Speriamo di non creare un inutile flame con questo mio post...
e che riesca ad esprimere quel che penso senza venir male interpretato
Fai benissimo. Siamo in due.
mmmhhh..non sò..in quanto al combattimento, nel momento in cui vedo lavoro sulla distanza, lavoro di lotta al suolo (tanto per citarne due) senza aver intergrato con altro, deduco che non sia chiaro il campo di applicazione del wx, che palesemente non è nato per quei contesti.
Nessuna Arte è nata fatta per un contesto...
si è evoluta nel tempo dando mano mano focus alle nuove problematiche che si è trovata ad affrontare.
Alcune poi vengono risolte brillantemente, altre no...
fa parte del processo evolutivo...
ovvio che senza un mezzo di "confronto" l'evoluzione è complicata...
ma il confronto non è solo agonistico, noi per esempio lo facciamo con collaborazioni e scambi tra insegnanti e allievi.
Sarebbe anche da discure sul termine marziale...
magari si dovrebbe distinguere tra arti "marziali" e arti "civili"...
visto che ben pochi sono gli stili che sono stati usati marzialmente da degli eserciti regolari.
In un'arte marziale militare probabilmente non ha senso preoccuparsi degli aspetti salutistici per esempio...
non fa parte di quel contesto...
lo scopo è essere funzionale per vincere la guerra...
non essere "funzionale" per tutelare il soldato, spesso i soldati sono stati usati solo come "carne per bantha".
Per tornare al tuo post, sul lavoro sulla distanza non sono d'accordo, per come mi è stato trasmesso è proprio del wt...
la terza forma, per come la vedo io, lavora proprio su questo.
Sul lavoro a terra sono d'accordo, un tempo non ce ne era necessità e non era contemplato...
oggi la necessità esiste...
con questo non significa che il wt debba diventare bjj o competere con il bjj...
ma solo che è divertente e stimolante trovare delle metodiche funzionali collegate e coerenti con il resto dello stile che ti permettano un minimo di gestire il suolo per poi poter ritornare ad un contesto a te più congeniale in piedi.
Non sto parlando di antigrappling e minchiate simili, ma di imparare a proiettare, cadere, chiudersi a terra proteggendosi, imparare a gestire un minimo la posizione a terra e non appena possibile uscire da quel contesto.
Dinamiche proprie per esempio anche dello shuai jiao, ma anche di altri stili cinesi (per esempio nello stile che studiavo prima il Lam Kiun Pak Toi del Maestro Choo Kang Sing era contemplata una vera e propria lotta a terra non troppo dissimile al bjj... e sto parlando di cose insegnate negli anni '80/'90 prima che nascesse il boom bjj in italia).
Comunque è chiaro che a terra il bjj sarà sicuramente sempre migliore e all'avanguardia, proprio perchè è specializzato...
e da noi chi vuole approfondirlo è liberissimo di farlo (e infatti vari lo fanno).
Come ti ho detto a noi non interessa creare supereroi pronti a 360°, ma semplicemente creare persone consapevoli del proprio corpo, delle problematiche generali dei vari contesti e che non si facciano male facendo cose assurde.
Il nostro centro ricerca e le nostre collaborarizioni sono nate proprio per questo scopo.
Io personalmente non insegno nello specifico lotta a terra, ma capita che con i miei allievi o con il mio insegnante ci proiettiamo o semplicemente finiamo a terra e lì cerchiamo semplicemente di limitare i danni...
il combattimento è anche questo.
Di certo non andrò mai a dire ad un mio allievo che con quel poco che gli insegno a terra è in grado di battere una cintura di qualche colore di bjj...
metto sempre ben in chiaro le cose...
l'importante per me è fargli fare esperienza motoria, incidere engrammi e dargli delle idee...
renderlo consapevole ed in grado di giudicare...
se poi vuole approfondire quel campo lo indirizzo da maestri specializzati di quella disciplina.
Ma non parliamo solo di lotta a terra...
altro caso molto più interessante di reinventare (sarebbe meglio dire riscoprire) la ruota per esempio l'ho fatto con le armi.
Sono anni che lavoro e ricerco per riportarle in vita come scherma a sè stante...
ed in questo campo penso di essere riuscito ad ottenere dei discreti risultati, riuscendo oramai tranquillamente ad interagire con praticanti di scherma tradizionale occidentale specializzati in quel contesto.
Ed infatti questa parte dello stile ora la insegno anche come disciplina a sè stante.
Per molti non ha senso questo tipo di approccio?
E' un reinventare la ruota senza senso?
Visto che, dove esistono, non si potranno mai raggiungere livelli delle discipline specializzate in quei campi?
Parere condivisibile...
ma il nostro approccio non esclude quello di fare la disciplina specializzata...
anzi...
chi di noi va a fare queste discipline è fondamentale proprio perchè ci porta indietro degli ulteriori feedback ed idee.
E soprattutto il nostro scopo non è quello di creare una disciplina migliore di un'altra esistente, ma solo di migliorare gli strumenti in nostro possesso per aumentare la consapevolezza del praticante a livello psico-motorio.
