Blocco mentale in combattimento

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #30 on: February 22, 2010, 18:45:40 pm »
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In effetti questo è un tasto che non ho trattato a dovere.

Lei dice di arrabbiarsi ma non riuscire a reagire, nel senso che non è paura ma qualcosa simile ad una indecisione permanente...

Anche perchè giustifica l'assenza di paura con il fatto che si allena e combatte contro di noi di sua spontanea volontà.

Penso che parlare sia determinante anche se molte volte non ci riuscirai lo stesso a cavarci un ragno dal buco :-)
Secondo me un'ipotesi potrebbe essere che voi vi conosce e bene o male sa che non le causerete mai danni seri cosa che invece può succedere durante un incontro,inoltre sa come combattete e si comporta di conseguenza. Forse non ha fiducia nella sua copertura,o negli spostamenti e quindi vorrebbe partire ma si blocca per paura di esagerare.Hai mai provato a fargli fare sparring con persone sconosciute e vedere che reazione ha?

Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.

Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.

Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.

Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.


fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.

poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.

Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.

Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.

Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #31 on: February 23, 2010, 08:49:02 am »
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Spero che sia una leggenda metropolitana Aivia
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #32 on: February 23, 2010, 09:28:25 am »
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Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.

Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.

Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.

Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.


fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.

poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.

Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.

Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.

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;D ;D ;D ;D bellissima...ahahah..li avrà ammazzati tutti una volta acquisita la sicurezza!!

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Offline Zer0

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #33 on: February 23, 2010, 16:58:52 pm »
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Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.

Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.

Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.

Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.


fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.

poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.

Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.

Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.

Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.


Spero che sia una leggenda metropolitana :-)
Nel caso fosse vera l'istruttore a parer mio non è un buon istruttore,quando una persona si blocca in difesa può essere per mille motivi,mancanza di fiducia nel tuo attacco,mancanza di fiducia sulle schivate dei colpi,sulle coperture,paura di prendere i colpi e queste sono tutte cose che si possono allenare e migliorare.Far pestare una persona non serve a nulla.Poi è chiaro che c'è chi ha la grinta innata e chi non l'avrà mai,ma visto che si combatte prima con il cervello e poi con la cattiveria penso che ci si possa allenare e diventare buoni atleti che possono accrescere la fiducia nei propri mezzi e giocarsela con molti.Chiaro che un atleta non diventerà mai un campione se non ha grinta da vendere.

Zer0

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Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto?

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Akira

Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #34 on: February 23, 2010, 17:16:41 pm »
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Prima di tutto quotone per No Way Out.
Poi vorrei dare anchio i miei 2 cent.

Da parte mia (che sono un maschietto, ma il punto di partenza è uguale per tutti) l'unico blocco che avvertivo-avverto in sparring è quello di non fare troppo male, col risultato di prenderne di più di quelle che potrei dare. Ma fuori dallo sparring, d'altro canto, non ho mai avuto rimorsi, perchè a mio "agio", nel senso che un conto è fare a botte con il tuo amico, un altro è spaccare le ossa a chi ti aggredisce per davvero.

Ma ora rovescio il ragionamento, tornando in sparring.
Spesso (parlo per me quando ero un ragazzino e facevo sparring le prime volte, senza protezioni se non, per chi l'aveva, la conchiglia) si va in blocco quando ci si mette ad analizzare troppo la situazione. Altri fattori mentali si vanno a frapporre fra la naturale reazione motoria agli attacchi e la loro efficace realizzazione.

Quello più importante è l'ego.
Se si combatte per far vedere quanto siamo bravi, e poi si inizia a prendere qualche colpo, questa convinzione si va ad incrinare, ci si sorprende a pensare di star facendo una brutta figura invece di vedere l'avversario e i suoi colpi. In un contesto di colpi controllati, inoltre, è paradossalmente più difficile "svegliarsi" da questo torpore; d'altro canto, se si inizia a colpire più forte, non è detto che ci si possa riprendere dallo "shock", anzi, è in questo modo che alcune persone più "sensibili" abbandonano la pratica o reprimono il problema, cercando di occultarlo invece di risolverlo.

