Ciao
Mi autopubblicizzo autointervistandomi.
Dopo circa due anni sto ultimando il mio romanzo.
Il titolo momentaneo è SATURNO DIETRO IL QUADRANTE.
Chi è mio amico su Facebook sa che ogni tanto già spacco i coglioni con sta cosa.
Ho da poco terminato la parte più complicata, poichè su una materia non di mia diretta competenza, adesso dovrebbe essere in discesa.
Sta venendo un po' lunghetto, molto + di quanto avessi prospettato.
Ad ogni modo, questa è l'autointervista:
L'AUTOINTERVISTA
ossia:
cosa accadrebbe se si sovrapponessero realtà simultanee in cui la stessa persona fosse in un caso l'intervistatore e nell'altro l'intervistato e se tentassero di darsi una mano traendone mutuo profitto prima che il libro venga terminato....
Claudio l’Intervistatore:
Buongiorno. Prima di tutto, volevo ringraziarla per avermi concesso questa intervista.
Claudio l’Intervistato:
Sono io che ringrazio lei per questa opportunità di parlare del mio romanzo.
Claudio l’Intervistatore:
Cominciamo dal motivo che l’ha spinta a scrivere. Da cosa è partito? Qual è stato l’impulso iniziale?
Claudio l’Intervistato:
E’ nata dall’idea di un uomo senza memoria che giunge in treno in un paese dove il tempo s’è fermato.
Claudio l’Intervistatore:
E poi?
Claudio l’Intervistato:
Poi è cambiato tutto, completamente. Quella del tempo è una materia che mi ha sempre affascinato, almeno dal punto di vista filosofico. Ciò che doveva concludersi in 10 pagine si è protratto per circa 60. Facendolo leggere mi sono accorto che senza una spiegazione o delle note sarebbe stato ostico comprendere cosa volessi dire. Ogni capitolo aveva un filosofo nascosto che s’era occupato di tempo, un argomento di base e un luogo simbolico. Ma tutto era molto complesso da notare.
Claudio l’Intervistatore:
E quindi?
Claudio l’Intervistato:
Quindi ho scritto una sinossi che poi è stata ripetutamente modificata. Ho passato 6 mesi senza scrivere. Poi ho ripreso. Nel frattempo ho letto, mi sono informato e ho fatto ricerche. Ho disegnato schemi.
Claudio l’Intervistatore:
Schemi? Cosa intende?
Claudio l’Intervistato:
Schemi di strutture. Livelli e sottolivelli della storia.
Claudio l’Intervistatore:
Può spiegarsi meglio?
Claudio l’Intervistato:
Adoro le storie che mi spingono a pensare e capire cosa sto vedendo o leggendo. Non mi riferisco solo ai libri, anche ai film. Mi ispirano tutte le storie che hanno più livelli di lettura o più livelli di realtà.
Claudio l’Intervistatore:
Può farmi degli esempi?
Claudio l’Intervistato:
Certo. Dal punto di vista cinematografico, impazzisco per storie come Inception, Memento, Fight Club, Una Pura Formalità, ce ne sono tanti di questo genere. Quei film che ti lasciano il finale aperto, dando a te la possibilità di interpretazione o che per tutta la durata del film ti lasciano intravedere la verità celandola dietro un’illusione per poi mostrarti quanto sei stato poco attento a non notare certi particolari
Claudio l’Intervistatore:
E dal punto di vista letterario?
Claudio l’Intervistato:
Intende in genere o specificamente ‘Saturno Dietro Il Quadrante’?
Claudio l’Intervistatore:
Scelga lei
Claudio l’Intervistato:
Allora le rispondo sul caso specifico. L’idea di base è nata dalla struttura complessa fatta di racconti nei racconti e flasback di Cime Tempestose, da idee come ‘Se Una Notte D’Inverno Un Viaggiatore’ di Italo Calvino, da un paio di racconti brevi di Borges, ma non solo. Anche da un brano de ‘La Gaia Scienza’ di Nietzsche. Volevo dare una struttura ciclica al racconto e mi sono basato su alcune illustrazioni di Escher (Waterfall)
e su una tela di Dalì
Facendo ricerche il campo di interessi s’è allargato e ho notato che argomenti e simboli si ripetevano con frequenza, nella filosofia, materia dalla quale sono partito, poi nella letteratura, nell’arte figurativa, nella simbologia, nella matematica, nella psicologia, nell’astrofisica, fino a giungere alla meccanica quantistica.
