con cui ho l'onore di parlare.
Figurati.  ;)
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #12 on: February 20, 2012, 15:16:08 pm »
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Ok il tuo pensiero adesso ma anche prima era più che chiaro.
Volevo sapere in generale di cosa pensi di quelli che hanno seguito la strada intrapresa da Inosanto e i suoi allievi.
In mezza frase? Che non fanno jkd.
E la strada che hanno seguito non è quella tracciata da Lee.

concordo con te Nicola. Io iniziai 20 anni fa con M.Faraone e poi J.Almeira per poi passare all'Original (con questo termine intendo specificare solo la fase degli studi di Bruce e non distinguere due stili). Da quando intrapresi lo studio dell'original mi sono reso conto cosa vuol dire fare jkd; è completamente un discorso diverso da ogni punto di vista, tutto il resto è solo un insieme di arti che nulla hanno a che fare col jkd.
Il problema oggi sono le migliaia di opinioni, di istruttori, di pensiri diversi che troviamo in giro e che stanno facendo regredire sempre più il jkd. Leggo spesso di persone soprattutto su un forum specifico, che sparlano di tutti asserendo di essere gli unici conoscitori dei quest'arte, convinti di sapere tutto e che tutto ciò che si vede in giro è nulla in confronto alle loro conoscenze. Non faccio nessun commento su questi poveri, inutili ragazzini illusi (a 20 anni già credono di conoscere tutto)   ma dico che questi atteggiamenti ci rendono sempre più divisi e ciò non produce alcun risultato soprattutto per la diffusione del vero jkd.
Siate umili, studiate, ricercate, leggete, allenatevi e soprattutto confrontatevi per crescere perchè da soli non ci riuscirete mai principalmente in quest'arte sconosciuta al 98% delle persone


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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #13 on: February 20, 2012, 15:26:18 pm »
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La palestra dove c'è (c'era?) scritto JKD sullo specchio l'avevo citata perchè mi sembrava riassumesse quello che penso sia il jkd.

Ora questa disciplina non mi entusiasma più come un tempo, ne trattengo i principi ma ho bisogno di aria nuova (capisco la perplessità di questa affermazione contradittoria, ma tant'è...).
Mi piace l'idea di "ogni giorno qualcosa in meno..." fino all'essenziale, un sistema il più possibile completo dove quello che funziona viene tramandato, il resto o perfezionato o eliminato.

Vi seguo con interesse  :)

P.S.
il jkd, è solo un nome...
« Last Edit: February 20, 2012, 15:31:29 pm by Rangio »
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Re:Il JKD lo si fa o lo si è?
« Reply #14 on: February 20, 2012, 15:29:11 pm »
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Faccio parte di quelli che hanno partecipato a un paio di stage interdisciplinari dove si faceva JKD (non faccio quindi testo dal punto di vista tecnico), ma già da prima di allora dicevo la mia sul JKD perché negli anni un praticante, se si informa, prima o poi deve fare i "conti" col JKD.
Tutto sommato credo che sia un bene che anche chi non mastica di AM se gli si chiede qualcosa (oggi) sulle AM parla di Karate, Judo e JKD. Come un mio collega che sentondomi parlare si avvicinò e disse: "ah si la conosco, l'AM di Bruce Lee, la forma non forma...". Fine di quello che sapeva di JDK e AM in genere.
Mi chiedo però se proprio questo modo di vedere il JKD non sia un beneficio per il JKD stesso.
Anche dal punto di vista tecnico (da ignorante) sono sicuro che ci siano delle linee guida, ma ho l'idea (o mi piace avere) che l' "integrazione" di nuove tecniche siano una caratteristica del JKD e non un carenza tecnica.
Quindi mi chiedo se integrata la lotta a terra nel JKD posso comunque continuare a parlare di JKD come se la lotta a terra fosse integrata in modo naturale in un sistema che prevede appunto l'integrazione.
Voglio dire il JKD per chi lo pratica è o non è l'opposto di un sistema rigido di apprendimento tipico di alcune AM e che, dell'idea che ne ho io, Bruce Lee rifiutava? Magari mi sbaglio, ma mi sembra che Bruce Lee abbia creato il JKD a sua immagine e somiglianza. Adatto a lui e quindi proprio per questo se ne "consiglia" l'apprendimento pensando ad adattarlo a noi in modo personale.

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