Blocco mentale in combattimento

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #60 on: March 03, 2010, 17:39:10 pm »
0
@Wolvie. Sì, certo esistono quelli che la prendono sul serio ed hanno gli occhi fuori dalla testa in allenamento, ma lui parlava proprio di un blocco anche nei confronti dei nuovi arrivati, quindi non degli stronzi presuntuosi.

Può sembrare un blocco dato dalla bontà, ma lo è solo se si considera fare guanti come uno scontro di strada.

Se invece lo si prende per ciò che è, ovvero giocare tra adulti ed amici per imparare insieme, allora non c'è più motivo di non partire per primi, sapendo che si sta giocando e non si sta combattendo per dimostrare alcunchè.

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #61 on: March 03, 2010, 17:42:55 pm »
0
Meditando sui vari post inseriti, mi è venuta in mente un'altra linea per questa discussione.

Personalmente sono un buon incassatore, visto che mi muovo in modo molto "piantato" (in effetti dovrei migliorare molto il gioco di gambe & gli spostamenti). In genere tendo ad aspettare il momento giusto per assestare qualche buon colpo, mirando a punti esatti.

Spesso mi capita di pensarci un paio di volte prima di sparare il colpo e, se il mio avversario è nuovo della palestra (diciamo che il maestro fa' iniziare lo sparring dopo un paio di mesi), evito proprio di partire almeno quattro volte su cinque.

A me sembra utile, anche perchè mi dispiace colpire qualcuno agl'inizi... Secondo voi?

secondo me, dietro una facciata di rispetto e buonismo nascondi una mancata comprensione del setting relazionale all'interno del gioco sportivo-ring.

il saltellare fa accedere alle parti del cervello del gioco e della sfida tra pari.  Invece rimani piantato a terra come in un vero scontro, non accettando più o meno consciamente la regola giocosa dello scambio regolamentato, per quanto aggressivo.

Ulteriore conferma arriva dal fatto che per entrare in guerra hai bisogno di un casus belli, d'esser colpito per primo, dimostrando così di prendere sul serio quello che invece è un gioco.

Un gioco se vogliamo violento e non senza rischi, ma sempre un gioco tra adulti consenzienti.

Quindi non credo al tuo buonismo, ma solo alla tua rabbia repressa che attende una razionalizzazione per motivare la propria esplosione.

E' normale, in un maschio umano non castrato.

Ma se ne prendi coscienza davvero, non solo razionalmente, riuscirai presto a percepire come gioco quello che è un gioco, una sfida, e a lasciarti andare al divertimento che nel caso dei guanti è un divertimento condiviso e costruttivo tra due persone che vogliono aiutarsi ad imparare.





Mah, io parto dal concetto che devo chiudere la partita il prima possibile, sparring o meno. Il che mi catapulta spesso in una dimensione abbastanza estranea dal concetto di botte-gioco.

Comunque credo che la tua sia un'analisi giusta, ma non condivido l'aspetto della rabbia. Parecchi anni fà ti avrei dato ragione, ora che sono cresciuto dentro, credo che sia molto diverso.

A pensarci bene, il fatto che non ceda con i nuovi, può derivarmi dal fatto che possono entrare male e far male ad entrambi, quindi vado a tutelarmi.
Con i vecchi compagni di allenamento, resto sullo stesso stile, ma gli scambi sono di sicuro più divertenti, ma resto sempre su di una solida difesa.
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #62 on: March 03, 2010, 17:53:49 pm »
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@Wolvie. Sì, certo esistono quelli che la prendono sul serio ed hanno gli occhi fuori dalla testa in allenamento, ma lui parlava proprio di un blocco anche nei confronti dei nuovi arrivati, quindi non degli stronzi presuntuosi.

Può sembrare un blocco dato dalla bontà, ma lo è solo se si considera fare guanti come uno scontro di strada.

Se invece lo si prende per ciò che è, ovvero giocare tra adulti ed amici per imparare insieme, allora non c'è più motivo di non partire per primi, sapendo che si sta giocando e non si sta combattendo per dimostrare alcunchè.



Ecco, infatti...
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #63 on: March 03, 2010, 18:12:06 pm »
+1
Meditando sui vari post inseriti, mi è venuta in mente un'altra linea per questa discussione.