Poi c'è la paura dei colpi.
Quando si riceve una scarica di pugni, gli atteggiamenti più frequenti sono principalmente 2.
Se il problema è stato occultato e represso, si andrà incontro ai colpi colpendo altrettanto furiosamente; è il caso tipicamente maschile, in cui si ha più paura di perdere la faccia che di farsela spianare dai colpi. E' un problema di ego.

Se il problema non si è risolto in alcun modo, si subirà senza reagire. In questo caso, la paura di prendere i colpi è maggiore della volontà di difendersi. E' il caso, tipicamente femminile, in cui ci si copre, ci si chiude a riccio nell'angolo, e proprio perchè magari i colpi sono controllati si continua a subirli. E' un problema di non-ego.

Io non ho molta esperienza di gare, quelle poche che feci risalgono ai primi anni 90.
Ma ho capito che il problema principale del combattimento consiste nell'atteggiamento, e questo a presindere dal sesso del praticante.
Secondo me, quindi, bisogna lavorare sulle emozioni. Iniziare a colpire piano e poi gradatamente aumentare la potenza. Imparare a subire, prima con colpi leggeri e spinte, e poi accelerare e pestare di più.

Oppure qualsiasi altro metodo di vaccinazione finalizzato alla gestione della paura, del dolore o della fatica.

Comunque, Cavaliere, vedo che i problemi che poni non sono mai banali.
Complimenti. ;)
Gran bel post :)


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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #35 on: February 24, 2010, 11:03:02 am »
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Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.

Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.

Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.

Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.


fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.

poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.

Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.

Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.

Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.


Spero che sia una leggenda metropolitana :-)
Nel caso fosse vera l'istruttore a parer mio non è un buon istruttore,quando una persona si blocca in difesa può essere per mille motivi,mancanza di fiducia nel tuo attacco,mancanza di fiducia sulle schivate dei colpi,sulle coperture,paura di prendere i colpi e queste sono tutte cose che si possono allenare e migliorare.Far pestare una persona non serve a nulla.Poi è chiaro che c'è chi ha la grinta innata e chi non l'avrà mai,ma visto che si combatte prima con il cervello e poi con la cattiveria penso che ci si possa allenare e diventare buoni atleti che possono accrescere la fiducia nei propri mezzi e giocarsela con molti.Chiaro che un atleta non diventerà mai un campione se non ha grinta da vendere.



O quell'istruttore è un pazzo, o è un genio.

Nel primo caso avrebbe fatto quello che ha fatto senza coscienza del perchè, nel secondo avrebbe capito che ognuno di noi è perfettamente in grado di incassare e colpire, ma che il condizionamento anti violenza che abbiamo subito ha trasformato molti di noi in agnelli sacrificali.

Prendere dei colpi forti, significa esorcizzarne la paura, ricevere contatto fisico, porta a togliersi lo shock emotivo da contatto che blocca molte persone.

Questo non è un percorso per tutti. Non è giusto farlo ad una checca.

Ma farlo ad un predatore rivestito con una sottile pellaccia d'agnello socialmente indotta, può spazzare via quel vello maledetto che ci portiamo dietro dall'usanza ebraica dello Yom Kippur, l'agnello sacrificale che si sacrifica per noi a Pasqua, che poi ha dato origine al mito cristiano dell'agnello di Dio che muore sacrificato per noi a Pasqua.

Tutta la nostra cultura è intrisa di belante sacrificio e rinuncia, di sottomissione e prostrazione.

Se 4 calci in bocca possono servire a togliere questo malanno terribile, benvengano.

La differenza tra istruttore pazzo e geniale, a quel punto, sta nel capire a quali allievi riservare questo trattamento e a quali non porterebbe altro che maggiori danni, perchè sono dei remissivi per natura, dei "beta".

Ma per quelli con cui il trattamento funziona, direi che il gioco vale molto più della candela.

