è colpa di un certo modo di intendere questa arte marziale, che purtroppo ha informato di sé il grosso della pratica...
Cosa intendi ? Non ho capito...
nel quotare luca bagnoli su un certo interesse per il point, dico che purtroppo ci sono modalità del karate più commerciale che hanno modificato radicalmente la pratica. l'approccio schermistico, la rigidità delle posizioni, i pugni tesi tirati al vento... anche questa distanza luuuuunga la vedo come un risultato di certe visioni, molto nipponiche, del karate. con la differenza che una lunga distanza può avere un suo perché in certe fasi di uno scontro.
ma il karate rigido, formalizzato, è per me un modo ormai... "errato" di intendere la pratica. di qui l'intreresse per il point come sport, per la lunga distanza come una fase. ma la realtà del karate è quella "brutta e sporca" che in questi ambiti non trova spazi...
Che un certo tipo di Karate abbia fatto il suo tempo è opinione abbastanza diffusa, anche dentro a certi ambienti considerati "ortodossi".
Tuttavia trovo ingiusto profondere eccessive critiche a ciò che ha contribuito a diffondere enormemente il Karate, ed a garantirne per decenni alti standard qualitativi, in grado di esprimere atleti di tutto rispetto che poco hanno da invidiare a professionisti di molte altre discipline.
Cosa che molte altre "branche" della disciplina, stili, non hanno fatto e non fanno.
Non vorrei che si cadesse nell'errore di "ragionare da chunners", in cui la verità è appanaggio di pochi che tuttavia non hanno modo di dimostrarla né in passato né adesso, ma non rinunciano a cercare di screditarsi a vicenda in base ad una supposta reciproca superiorità e completezza.