Personalmente sono un buon incassatore, visto che mi muovo in modo molto "piantato" (in effetti dovrei migliorare molto il gioco di gambe & gli spostamenti). In genere tendo ad aspettare il momento giusto per assestare qualche buon colpo, mirando a punti esatti.

Spesso mi capita di pensarci un paio di volte prima di sparare il colpo e, se il mio avversario è nuovo della palestra (diciamo che il maestro fa' iniziare lo sparring dopo un paio di mesi), evito proprio di partire almeno quattro volte su cinque.

A me sembra utile, anche perchè mi dispiace colpire qualcuno agl'inizi... Secondo voi?

secondo me, dietro una facciata di rispetto e buonismo nascondi una mancata comprensione del setting relazionale all'interno del gioco sportivo-ring.

il saltellare fa accedere alle parti del cervello del gioco e della sfida tra pari.  Invece rimani piantato a terra come in un vero scontro, non accettando più o meno consciamente la regola giocosa dello scambio regolamentato, per quanto aggressivo.

Ulteriore conferma arriva dal fatto che per entrare in guerra hai bisogno di un casus belli, d'esser colpito per primo, dimostrando così di prendere sul serio quello che invece è un gioco.

Un gioco se vogliamo violento e non senza rischi, ma sempre un gioco tra adulti consenzienti.

Quindi non credo al tuo buonismo, ma solo alla tua rabbia repressa che attende una razionalizzazione per motivare la propria esplosione.

E' normale, in un maschio umano non castrato.

Ma se ne prendi coscienza davvero, non solo razionalmente, riuscirai presto a percepire come gioco quello che è un gioco, una sfida, e a lasciarti andare al divertimento che nel caso dei guanti è un divertimento condiviso e costruttivo tra due persone che vogliono aiutarsi ad imparare.





Mah, io parto dal concetto che devo chiudere la partita il prima possibile, sparring o meno. Il che mi catapulta spesso in una dimensione abbastanza estranea dal concetto di botte-gioco.

Comunque credo che la tua sia un'analisi giusta, ma non condivido l'aspetto della rabbia. Parecchi anni fà ti avrei dato ragione, ora che sono cresciuto dentro, credo che sia molto diverso.

A pensarci bene, il fatto che non ceda con i nuovi, può derivarmi dal fatto che possono entrare male e far male ad entrambi, quindi vado a tutelarmi.
Con i vecchi compagni di allenamento, resto sullo stesso stile, ma gli scambi sono di sicuro più divertenti, ma resto sempre su di una solida difesa.

mi piace molto allenarmi (prima dell'incidente in moto e spero prima possibile) con un ragazzo che fa thai ed è molto più bravo di me.

facciamo sparring facendoci a volte un po' male, ma con molto rispetto e come se stessimo ballando, senza voler chiudere subito ma cercando invece di capire come migliorare, evidenziando magari con un colpo un errore dell'altro ma solo per mostrargli la sua apertura e compiacendoci se migliora.

è una sensazione molto bella, si può profondere affetto e manifestare amicizia tirandosi delle ginocchiate in clinch.

Poi quando sbaglio lui mi spiega, magari allontanadosi per parlare.

anche se la mia thai è ridicola rispetto alla sua, sto bene se mi attacca per primo ed anche se attacco io per primo, così come sto bene se cerca di entrare mettendo a nudo le mie carenze.

Questo, secondo me, dovrebbe essere "fare guanti" o "fare sparring".

se dovessimo davvero finire subito la prima cosa che farei sarebbe raccogliere un oggetto pesante o appuntito e finirlo. il resto è giocare.

Non nel senso dispregiativo infantile del termine, ma nel senso costruttivo di gioco come esplorazione e mutuo miglioramento.

tanto più se uno dei due è nuovo e dev'essere guidato un po'.

Comunque capisco perfettamente la tua "paura" che il principiante entri in modo scoordinato e vi facciate male entrambi.

Questo sottolinea ancora di più la natura di gioco: bisogna stare alle regole e muoversi in un modo promesso e condiviso altrimenti ci si fa male. 