Questo metodo, inoltre, è utilizzato anche da quei bastardi che allevano cani da combattimento.

Io però ho parlato di sedute limitate e di contesto controllato  che l'allievo capisce e che può fermare.

Il povero cane diventa sì cattivo ed aggressivo, ma in realtà è spaventato e traumatizzato, essendo sottoposto ad una violenza gratuita sulla quale non ha alcun controllo ne colpa.





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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #36 on: February 24, 2010, 13:40:18 pm »
0

A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.

Sono cose che danno da pensare.
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https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=3886.0

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #37 on: February 24, 2010, 13:43:40 pm »
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A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.

Sono cose che danno da pensare.

Quando dico checche, beninteso, non mi rferisco all'orientamento sessuale ma al carattere.

E comunque non in senso dispregiativo assoluto, ognuno è libero di essere una checca, se è la sua natura.

Vedere però dei killer nati convinti di essere checche dall'educazione quello no, non lo apprezzo.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #38 on: February 24, 2010, 13:57:02 pm »
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A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.

Sono cose che danno da pensare.

Quando dico checche, beninteso, non mi rferisco all'orientamento sessuale ma al carattere.

E comunque non in senso dispregiativo assoluto, ognuno è libero di essere una checca, se è la sua natura.

Vedere però dei killer nati convinti di essere checche dall'educazione quello no, non lo apprezzo.

A chi lo dici, amico!! :(
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #39 on: February 24, 2010, 14:24:01 pm »
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A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.

Sono cose che danno da pensare.

Quando dico checche, beninteso, non mi rferisco all'orientamento sessuale ma al carattere.

E comunque non in senso dispregiativo assoluto, ognuno è libero di essere una checca, se è la sua natura.

Vedere però dei killer nati convinti di essere checche dall'educazione quello no, non lo apprezzo.

A chi lo dici, amico!! :(


E comunque... potrei fare più velocemente un killer di un pianista magro ed introverso che di un pugile pro.

Uno che sa suonare il piano o il violino è qualcuno di cui posso aver paura.

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #40 on: February 24, 2010, 17:04:41 pm »
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Si, ha senso.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #41 on: February 24, 2010, 17:16:31 pm »
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Si, ha senso.


Sono contento che lo capisci, è difficile da spiegare.

La maggior parte dei cattivoni muscolosi che ho conosciuto o visto, sono dei cuccioloni. Anche se sul ring sembrano aggressivi, anche se magari hanno perso la calma e sono finiti in galera per rissa... o anche se hanno premuto il grilletto in un attimo di impulsiva perdita di lucidità... sono dei cuccioloni.

Ma quando una persona riesce ad abbassare lo sguardo, entrare in quello stato particolare e suonare una melodia da pelle d'oca con il piano o il violino... quando una persona ha quell'intelligenza e quella sensibilità da musicista, dove la musica è l'incontro perfetto tra la fredda matematica razionale ed il mondo della creatività e dell'emozione... beh, allora so che potrei farne velocemente un killer. Ha la mente giusta, per la tecnica c'è tempo, per i muscoli, ci sono le lame.

Infatti non mi vergogno assolutamente a dire che il naso me l'ha rotto un musicista intelligentissimo dopo solo 6 mesi di thai, magro ed ex ballerino di classica, circa 30 kg meno di me. Quelli sono dei veri matti... e lucidi per giunta.

Eccolo mentre suona la chitarra, ora sta a Los Angeles:


La canzone nella versione flash del mio sito è una delle sue, tutti gli strumenti li ha suonati lui e poi montati insieme con la voce.
« Last Edit: February 24, 2010, 17:24:04 pm by AiViA »
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #42 on: February 24, 2010, 17:27:17 pm »
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Azz...mi dispiace per il naso.

