Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)

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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #15 on: February 21, 2012, 12:06:53 pm »
0
Qualcuno di qualificato che può darti due info qui c'è, il problema è rendere l'idea dalle pagine di un forum...
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #16 on: February 21, 2012, 12:49:28 pm »
+2
Interessante 3D, cui si può affiancare una discussione sulla strategia del combattimento.

strategia del combattimento ? ... ah si, ora ricordo: picchialo forte e poi picchialo ancora   8)

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Offline Paguro49

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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #17 on: February 21, 2012, 13:04:10 pm »
0
 ;D ;D ;D ;D
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Offline Rangio

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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #18 on: February 21, 2012, 14:21:24 pm »
+1
strategia del combattimento ? ... ah si, ora ricordo: picchialo forte e poi picchialo ancora   8)

...se si rialza picchialo ancora,
fino a che non lo vedrai esague
cadere a terra in mezzo al suo sangue.

TU TU TU TU TUTU TU TU TU TUTTUTU'  :whistle: :whistle:
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #19 on: February 21, 2012, 14:22:57 pm »
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #20 on: February 21, 2012, 16:58:32 pm »
0
oggi mi sa che non riesco,ma poi rispondo e dopo vi metto un po' di "hint" per il tipo di lavoro che si puo' fare in tema.

-non pensate chissa' cosa,son cose molto semplici, ma come sempre la chiarezza aiuta  :)
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #21 on: February 21, 2012, 17:39:36 pm »
+1
Dunque, in tutte le definizioni di assertività che ho trovato (oltre a quella che conoscevo) c'è un rapporto paritario tra i due elementi. Cercare una posizione di dominanza non è un comportamento assertivo (sebbene non necessariamente sia sbagliato in situazioni di pericolo).
Googlare in caso di dubbi.

D'altra parte nei tre schemi comportamentali, si possono però identificare le tre reazioni tipiche ad una minaccia.
Aggressivo: rispondere alla minaccia con lo stesso linguaggio dell'aggressore ovvero buttarla in rissa.
Passivo: intimidirsi e diventare di fatto vittima.
Assertivo: deescalation e qui gli esperti di DP potranno dire molto più di quanto possa fare io.
Nel frattempo posto un articolo che ho trovato interessante su di un sito che ogni tanto bazzico:
http://www.sicurezzapersonale.net/assertivness.htm
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Joker

Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #22 on: February 22, 2012, 10:02:59 am »
+1
strategia del combattimento ? ... ah si, ora ricordo: picchialo forte e poi picchialo ancora   8)

...se si rialza picchialo ancora,
fino a che non lo vedrai esague
cadere a in terra in mezzo al a coprire il suo sangue.

TU TU TU TU TUTU TU TU TU TUTTUTU'  :whistle: :whistle:

Mitico ;)


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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #23 on: February 22, 2012, 10:29:39 am »
0
grazie per la correzione!  ;D ;D ;D
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #24 on: February 22, 2012, 16:56:08 pm »
+1
Assolutamente d'accordo sul grosso errore di mettersi in atteggiamento remissivo - passivo. Credo non ci sia nemmeno bisogno di parlarne.

Forse mi sono espresso male, gli atteggiamenti sono 3+1
Aggressivo: IO > TU
Passivo: IO < TU
Assertivo: IO = TU
Manipolatorio: IO sono così bravo da farti credere di essere in posizione dominante (magari assecondando la tua aggressività), ma comando il gioco io e TU lo subisci. Un bell'esempio è T. Bag con Lechero nella terza stagione di Prison break, oppure Benjamin Linus di Lost.

Non ho capito bene il discorso dell'overrun, comunque ne' l'aggressivo ne' l'assertivo si lasciano mettere in piedi in testa, ma mentre uno lo fa minacciando e intimidendo (di fatto innescando una deescalation perchè ovviamente l'altro potrebbe fare la stessa cosa e quindi diventa un braccio di ferro che poi bisogna vincere), l'assertivo riporta tutto su di un piano più gestibile, mantenendo la propria posizione (non passiva) ma rispettando l'altra.
Va da se' che è più "comodo" essere aggressivi o passivi, mentre l'assertività è un'arte (e pure la manipolazione, sebbene abbia un connotato certamente più negativo).

Riprovo:

L'uso che io ho abitualmente adottato di assertivo e' differente da quello che suggerisci tu.
Credo che la differenza sia radicale.