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #64 on: March 03, 2010, 19:57:45 pm »
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Non vedo l'ora di poter venire lì a Bologna per allenarmi un pò con voi, allora.
Per adesso non se ne parla, ma c'è un buon motivo, poi te lo spiego meglio a cose fatte. ;)
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #65 on: March 04, 2010, 10:39:15 am »
0

Questo sottolinea ancora di più la natura di gioco: bisogna stare alle regole e muoversi in un modo promesso e condiviso altrimenti ci si fa male. 



Credo che hai ragione. :D
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #66 on: March 04, 2010, 15:02:07 pm »
+1

Questo sottolinea ancora di più la natura di gioco: bisogna stare alle regole e muoversi in un modo promesso e condiviso altrimenti ci si fa male. 



Credo che hai ragione. :D

Se riesci a viverla come un gioco, anche saltellare ti verrà più spontaneo, perchè in un vero combattimento il corpo vuole tutto tranne saltellare.

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #67 on: March 04, 2010, 15:58:43 pm »
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Eh, si.

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Offline Diego

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #68 on: March 04, 2010, 18:11:16 pm »
0
Con un mio amico invece lo sparring diventa il gioco di chi parte per ultimo, essendo entrambi attendisti per giocare d'intercettazione (da parte mia onestamente è una necessità per le mie leve molto più corte rispetto alle sue e la sua ottima gestione del maggiore allungo).
Se uno di noi non si “sacrificasse” partendo per primo non ci sarebbe mai uno scambio.  ;D

Interessante la considerazione sul saltello legata al gioco. Pur ritenendo lo sparring molto educativo ma  anche altrettanto  distante dalla realtà, devo riconoscere di non aver mai saltellato in vita mia e quasi di odiare i saltelli da combattimento. 

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #69 on: March 04, 2010, 19:40:15 pm »
0
Con un mio amico invece lo sparring diventa il gioco di chi parte per ultimo, essendo entrambi attendisti per giocare d'intercettazione (da parte mia onestamente è una necessità per le mie leve molto più corte rispetto alle sue e la sua ottima gestione del maggiore allungo).
Se uno di noi non si “sacrificasse” partendo per primo non ci sarebbe mai uno scambio.  ;D

Interessante la considerazione sul saltello legata al gioco. Pur ritenendo lo sparring molto educativo ma  anche altrettanto  distante dalla realtà, devo riconoscere di non aver mai saltellato in vita mia e quasi di odiare i saltelli da combattimento. 

Il gioco di gambe saltellante nasce alla fine dell'800 solo in funzione del regolamento del pugilato.

Nella Thai più che saltelli si effettuano degli spostamenti di peso tra una gamba e l'altra per poter calciare alla maniera thai.

Nel karate sportivo si saltella per entrare ed uscire dalla distanza e poter fare punto.

ma tutti e tre questi metodi di combattimento, se inseriti in un contesto in cui si può anche lottare, smettono subito di saltellare.

quando il rischio è reale il corpo cerca il grounding, protegge il ventre, piega leggermente le gambe e sta ben piantato a terra.

quando saltelli, sa che stai giocando a chi è più bravo.

gli sport da combattimento sono considerati combattimento perchè ci si colpisce e ci si fa male, ma se fossero davvero combattimento i due contendenti smetterebbero subito di saltellare in cerchio e si avventerebbero sull'altro, con passi e non saltelli.



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Offline Diego

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #70 on: March 04, 2010, 19:53:52 pm »
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quando il rischio è reale il corpo cerca il grounding, protegge il ventre, piega leggermente le gambe e sta ben piantato a terra.

Quindi la posizione più istintiva in caso di pericolo è quella che si consiglia normalmente, se impossibilati alla fuga, a mani nude contro aggressore  con coltello?

