Prima di tutto quotone per No Way Out.
Poi vorrei dare anchio i miei 2 cent.
Da parte mia (che sono un maschietto, ma il punto di partenza è uguale per tutti) l'unico blocco che avvertivo-avverto in sparring è quello di non fare troppo male, col risultato di prenderne di più di quelle che potrei dare. Ma fuori dallo sparring, d'altro canto, non ho mai avuto rimorsi, perchè a mio "agio", nel senso che un conto è fare a botte con il tuo amico, un altro è spaccare le ossa a chi ti aggredisce per davvero.
Ma ora rovescio il ragionamento, tornando in sparring.
Spesso (parlo per me quando ero un ragazzino e facevo sparring le prime volte, senza protezioni se non, per chi l'aveva, la conchiglia) si va in blocco quando ci si mette ad analizzare troppo la situazione. Altri fattori mentali si vanno a frapporre fra la naturale reazione motoria agli attacchi e la loro efficace realizzazione.
Quello più importante è l'ego.
Se si combatte per far vedere quanto siamo bravi, e poi si inizia a prendere qualche colpo, questa convinzione si va ad incrinare, ci si sorprende a pensare di star facendo una brutta figura invece di vedere l'avversario e i suoi colpi. In un contesto di colpi controllati, inoltre, è paradossalmente più difficile "svegliarsi" da questo torpore; d'altro canto, se si inizia a colpire più forte, non è detto che ci si possa riprendere dallo "shock", anzi, è in questo modo che alcune persone più "sensibili" abbandonano la pratica o reprimono il problema, cercando di occultarlo invece di risolverlo.
Poi c'è la paura dei colpi.
Quando si riceve una scarica di pugni, gli atteggiamenti più frequenti sono principalmente 2.
Se il problema è stato occultato e represso, si andrà incontro ai colpi colpendo altrettanto furiosamente; è il caso tipicamente maschile, in cui si ha più paura di perdere la faccia che di farsela spianare dai colpi. E' un problema di ego.
Se il problema non si è risolto in alcun modo, si subirà senza reagire. In questo caso, la paura di prendere i colpi è maggiore della volontà di difendersi. E' il caso, tipicamente femminile, in cui ci si copre, ci si chiude a riccio nell'angolo, e proprio perchè magari i colpi sono controllati si continua a subirli. E' un problema di non-ego.
Io non ho molta esperienza di gare, quelle poche che feci risalgono ai primi anni 90.
Ma ho capito che il problema principale del combattimento consiste nell'atteggiamento, e questo a presindere dal sesso del praticante.
Secondo me, quindi, bisogna lavorare sulle emozioni. Iniziare a colpire piano e poi gradatamente aumentare la potenza. Imparare a subire, prima con colpi leggeri e spinte, e poi accelerare e pestare di più.
Oppure qualsiasi altro metodo di
vaccinazione finalizzato alla gestione della paura, del dolore o della fatica.
Comunque, Cavaliere, vedo che i problemi che poni non sono mai banali.
Complimenti.