Il contesto che[1] dici tu sembra essere uno relazionale, in cui c'e' un rapporto che si costruisce su ripetuti scambi.
Mentre la comunicazione non richiede necessariamente questa cosa.

Il motivo per cui nel modello usato sopra non condivido la divisione che adotti e' che non e' chiara in entrambi i casi.
Sia la mia accezione di de-escalation che di assertivita' prevedono di porsi sullo stesso piano dell'aggressore: in un caso si evita il ruolo di vittima ragionando da pari,nell'altro si evita reagendo da pari,senza mostrar paura. quindi entrambi sarebberro assertivivi nella tua accezione (Io=tu)
Sia la accezione di de-escalation che di assertivita' prevedono di sfruttare strumenti comunicativi per ingannare l'avversario ed ottenere un risultato, quindi sarebbero entrambi manipolativi secondo la tua accezione.

Essendo modelli teorici non e' questione di quale sia giusto o sbagliato,ma di quale sia piu' adatto a spiegare in un dato caso  :)

Se usassimo il tuo modello potremmo dire che la de-escalation e' un processo assertivo-manipolativo che punta a sviluppare un empatia per disinnescare la carica emotiva dell'aggressore, l' assertivita' (a cui dovremmo cambiare nome) e' un processo assertivo-manipolativo in cui ci si mostra fermi e non intimiditi per preverenire un abuso emotivo dell'aggressore.[2]

 1. da qui in poi c'e' un IMHO per ogni cosa  :)
 2. scritte al volo quindi non sono accurate ma per capirci...
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #25 on: February 22, 2012, 17:01:43 pm »
+1

COMUNICAZIONE.
Processo in cui si inviano,ricevono e interpretano messaggi attraverso l'insieme dei canali sensoriali.


Intenzione di chi comunica ---> Messaggio[1] ---> Interpretazione di chi riceve.

In tutto questo la comunicazione e' influenzata dal Contesto, ambientale e situazionale.

 1. e' necessario un codice comune

Mad mi picchierà, facendo benissimo e so che non devo complicare la questione, visto che la sua è una sistematica ed ottima introduzione. Faccio davvero i complimenti al Cappellaio per la sua analitica chiarezza. Tra l'altro, relativamente alla difesa personale e alle aggressioni, non so nulla, quindi sono contentissimo di saperne di più su questo specifico campo.
Tuttavia non resisto[2], anche perchè mi è capitato oggi tra le mani... XD

"La trasmissione di un messaggio da un emittente ad un ricevente attraverso un codice simbolico che funge da medium. Questo, definito modello marconista, è ciò che la maggior parte di noi ritiene essere l’essenza della comunicazione.

La translinguistica di Bachtin afferma invece che la comunicazione avviene in un sistema di condivisione di significati. Quest’ultimo aspetto è molto più importante rispetto alla semplice competenza sintattico-grammaticale. Ogni parola “funziona”, generando un contesto all’interno del quale si procede rispondendo e corrispondendo."

....
"Comunicare non è un semplice trasmettere messaggi, un codificare e un decodificare, è, soprattutto un rispondere e un corrispondere stabilendo e attribuendo inferenze. La comunità nasce proprio dalla condivisione del silenzio entro cui si stabilisce il “senso del significato” degli enunciati della comunicazione. Questo “silenzio” è l’orizzonte entro il quale uno scambio comunicativo cessa di essere soltanto un “rimpallarsi” un insieme di segni dotati di significati per assumere il valore di “senso”. Pensiamo al gioco del calcio, alle regole che lo contraddistinguono. In questo orizzonte, una palla che oltrepassa una linea bianca assume il senso di un valore aggiunto capace di determinare l’esito della partita. Il senso non è determinabile alla luce dei significati dei singoli componenti: una palla e una linea bianca tracciata per terra. Il senso è taciuto, il significato dei componenti espresso. Il primo determina l’orizzonte entro il quale il secondo assume un valore senza il quale sarebbe un puro astratto."

http://haecceitasweb.com/2011/05/08/l%E2%80%99impero-delle-%E2%80%9Cparole-di-plastica%E2%80%9D-loghi-e-consensi/

Liberissimi di ignorarmi, era giusto per seguire... :whistle: :gh:
 2. Mad, ti ho segnalato l'articolo via fb.


