Detto questo, per tornare IT, da un punto di vista tecnico, per quanto riguarda il lineage che conosco cioé quello del Wing Tsun, la viariante al modo di praticare ai focus del video che potrebbe avere senso è se i colpi fossero tirati tutti su un focus solo tenedo la gamba avanti "scarica" (che non vuol dire molle, vuol dire sotto il notstro costante controllo), quindi nella posizione del lineage Ting, e chi tiene i focus con quello libero cerca di colpirci continuamente senza telefonare il colpo.
Opinione personale: i pugni a catena, al contrario di ciò che da sempre viene mostrato,mal si prestano ad adattarsi da attacco a difesa una volta messi in atto ma sopratutto se li stai tirando ad una distanza in cui permetti all'avversario di contrattaccare con dei colpi vuol dire che li stai tirando alla distanza sbagliata.
Di conseguenza un lavoro ai fucos da te descritto farebbe falsare la corretta applicazione dei pugni a catena (una breve scarica quando sei all'interno della guardia avversaria) in quanto la distanza con chi impugna i focus sarebbe sempre troppo lunga da quella che dovrebbe essere in realtà; ergo tutte le eventuali risposte agli attacchi proposti avrebbero un "bug" di base ovvero la distanza da cui si sta lavorando.
Sono d'accordo infatti penso che il modo di praticare sui focus da me descritto non alleni le "qualità marziali" del WT. Al massimo allena un pò di precisione, resistenza e potenza nel colpire un bersaglio mobile (sia di pugni che di gamba) cercando di farlo mantenendo la posizione "tipica" durante gli spostamenti del focus e del praticante che tiene i focus. Sicuramente il blocco del focus libero non è allenante per quanto riguarda le modalità tipiche di difesa del WT.
Credo che il problema di fondo sia che i focus non sono adatti ad allenare le qualità marziali (cioè le qualità di attacco/difesa) del WT e qui vorrei aprire un piccolo OT che poi però si collegherà a questo discorso.
Stasera in palestra dopo che ho finito mi sono sfogliato un pò di riviste che abbiamo in palestra e c'era un articolo su questo tizio di 49 anni ex poliziotto che è uno dei più mportanti arbitri di UFC e grande esperto di MMA (putroppo non ricordo il nome). Tutto iniziò quando a las vegas andò Robin Gracie per fare uno stage ai poliziotti. Insomma a un certo punto questo tizio dice a Gracie che secondo lui le persone su cui fa le tecniche sono collaborative e allora Gracie gli dice di andare lui e riesce a buttare giù Robin che, favorevolmente colpito dalla sua bravura, lo invita nella sua palestra e da li in poi si innamora del BJJ e inizia a praticare. Questo per la premessa.
Il punto interessante è quando nell'articolo gli chiedono come si difenderebbe in strada e lui risponde (più o meno): "Aspetterei di essere attaccato perché così potrei scegliere la difesa migliore". Ora, al di la che la risposta a un attacco non può essere scelta con comodità, ma deve essere la reazione immediata frutto dell'allenamento, questa cosa mi ha ricordato una frase che spesso ho sentito sopratutto negli ambienti di AM tradizionali e cioé che "Colui che attacca ha fatto già la sua scelta, ma chi si difende può ancora scegliere" quindi nell'ottica delle AM come difesa è meglio aspettare l'attacco. Questo punto può essere, chiaramente, condivisibile oppure no.
Se vediamo però l'uso dei focus in quest'ottica allora forse non sono adatti ad allenare qualità di combattimento dove la difesa è forse la cosa più importante. A differenza degli SdC dove l'attacco è fondamentale.
Naturalmente siamo nel campo della teoria e non voglio aprire temoni su discipline fatte per difendersi e altre per attaccare perché non andiamo più a casa
Naturalmente per allenare il WT con questa filosofia, cioé aspettare l'attacco, contatto, controllo e scarica di pugni lo si dovrebbe fare facendosi attaccare in 1000 modi, ma in realtà poi anche gli attacchi da cui ci si può difendere con relativa sicurezza con il WT sono attacchi essi stessi specializzati.
Comunque rimane interessante questo aspetto dei focus come strumenti forse più adatti agli SdC che non alle AM tradizionali per lo meno non come strumenti adatti ad allenare le qualità marziali dell'AM tradizionali ("quelle fatte per difendersi..."). Ed è interessante anche come il concetto di aspettare l'attacco espresso da un ex poliziotto e arbitro di MMA sia quello, nel contesto della DP, che ho sempre sentito negli ambienti di AM Tradizionali.
Visto l'orario e dopo la palestra non garantisco su quello che ho scritto e quindi mi riservo di fare eventuali altre valutazioni