La tradizionale interpretazione di Bruno (che risale all'800 romantico e, a volte, anticlericale), come quella di molta filosofia rinascimentale, è stata messa in discussione negli anni '60 del XX secolo a seguito di un saggio, molto interessante, della studiosa britannica Frances Yates.
Qui potete trovare un riassuntino dell'opera - ma se siete interessati vi consiglio di leggere l'originale, che è molto molto più...
Sulla filosofia della natura e la prospettiva da cui è stata interpretata: la storiografia attenta a positivismo e neopositivismo, o in qualche modo legata ad una visione progressista della scienza, tende a vedere la filosofia rinascimentale della natura come l'inizio della scienza moderna; ma altri interpreti hanno mostrato come Bruno non fosse tanto più vicino alla scienza di un Ficino, o di un Campanella.
L'opposizione tra "filosofia della natura" (aka scienza ai primi vagiti) e "cattolicesimo" deriva in parte da quanto sopra, in parte da altre visioni parziali e generalizzanti di entrambi i fenomeni. Basti pensare che già il Cusano (cardinale nell'allora cattolicissimo
Sacro Romano Impero) aveva avanzato molte delle idee per cui più avanti Bruno sarebbe diventato famoso - e che io sappia il buon Nicolò visse fino a 63 anni, morì di morte naturale e fu sepolto in terra consacrata a Roma - credo S. Giovanni fuori le mura o S. Pietro in vinculis). E ancor prima di Nicolò, tal (s.) Bernardo di Chiaravalle ebbe a scrivere che "il mondo, gli alberi, le creature possono insegnarci tanto quanto i libri"; e, restando all'oscuro (LOL) medioevo, se si pensa alla scuola cattedrale di Chartres, alla filosofia di Alberto il Grande (il maestro di Tommaso d'Aquino), all'opera di Arnaldo di Villanova (medico personale di un papa!) eccetera eccetera... e prima ancora, tale Agostino d'Ippona commenta il Genesi contro i Manichei ricordando il versetto biblico per cui "vide che era cosa buona". Dov'è, in tutto ciò, la "verità" di affermazioni come questa:
Sono solo note, brevi brevi, per mostrare quanto ampio sia il contesto che questa discussione dà per assunto - e che invece non è affatto scontato. Di Bruno qui sopra si dice poco - ma potete leggere il libro della Yates, e poi le risposte degli specialisti di Bruno (più o meno schierati ideologicamente) che quell'opera capitale ha suscitato. Solo una citazione:
"Giordano Bruno doveva prendere la direzione, ben più ardita, di sostenere che la magica religione egiziana del mondo non era solo la più antica, ma anche la sola vera religione, che sia il giudaismo che il cristianesimo avevano oscurato e corrotto".
Il testo originale potete leggerlo
qui, e poi trarre le vostre conclusioni sulla realtà di un Bruno "libero pensatore", "contro l'oscurantismo del potere ecclesiastico".
Io - sinceramente - di fronte a una questione tanto complessa mi astengo dal pronunciare giudizi, e continuo a studiare