Piuttosto d'accordo; per quanto mi roda il cazzo ammetterlo se ti capita butta un occhio ai programmi d'esame di quel rotto in c**o di M********e  :dis:


"Mosche,bottiglie e alcuni inasprimenti" Carlo Montaleone,Guerrini studio,Milano 2004
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #26 on: February 22, 2012, 17:28:11 pm »
0
Assolutamente d'accordo sul grosso errore di mettersi in atteggiamento remissivo - passivo. Credo non ci sia nemmeno bisogno di parlarne.

Forse mi sono espresso male, gli atteggiamenti sono 3+1
Aggressivo: IO > TU
Passivo: IO < TU
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Non ho capito bene il discorso dell'overrun, comunque ne' l'aggressivo ne' l'assertivo si lasciano mettere in piedi in testa, ma mentre uno lo fa minacciando e intimidendo (di fatto innescando una deescalation perchè ovviamente l'altro potrebbe fare la stessa cosa e quindi diventa un braccio di ferro che poi bisogna vincere), l'assertivo riporta tutto su di un piano più gestibile, mantenendo la propria posizione (non passiva) ma rispettando l'altra.
Va da se' che è più "comodo" essere aggressivi o passivi, mentre l'assertività è un'arte (e pure la manipolazione, sebbene abbia un connotato certamente più negativo).

Riprovo:

L'uso che io ho abitualmente adottato di assertivo e' differente da quello che suggerisci tu.
Credo che la differenza sia radicale.

Il contesto che[1] dici tu sembra essere uno relazionale, in cui c'e' un rapporto che si costruisce su ripetuti scambi.
Mentre la comunicazione non richiede necessariamente questa cosa.

Il motivo per cui nel modello usato sopra non condivido la divisione che adotti e' che non e' chiara in entrambi i casi.
Sia la mia accezione di de-escalation che di assertivita' prevedono di porsi sullo stesso piano dell'aggressore: in un caso si evita il ruolo di vittima ragionando da pari,nell'altro si evita reagendo da pari,senza mostrar paura. quindi entrambi sarebberro assertivivi nella tua accezione (Io=tu)
Sia la accezione di de-escalation che di assertivita' prevedono di sfruttare strumenti comunicativi per ingannare l'avversario ed ottenere un risultato, quindi sarebbero entrambi manipolativi secondo la tua accezione.

Essendo modelli teorici non e' questione di quale sia giusto o sbagliato,ma di quale sia piu' adatto a spiegare in un dato caso  :)

Se usassimo il tuo modello potremmo dire che la de-escalation e' un processo assertivo-manipolativo che punta a sviluppare un empatia per disinnescare la carica emotiva dell'aggressore, l' assertivita' (a cui dovremmo cambiare nome) e' un processo assertivo-manipolativo in cui ci si mostra fermi e non intimiditi per preverenire un abuso emotivo dell'aggressore.[2]
 1. da qui in poi c'e' un IMHO per ogni cosa  :)
 2. scritte al volo quindi non sono accurate ma per capirci...
Essendo un termine che sottende una modalità comunicativa molto precisa, credo sia importante e necessario usare il termine per quello che è. Un po' come il discorso della "filosofia" nelle arti marziali, per farti un paragone che puoi ben intendere.
Il modello di comunicazione assertivo non presuppone necessariamente una relazione lunga e stabile, anzi! Proprio nelle aziende in cui si ha a che fare con una clientela varia e occasionale si tengono corsi sull'assertività. Si può essere assertivi con il tipo che fa il furbo scavalcando la coda, con il cliente imbizzarrito che vuole reclamare, con la persona con cui si ha appena avuto un incidente. Poi, certamente, si può esserlo anche con la propria fidanzata o con il migliore amico.
Nell'assertività, porsi in maniera paritaria e rispettosa con l'interlocutore è un fondamento. Altrimenti non è assertività.

Per questo motivo concordo con te che la modalità assertiva nel caso specifico di un'aggressione non è sempre la migliore proprio per la specificità della situazione. Quindi a volte la modalità aggressiva (intimidire, ecc.) diventa giocoforza necessaria, fin quando non si degenera nell'aggressività estrema, ovvero si passa ai fatti.
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #27 on: February 22, 2012, 17:47:47 pm »
0
Essendo un termine che sottende una modalità comunicativa molto precisa, credo sia importante e necessario usare il termine per quello che è. Un po' come il discorso della "filosofia" nelle arti marziali, per farti un paragone che puoi ben intendere.
Il modello di comunicazione assertivo non presuppone necessariamente una relazione lunga e stabile, anzi! Proprio nelle aziende in cui si ha a che fare con una clientela varia e occasionale si tengono corsi sull'assertività. Si può essere assertivi con il tipo che fa il furbo scavalcando la coda, con il cliente imbizzarrito che vuole reclamare, con la persona con cui si ha appena avuto un incidente. Poi, certamente, si può esserlo anche con la propria fidanzata o con il migliore amico.
Nell'assertività, porsi in maniera paritaria e rispettosa con l'interlocutore è un fondamento. Altrimenti non è assertività.