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #71 on: March 04, 2010, 21:36:37 pm »
0
non so,i passi strisciati per mantenere il grouding sono tipici da tatami.nei duelli di spada giapponese,su un terreno accidentato,si salta per non affrontare l attrito del terreno.
inoltre il gioco,di cui i salti fanno parte,è il modo in cui i predatori cuccioli si allenano fra di loro per predare,una volta diventati adulti e indipendenti,le prede...quindi il gioco una sua valenza ce l ha..

il grounding è importante quindi,ma anche per saper volare...
però"prima impara a stare in piedi,poi impara a volare.natura insegna,non uomo"(M° Miyagi a Daniel Larusso".

wing chun dice
"sii saldo come una roccia"
"posizione di adduzione come a stringere una capra tra le gambe"
"testa spinge verso il cielo"
"schiena diritta,bacino in dentro"
"ventre di cotone"

tutto questo crea radicamento.

non ho parlato di ginocchia flesse,perchè non credo si debbano"flettere",ma magari sbaglio..

comq tutto questo IMHO

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #72 on: March 05, 2010, 01:14:32 am »
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quando il rischio è reale il corpo cerca il grounding, protegge il ventre, piega leggermente le gambe e sta ben piantato a terra.

Quindi la posizione più istintiva in caso di pericolo è quella che si consiglia normalmente, se impossibilati alla fuga, a mani nude contro aggressore  con coltello?

in un contesto dove tutto è permesso, credo di sì.

guarda anche solo uno striker che si presenta al vale tudo: dopo un po' capisce che è meglio stare frontali e un po' piantati.

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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #73 on: March 05, 2010, 01:23:17 am »
0
non so,i passi strisciati per mantenere il grouding sono tipici da tatami.nei duelli di spada giapponese,su un terreno accidentato,si salta per non affrontare l attrito del terreno.
inoltre il gioco,di cui i salti fanno parte,è il modo in cui i predatori cuccioli si allenano fra di loro per predare,una volta diventati adulti e indipendenti,le prede...quindi il gioco una sua valenza ce l ha..

il grounding è importante quindi,ma anche per saper volare...
però"prima impara a stare in piedi,poi impara a volare.natura insegna,non uomo"(M° Miyagi a Daniel Larusso".

wing chun dice
"sii saldo come una roccia"
"posizione di adduzione come a stringere una capra tra le gambe"
"testa spinge verso il cielo"
"schiena diritta,bacino in dentro"
"ventre di cotone"

tutto questo crea radicamento.

non ho parlato di ginocchia flesse,perchè non credo si debbano"flettere",ma magari sbaglio..

comq tutto questo IMHO

sono io lo stronzo che uso la parola gioco in due accezioni diverse anche nella stessa frase.

quando parlo di cuccioli umani o di altri animali che imparano giocando, mi riferisco al giocare.

quando parlo di sport da combattimento con regole rigide e ritualizzate mi riferisco al significato di gioco come contrario di faccenda seria.

in pratica per dirla con plee, mi riferisco al combattimento rituale di sfida al contrario di un combattimento predatorio di sopravvivenza.

dicendo grounding e passi non intendevo la camminata strisciata sui binari del ken jutsu, ma semplicemente il camminare alternando le gambe contrapposto al saltellare mantenendo una guardia monolaterale.

mi rendo conto che a mettere per iscritto dei movimenti si può fare una gran confusione.

probabilmente se fossimo tutti quanti in una palestrina a parlare e mostrare, saremmo tutti più o meno d'accordo.

riguardo al saltare, è diverso dal saltellare.

saltellare lo si fa avanti e indietro mantenendo la guardia, questo non è tipico del combattimento sotto stress o predatorio.

saltare penso tu intenda, come me, compiere dei balzi, verso l'altro, alternando le gambe o con entrambe le gambe, questo è già più umano e naturale, considerando che la distanza di pugno è una distanza da sfida che in un vero combattimento la si mantiene il meno possibile, balzando fuori da essa o verso l'avversario.


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Re:Blocco mentale in combattimento
« Reply #74 on: March 05, 2010, 09:24:41 am »
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sono io lo stronzo che uso la parola gioco in due accezioni diverse anche nella stessa frase.

Beh non credo che sei l'ultimo arrivato, comunque anche l'italiano unilaterale presenta il rischio di equivoco.  ;)

Io comunque con concordo con AiViA quando dice che in un contesto serio, ci chiudiamo un po' a tartaruga e tendiamo a restare fermi e vigili.
Il saltellare e lo spostare il peso, inoltre, penso abbiano la stessa valenza tattica, ma eseguite in modo diverso.
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