Claudio l’Intervistatore:
Quindi non era partito già così?
Claudio l’Intervistato:
Assolutamente no. La storia si è sviluppata da sé e sta continuando a farlo. Al di là della struttura, tuttavia, c’è un libro al quale mi riferisco per fare un esempio: Il Mondo Di Sofia. Potrei definire il mio romanzo una sorta di corrispettivo de Il Mondo Di Sofia, ma che non ha a che fare con la storia della filosofia in genere, ma con il concetto di tempo nella storia dell’umanità. E non solo nella filosofia, ma in tutti i campi citati poco fa. Ho dovuto tagliarne alcuni, altri sono accennati. E’ il caso della sociologia, della logica e di alcuni studi antropologici sul tempo per alcune popolazioni primitive o riguardanti certe strutture musicali. Non esiste una materia in cui il concetto di tempo è assente. In fase di scrittura ho trovato un saggio interessante dal titolo ‘Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante’. Mi ha aiutato a sviluppare il mio racconto in modo ricorsivo e autoreferenziale ma aveva anche concetti di cui già avevo scritto.
Claudio l’Intervistatore:
Ma allora il suo è più un saggio che un romanzo?
Claudio l’Intervistato:
Lo considero un romanzo a tutti gli effetti, ma gira attorno ad un argomento specifico. La parte più difficile è trascinare il lettore in un labirinto senza portarlo a noia o stanchezza. Spero di riuscirci.
Claudio l’Intervistatore:
Un labirinto?
Claudio l’Intervistato:
Si. E’ un altro tema ricorrente nel romanzo. Esistono diversi tipi di labirinto. Nella storia sono disseminate tutte le nozioni e le chiavi di lettura per comprendere la trama, tra diversi racconti uno nell’altro, come se fossero stanze dentro altre stanze e vanno cercate come all’interno di un labirinto. Autoreferenzialmente, la storia spiega se stessa attraverso i diversi personaggi, i loro dialoghi e le situazioni. Per esempio, uno dei capitoli che mi ha divertito di più scrivere gira attorno a uno dei paradossi di Zenone. Lo stesso capitolo ha la stessa struttura ricorsiva del paradosso di Zenone di cui i personaggi discutono. E allo stesso modo si conclude.
Claudio l’Intervistatore:
Non è un genere di scrittura rischiosa?
Claudio l’Intervistato:
Si. Forse. Se si apprezza il rischio ci si getta e si legge. La cosa può sfuggire e non essere capita. Ma l’intero romanzo è disseminato di scherzi del genere. Può essere visto come la storia dell’incontro tra due persone, una storia d’amore o come una serie di parallelismi tra materie diverse, tra Bergson e i futuristi, tra Nietzsche e De Chirico, tra Escher e Einstein, tra il pensiero di Husserl e un vecchio brano musicale della II Guerra Mondiale o come un punto di partenza, come uno spunto per andare oltre. Come è accaduto a me mentre scrivevo. Molti personaggi rispecchiano alcuni importanti sistemi filosofici, alcuni palesemente, altri meno. Io scrivo di quello che amo e che mi piace. La mia formazione è filosofico-letteraria. Ma so anche che le stesse cose possono risultare noiose per altri. Pazienza.
Claudio l’Intervistatore:
Ma, in definitiva, tratta del tempo?
Claudio l’Intervistato:
Cosa non ha a che fare col tempo, col suo scorrere o con la sua gestione? Tratta di tempo e di tutto ciò che è legato ad esso: caso, caos, fato, destino, fatalità, sincronismo, memoria, simultaneità, possibilità, coincidenze, infinito. Il tempo è una costante. Un argomento così onnipresente che è quasi impossibile non riferirsi ad esso, e, allo stesso tempo, impossibile da abbracciare con completezza. Ma non parla solo di tempo, anche del piacere della lettura. Il romanzo gira attorno a diverse storie di persone che leggono per passione o per lavoro e le cui letture li porterà, per caso o per destino, a incontrarsi.
Claudio l’Intervistatore:
Bene. La ringrazio. Tra quanto pensa di terminare il libro?
Claudio l’Intervistato:
Non lo so. Mi ci vuole ancora tempo.