Per questo motivo concordo con te che la modalità assertiva nel caso specifico di un'aggressione non è sempre la migliore proprio per la specificità della situazione. Quindi a volte la modalità aggressiva (intimidire, ecc.) diventa giocoforza necessaria, fin quando non si degenera nell'aggressività estrema, ovvero si passa ai fatti.


Ma perche' tu in situazioni o ipotesi di de-escalation ti poni su livelli differenti rispetto all'interlocutore?

L'uso di assertivita' con questa accezione io l'ho mutuato da un lavoro del Dott. Invernizzi che ne parlava a un seminario e avendolo trovato piu' comodo di quello canonico perche' esula dal piano di uguaglianza relazionale l'ho adottato, ma se crea problemi si puo' cambiare, non vi sono particolarmente legato  XD

Quello che dicevo e' che pero' non mi ritrovo con il tuo modello perche' e' opaco per quanto concerne la distinzione tra i due approcci, non credi che etnrambi risulterebbero assertivi e manipolativi al contempo?



I ruoli sociali sono i sottotesti che fanno da "relazione lunga e duratura": io non ho nessun rapporto con "mario rossi" cassiere da mc donald's,ma ne ho avuti parecchi,quasi "istituzionalizati" , con generici cassieri e tendero' a trattare con mario rossi sulla base di essi  :)
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #28 on: February 22, 2012, 18:03:07 pm »
0
Se tutti hanno un ruolo istituzionale che mi impedisce di classificarli come semplicemente "sconosciuti", allora cade il discorso (comunque non corretto in base al termine comunemente inteso) che l'assertività serve solo in relazioni prolungate, perchè di fatto lo sarebbero tutte.

Non capisco perchè dici che io in de-escalation non mi pongo in maniera paritaria, mi sembra di aver scritto l'opposto.
Se adotto un atteggiamento UP innesco (o assecondo perchè impossibilitato a fare altro, ovvero mi preparo a menare) una escalation.
Se adotto un atteggiamento DOWN subisco la violenza.

Assertività e manipolazione sono due comportamenti che generalmente sono tenuti ben distinti.
In generale la manipolazione comporta un bluff (nella situazione che ci interessa; finto UP, faccio il grosso ma magari mi cago sotto e spero che ci caschi, o finto DOWN, fingo di subire e aver paura e aspetto il momento buono per cacciargli la chiave in un occhio).
La manipolazione secondo me (e qui ho discusso con il relatore una volta) è una qualità molto utile al mondo d'oggi.
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Re:Comunicazione 101 (Introduzione,De-escalation e Assertività)
« Reply #29 on: February 22, 2012, 18:13:58 pm »
+1
No,non tutti hanno un ruolo istituzionale,infatti quando incontri qualcuno che rompe i ruoli tradizionali vai in crisi: e' quello che succede in casi come quelli del vandalismo dell'altro 3D, o per usare un esempio folkloristico "il joker di batman"[1][2]:)



Nu, io dico che per te la de-escalation e' paritaria  :)
Ma lo e' anche l'atteggiamento che io chiamo assertivo.

Per te lo sono entrambi no?
Quindi la definizione va stretta perche' coprirebbe entrambi i casi.

E altrettanto risulterebbero manipolativi entrambi gli esempi,perche' non corrispondono al mio modo di sentire,ma a un utilizzo apposito di tecniche per giungere a un obiettivo.


Quello che dico e' che se le definizioni non rilevano la differenza tra i due approcci vuol dire che non sono ideali,no?  :)




La manipolazione e' utilissima IMHO, anche solo per riconoscere ed evitare...
 1. Ma basta pensare alle difficolta' che si manifestano tra culture differenti dove il sotteso relazionale non e' conosciuto...
 2. Io non alzerei troppo la discussione perche' su questa strada si finisce parlare dell'inconoscibilita' dell'altro se considerato completamente alieno oppure della violenza assimilatrice di considerarlo alter-ego, e NO, takuan non e' un invito a farlo :om:
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