kihon

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Re:kihon
« Reply #30 on: February 29, 2012, 22:09:36 pm »
0
grazie ryu,sempre molto esauriente :)

ma quindi,secondo te,il rapporto di tempo che ci dovrebbe essere fra kihon ed esercizi a coppie qual'è?
al momento sto sperimentando nuove didattiche ed ho notato sui novizi,che limitando i kihon ai colpi base per far capire le dinamiche e dare un minimo d'impostazione(le 3 parate senza gedan barai-che praticamentee non usiamo-+jun tsuki+mae geri) e passando direttamente a KK studiati appositamente per il footwork e distanze o ad altri per studiare il mawashi (sono esempi eh..) la progressione è stata più veloce,anche in termini di coordinazione e comprensione della tecnica.
l'anno scorso la lezione iniziava grosso modo come spiegato dal buon Luca Bagnoli,i ragazzi nuovi di quest'anno però hanno già praticamente raggiunto i "vecchi" compagni.
ovvio che magari ho solo beccato ragazzi predisposti sto giro,per quello voglio capire.
scusa il papiro :)
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Re:kihon
« Reply #31 on: February 29, 2012, 22:20:55 pm »
+2
mi intrometto  :)
personalmente ritengo che kihon ed esercizi a coppie siano concatenati, uno serve a comprendere meglio l'altro.

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Re:kihon
« Reply #32 on: February 29, 2012, 22:57:36 pm »
0
piacere di leggerti uechi :)
non sto mettendo in dubbio l'utilità dei kihon,mica sono così arrogante ;)
sto tentando di capire il giusto rapporto che devono avere nell'allenamento :)
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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re:kihon
« Reply #33 on: February 29, 2012, 23:08:56 pm »
0
piacere di leggerti uechi :)
non sto mettendo in dubbio l'utilità dei kihon,mica sono così arrogante ;)
sto tentando di capire il giusto rapporto che devono avere nell'allenamento :)
grazie  :)
no, non volevo dire che tu stessi mettendo in dubbio l'utilita dei kihon, volevo solo dire che non ritengo debba passare tempo tra la pratica dei kihon e del lavoro a coppie, li ritengo strettamente legati

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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re:kihon
« Reply #34 on: February 29, 2012, 23:10:08 pm »
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aspetta, forse ho frainteso?? :-[
tu forse intendi quanto tempo dedicare ad uno o all'altro durante la lezione?


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Offline nameganai

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Re:kihon
« Reply #35 on: February 29, 2012, 23:13:24 pm »
0
non proprio durante la lezione (perchè comunque tendo a variare) ma in media nell'allenamento.
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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re:kihon
« Reply #36 on: February 29, 2012, 23:27:52 pm »
0
non proprio durante la lezione (perchè comunque tendo a variare) ma in media nell'allenamento.
come ha detto bagnoli il kihon andrebbe fatto sempre, ad ogni lezione.
idealmente anche il lavoro a coppie (applicazione in movimento del kihon) dal mio punto di vista andrebbe fatto sempre.

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Offline Dipper

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Re:kihon
« Reply #37 on: February 29, 2012, 23:58:02 pm »
+2
mi intrometto  :)
personalmente ritengo che kihon ed esercizi a coppie siano concatenati, uno serve a comprendere meglio l'altro.
Ma quale intromettersi ??? Era ora che ti facessi vivo :grrr:

grazie ryu,sempre molto esauriente :)