Per fare un discorso più generale, io vedo il wt come uno strumento per percepire il corpo e la mente...
e per questo lo uso...
e la percezione / consapevolezza che mi ha sviluppato la trovo molto utile in qualsiasi altro contesto applicativo che mi sono trovato ad affrontare.
Ma questo probabilmente è vero per qualsiasi disciplina affrontata in un certo modo
In quanto alle didattiche, finchè vedo fare IRAS "perchè dà stabilità ecc ecc" deduco che anche la didattica non è chiara o quantomeno è abbondantemente superata al giorno d'oggi.
Se viene insegnata perchè dà stabilità sono perfettamente d'accordo....
Neanche gli altri stili sono semplici, tutt'altro. Avere una didattica chiara e accessibile non significa che il proprio stile sia semplice così come averne una "fumosa" che giustifica le varie difficoltà di apprendimento con un "eh, ma devi vedere cosa c'è al programma successivo per capire meglio" non è segno di un prodotto migliore perchè più complesso (al massimo è più complicato). La d-i-d-a-t-t-i-c-a- del Wx ha fallito in 30 anni che è in occidente. La cosa è palese, è davanti agli occhi di tutti. Le mie parole NON riguardano la tua scuola Pietro, parlo in generale.
La didattica che seguo io non è fumosa per niente...
e non si basa su "
devi vedere cosa c'è al programma successivo per capire meglio"
se una didattica fosse strutturata come dici tu, di nuovo sono perfettamente d'accordo.
Ecco, prendiamo questo come esempio. Sai quante volte l'ho sentito (anche per altre tecniche)?
"Fai questo gesto così "
"Eh ma quando l'ho applicato su mio cugggino non ci sono riuscito"
"Per forza è un principio, mica un tecnica"
"Allora posso farlo anche diversamente?
"No no"
"E' perchè?"
"Perchè altrimenti poi in combatimento ti becchi un colpo"
"Ma come, non avevi detto che non era un tecnica?"
Se sto benedetto kau sao non serve per combattere, perchè per "correggerlo" vengono usati esercizi a coppia che assomigliano al combattimento? Scommetti che se mi vuoi correggere il kao sao mostrandomi come io lo esegua in modo scorretto lo farai "entrandomi" con un pugno?.
Il kau sau spiega un principio di attivazione del braccio, della mano...
l'estetica è funzionale solo per amplificare una sensazione.
Tu trovi fuorviante il fatto che per allenare questa sensazione si usi l'estetica del pugno...
ed il discorso ha un suo senso se l'insegnante non spiega il fine del lavoro ed il fatto che quello non è un pugno (e come potrebbe esserlo visto che sta su una linea vincolata e ad una distanza errata?) ma un semplice strumento didattico per allenare quella sensazione.
Una volta che l'allievo ha percepito e sviluppato quella sensazione allora l'estetica kau sau non serve più e si passa ad usare quella sensazione su qualsiasi dinamica di movimento.
mhà non sò che dirti..a questo punto sarebbe più logico insegnare prima il chi sao e poi il lat sao. Se per essere ben chiaro a che serve il lat sao occorre praticare il chi sao meglio invertire i ruoli nella didattica.
Infatti il chi sau ad un braccio e le routine pugno su pugno o pak pugno speculari o incrociate (non le chiamiamo lat sau proprio perchè è un termine fuorviante e privo di senso) procedono da noi di pari passo e si completano a vicenda.
Se un esercizio per principianti è così complesso va un attimino rivisto eh...
Insegnare l'esercizio senza avere alcune basi è complesso...
non è complesso fare l'esercizio.
Per fare un altro esempio, sparare non è difficile in sè, trasmettere tutto quello che gira intorno allo sparare senza averne la percezione ed il vissuto sì.
Insegnare per sentito dire o in base a quel che si è vissuto sono due cose profondamente diverse secondo me
Se ognuno ne ha dedotto una sua personale opinione da un esercizio per principianti c'è proprio qualcosa che non và. Eliminarlo proprio no eh?
Si può eliminare sì, oppure ridargli un senso e un fine riscoprendolo e ricontestualizzandolo.
https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=10631.0
Il thread l'avevo letto, ma proprio perchè non mi rispecchiavo in quella descrizione del wx non sono intervenuto.
Il wt per me è altro...
e non sto dicendo che quel che faccio io sia meglio o peggio...
semplicemente trovo quella tua analisi un po' limitante rispetto a quel che studio, ma forse come dicevo prima quel che studio io oramai c'entra poco con il wx comunemente inteso (e di nuovo non sto parlando di 1% vs 99%
)
Per il resto, riguardo alla passione con cui portate avanti la vostra ricerca ed ai motivi per cui lo fate nessuno deve avere da ridire in quanto ognuno trova ed "usa" le AM per quello che più gli aggrada ed ogni lavoro va rispettato.
Buona pratica.
Grazie anche a te