Vedi, hai espresso ottimamente lo stato mentale che si ah nell'attimo di "generare" la musica, immaginandola o eseguendoa...per i virtuosi i due momenti coincidono.L'incontro tra il ghiaccio della lucidità matematica e il fuoco della creatività razionale, poi, è stato già esaltato da qualcuno, a proposito della Tragedia... ;)
Riuscire a trasferire a tutto il corpo l'abilità che si ha con le dita...
Dattili...se non sbaglio era il nome di un gruppo di demoni dell'antica Grecia, preposti alle arti "manuali".
In effetti ho sempre visto molto vicine l'arte di combattere e di suonare.





 
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #43 on: February 24, 2010, 17:31:32 pm »
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Ho visto il video....e bravo il fan delle Black Death!!!
Il problema dei metallari è che di solito non abbiamo uno stile di vita da atleti, altrimenti il mondo sarebbe già nostro da un pezzo ;)....
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Offline Zer0

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #44 on: February 26, 2010, 10:45:45 am »
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Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.

Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.

Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.


fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.

poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.

Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.

Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.

Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.


Spero che sia una leggenda metropolitana :-)
Nel caso fosse vera l'istruttore a parer mio non è un buon istruttore,quando una persona si blocca in difesa può essere per mille motivi,mancanza di fiducia nel tuo attacco,mancanza di fiducia sulle schivate dei colpi,sulle coperture,paura di prendere i colpi e queste sono tutte cose che si possono allenare e migliorare.Far pestare una persona non serve a nulla.Poi è chiaro che c'è chi ha la grinta innata e chi non l'avrà mai,ma visto che si combatte prima con il cervello e poi con la cattiveria penso che ci si possa allenare e diventare buoni atleti che possono accrescere la fiducia nei propri mezzi e giocarsela con molti.Chiaro che un atleta non diventerà mai un campione se non ha grinta da vendere.



O quell'istruttore è un pazzo, o è un genio.

Nel primo caso avrebbe fatto quello che ha fatto senza coscienza del perchè, nel secondo avrebbe capito che ognuno di noi è perfettamente in grado di incassare e colpire, ma che il condizionamento anti violenza che abbiamo subito ha trasformato molti di noi in agnelli sacrificali.

Prendere dei colpi forti, significa esorcizzarne la paura, ricevere contatto fisico, porta a togliersi lo shock emotivo da contatto che blocca molte persone.

Questo non è un percorso per tutti. Non è giusto farlo ad una checca.

Ma farlo ad un predatore rivestito con una sottile pellaccia d'agnello socialmente indotta, può spazzare via quel vello maledetto che ci portiamo dietro dall'usanza ebraica dello Yom Kippur, l'agnello sacrificale che si sacrifica per noi a Pasqua, che poi ha dato origine al mito cristiano dell'agnello di Dio che muore sacrificato per noi a Pasqua.

Tutta la nostra cultura è intrisa di belante sacrificio e rinuncia, di sottomissione e prostrazione.

Se 4 calci in bocca possono servire a togliere questo malanno terribile, benvengano.

La differenza tra istruttore pazzo e geniale, a quel punto, sta nel capire a quali allievi riservare questo trattamento e a quali non porterebbe altro che maggiori danni, perchè sono dei remissivi per natura, dei "beta".

Ma per quelli con cui il trattamento funziona, direi che il gioco vale molto più della candela.

Questo metodo, inoltre, è utilizzato anche da quei bastardi che allevano cani da combattimento.

Io però ho parlato di sedute limitate e di contesto controllato  che l'allievo capisce e che può fermare.

Il povero cane diventa sì cattivo ed aggressivo, ma in realtà è spaventato e traumatizzato, essendo sottoposto ad una violenza gratuita sulla quale non ha alcun controllo ne colpa.



Rispetto il tuo modo di pensare ma per me continua a non essere un buon istruttore.Non tutti vogliono diventare atleti,non tutti vogliono raggiungere risultati importanti, non tutti vogliono combattere e non tutti necessitano di "cure" particolari.Io come istruttore do i mezzi poi se uno ha difficoltà lo aiuto e magari lo metto anche davanti a prove faticose,dolorose,ma tutto a suo tempo,dopo l'acquisizione di preparazione/tecnica/tattica/consapevolezza.
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