Chiedo scusa se torno sull'argomento, ma ho bisogno di fare delle precisazioni, altrimenti dal mio post precedente si potrebbero prendere informazioni fuorvianti. Disclaimer: sarò un po' pedante, ma penso sia necessario.
Argomento: aumento di testosterone in seguito ad allenamento fisico.
Prima precisazione: "aumento" va inteso nel confronto pre-allenamento - post-allenamento; in questo senso, le tre "risposte" indicate schematicamente non descrivono tre diversi "meccanismi" ormonali, ma solo tre diverse modulazioni dello stesso processo fisiologico.
L'esercizio fisico produce uno stress, che si manifesta (fisiologicamente, tra le altre cose) con la produzione di cortisolo e lattato che determinano la riduzione di testosterone (livelli e rapidità di decremento); alla riduzione di testosterone indotta dall'esercizio fisico, il sistema di autoregolazione del testosterone risponde stimolando la produzione dello stesso, per riportarlo a valori fisiologici. La rapidità di tale risposta viene influenzata dalla velocità di riduzione in maniera proporzionale. Cioè, se la diminuzione è rapida (esercizio "esplosivo" ad alta intensità) la risposta sarà altrettanto rapida: la produzione di cortisolo e di lattato innesca la diminuzione di testosterone, ma non "fa in tempo" a inibire la successiva produzione, così che alla fine dell'allenamento i livelli di testosterone saranno significativamente più elevati rispetto allo stato di riposo pre-allenamento, che comunque (più lentamente) ritorneranno a livelli fisiologici.
Questo vuol dire che se mi alleno costantemente secondo il sistema di Pendlay i miei livelli di testosterone aumenteranno costantemente nel corso degli anni? No, vuol dire che molto più probabilmente aumenteranno i picchi massimi giornalieri post allenamento, ma i valori medi annuali tenderanno comunque a diminuire con l'avanzare dell'età, sebbene ad una velocità inferiore rispetto a chi non fa nessuna attività fisica intensa.
Torniamo ai casi schematizzati. Nell'allenamento per l'ipertrofia le velocità di decremento del testosterone, produzione di cortisolo e lattato e il "recupero" di testosterone combinate assieme danno come risultato misurabile pre-post una variazione statisticamente non significativa: in questo caso, perciò, non vuol dire che non ci siano variazioni ormonali, ma solo che nel tempo che passa tra il prelievo di sangue iniziale e quello finale l'organismo ha avuto il tempo di ripristinare le condizioni fisiologiche di base.
Stessa cosa succede nel caso del ciclista, con la differenza che lo sforzo prolungato nel tempo allunga sia i tempi di diminuzione di testosterone, sia i tempi di recupero: alla fine della prestazione i livelli di testosterone del ciclista saranno più bassi rispetto all'inizio della prova, ma dopo 8-12 ore saranno tornati a livelli fisiologici.
Ricapitolando: stesso sistema fisiologico, modulazioni diverse a secondo dello intensità/durata dello "stimolo" (allenamento)
Tutto questo, poi, va inserito in un quadro generale che ci mostra come i livelli di testosterone hanno dei periodi di oscillazione che possono essere annuali, mensili, e giornalieri: la bella curva simil-sinusoidale con (mediamente) due picchi annuali, guardandola ad una risoluzione mensile risulta composta da dodici oscillazioni picco-valle che si susseguono; a loro volta le curve mensili sono composte da "oscillazioni" simili giornaliere, che a loro volta sono composte da micro-variazioni nell'ordine di decine di minuti (oltre non mi pare siano andati, per difficoltà di misurazione, più che altro).