ma quindi,secondo te,il rapporto di tempo che ci dovrebbe essere fra kihon ed esercizi a coppie qual'è?
al momento sto sperimentando nuove didattiche ed ho notato sui novizi,che limitando i kihon ai colpi base per far capire le dinamiche e dare un minimo d'impostazione(le 3 parate senza gedan barai-che praticamentee non usiamo-+jun tsuki+mae geri) e passando direttamente a KK studiati appositamente per il footwork e distanze o ad altri per studiare il mawashi (sono esempi eh..) la progressione è stata più veloce,anche in termini di coordinazione e comprensione della tecnica.
l'anno scorso la lezione iniziava grosso modo come spiegato dal buon Luca Bagnoli,i ragazzi nuovi di quest'anno però hanno già praticamente raggiunto i "vecchi" compagni.
ovvio che magari ho solo beccato ragazzi predisposti sto giro,per quello voglio capire.
scusa il papiro :)
Secondo me la tua intuizione è vincente. Ti spiego... per quella che è la mia esperienza ci sono tre modi di studiare le tecniche e di mixare kihon e kihon kumite, in ordine crescente di efficienza:
1) Metodo a gradini. Prima impari bene il pugno, poi impari bene a tirarlo da fermo, poi impari a fare oi tsuki, poi impari a farlo in kihon kumite ma sempre pianino e via dicendo, poi impari il kizami, poi magari i colpitori... E' diffuso ma errato, perchè la tecnica non viene assimilata nel suo complesso e si imparano tanti spezzoni slegati che poi non è vero che vanno insieme automaticamente, anzi, molto facilmente si sommano i difetti di tutti. Dopotutto non si è mai visto un calciatore che prima impara solo a portare la palla, poi solo a crossare, poi solo a tirare i rigori...
Inoltre tirare sempre i colpi a vuoto dà una percezione completamente errata del colpo che dovrebbe essere forte (e qui si entrerebbe in un altro discorso che magari approfondiamo in seguito perchè merita).
2) Metodo spaccakulo. Mena, mena, mena e magari ogni tanto fai kihon perchè fa molto tradizionale... sicuramente meglio del precedente, inizialmente si hanno progressi enormi rispetto a quello. Il problema è che concentrandoti troppo a colpire (come spiegavo prima), per quanto diventi tosto, ti porti dietro facilmente una tecnica che rimane sporca, imperfetta, con molti difetti che si consolidano, classica è l'eccessiva contrattura delle spalle ad esempio.
3) La giusta via di mezzo. Come ho scritto prima e come ribadito giustamente da Uechi, kihon e kihon kumite devono iniziare a dialogare da subito, in modo che, sotto l'attento occhio del sensei, si acquisisca  percezione reale delle tecniche e nel contempo si lavori sul perfezionamento per la ricerca di cui sopra.
Importante è che le tecniche non vengano subito spezzettate (per lo meno non solo) ma le basi del movimento così come deve essere portato vanno gettate da subito. Poi casomai nel contempo si fa anche un po' di ido kihon che secondo me ha pure i suoi lati positivi. Tutto questo IMHO costituisce una parte importante della ricetta per costituire quei karateka (o altri tipi di striker) che sono piume quando si muovono ma quando entrano diventano macigni.
Quali siano le dosi giuste del mix credo che dipenda dal livello del'allievo e dalla sensibilità del sensei, ma anche dal momento. Non è detto che debbano essere costanti e anzi credo che un continuo oscillare dalla prevalenza (moderata) di un aspetto all'altro sia molto stimolante.
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Re:kihon
« Reply #38 on: March 01, 2012, 00:32:17 am »
0
bene Ryu,felice che tu abbia capito il mio discorso.
il mio cambiamento di rotta è stato dettato dal fatto che la metodica che si usava da noi creava finti karateka (finti perchè io non sono certamente in grado di insegnare karate,nè facciamo karate..),studiare fondamentali per dare impostazioni che poi non si usano con la scusa che servono per l'equilibrio,postura ecc non mi convinceva,se non altro perchè ogni stile ha concetti di movimento propri,ma essendo la maggior parte dei nostri praticanti provenienti dal karate era prassi usare la didattica standard di quest'ultimo,non avendo il KJ una didattica nata per la diffusione in palestra.
i kihon erano palesemente ispirati a quelli del wado.

per questo mi sono dato al jj moderno,per assimilare una didattica che vedevo ottimale anche per il KJ,adattandone il modus operandi.
a sentire il maestrone e i colleghi lombardi funziona egregiamente e si sta procedendo su questa strada a livello sperimentale nel mio dojo (anche perchè siamo comunque spronati ad avere il "nostro" kj)

molte idee,per dare a cesare quel che è di cesare,me le avete date proprio voi con le vostre discussioni :)
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Offline Shurei-Kan

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Re:kihon
« Reply #39 on: March 01, 2012, 09:20:23 am »
0
Bella discussione ragazzi!  :thsit:

Vorrei intervenire anch'io e ho un po di considerazioni da fare ......ma non ho testa ne tempo.  :-[

Comunque voglio dire che in linea di massima sposo la tesi di Ryujin (vedi punto 3 del post poco sopra).

Bravo Name, usa la testa, fai esperienza e prova. Non esiste un metodo unico o migliore, molto dipende dal gruppo (sono bambini? ragazzi? adulti? sono svegli o rincoglioniti?) e molto dipende anche da te.

Un Istruttore esegue il compitino assegnatogli, piglia il programma, lo legge e lo applica nello stesso identico modo con cui lo ha imparato 10 anni prima in un contesto e in un gruppo che non può essere mai lo stesso, il più delle volte può essere (appena) sufficiente e accontentare buona parte del gregge. Un Maestro (e per inciso io non lo sono ancora ma prometto di studiare per diventarlo) deve pretendere molto di più dalla sua didattica di insegnamento. Deve capire chi ha di fronte. Quale strada di volta in volta è meglio seguire e possedere esperienza e intuizione per fare di volta in volta il meglio possibile.
Sapere, saper fare, saper trasmettere sono 3 mondi distanti anni luce tra loro.

Vi seguo.......  :)
« Last Edit: March 01, 2012, 09:22:47 am by Shurei-Kan »


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Re:kihon
« Reply #40 on: March 01, 2012, 12:23:03 pm »
0
Bella discussione ragazzi!  :thsit:


ma grazie,merito di ryu,quando si parla con lui è un piacere proporre le propire idee :)


Vorrei intervenire anch'io e ho un po di considerazioni da fare ......ma non ho testa ne tempo.  :-[

Comunque voglio dire che in linea di massima sposo la tesi di Ryujin (vedi punto 3 del post poco sopra).


non vedo l'ora di sentire le tue considerazioni


Bravo Name, usa la testa, fai esperienza e prova. Non esiste un metodo unico o migliore, molto dipende dal gruppo (sono bambini? ragazzi? adulti? sono svegli o rincoglioniti?) e molto dipende anche da te.


ho prevalentemente adulti,in parte svegli,in parte rincoglioniti,purtroppo pochi adolescenti,troppo presi evidentemente dall'onanismo :dis:


Un Istruttore esegue il compitino assegnatogli, piglia il programma, lo legge e lo applica nello stesso identico modo con cui lo ha imparato 10 anni prima in un contesto e in un gruppo che non può essere mai lo stesso, il più delle volte può essere (appena) sufficiente e accontentare buona parte del gregge. Un Maestro (e per inciso io non lo sono ancora ma prometto di studiare per diventarlo) deve pretendere molto di più dalla sua didattica di insegnamento. Deve capire chi ha di fronte. Quale strada di volta in volta è meglio seguire e possedere esperienza e intuizione per fare di volta in volta il meglio possibile.
Sapere, saper fare, saper trasmettere sono 3 mondi distanti anni luce tra loro.

Vi seguo.......  :)
esatto,io ci provo,aiutato dal sistema che abbiamo adottato per gli istruttori,dove non si viene autorizzati a dare nessun grado,se prima non si è dimostrato di saperlo insegnare ad un'allievo (che viene esaminato dal maestrone valutando il lavoro dell'istruttore)così solo chi riesce a trasmettere può definirsi maestro (abbiamo proprio i "dan" diversi fra chi sa insegnare-rossi- e chi conosce solo il programma-bianchi- )anche se mi accorgo che spesso "divago" troppo...

p.s. bello il tuo avatar.
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Offline Mentore

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Re:kihon
« Reply #41 on: March 02, 2012, 09:38:35 am »
+1
i kihon kumite servono? e quelli a vasche? quoto in parte luca. comunque li trovo utili almeno x i principianti

per servire serve tutto,ma il mio ragionamento è atto a scremare quello che serve di più per determinato scopo.
sarà l'influenza dell jj,ma trovo che lavorare a coppie,oltre che più divertente,sia didatticamente più corretto. senza contare che nel KK mentre tu alleni il tuo tsuki (come se fossi da solo in kihon) il tuo compagno allena altro.
ovvio che se sono fatti a macchinetta non servono ad una cippa manco questi...

Da un punto di vista "filosofico" non hai torto, ma bisogna far le cose anche per gradi di complessità. Dal punto di vista dello sforzo nervoso/coordinativo è molto importante lavorare sui kihon a vuoto. Penso valga la stessa cosa per la shadow boxing nella boxe.

Se ci fate caso tutto sta, in un allenamento ben condotto, a massimizzare i risultati.

Kihon a vuoto => Shadow boxing e studio tecnico (impostazione di traiettorie e tecniche fisiologicamente "perfette" e relativo perfezionamento).

Kihon kumite => Applicazione di tecniche in contesto "uno a uno" con un aumento di difficoltà dovuto all'adattamento necessario per un partner (differente statura, differente disposizione fisica, mobilità...).

Tecniche su scudi, pao, sacco => Sacco, punching ball, punching bag, scudi (Tecniche "in libertà": applicazione quasi completamente libera non più delle traiettorie stilizzate, ma dei principi di generazione della forza acquisiti)

Combattimento libero => Ring (applicazione delle metodiche di movimento acquisite e provate su avversario reale o realistico).

Poi è ovvio che tutto dipende. Se io vado in una palestra dove basta un urlaccio a far svenire il compagno di palestra, beh...  >:(