Da questo link è possibile scaricare una tesi di laurea potenzialmente interessante: "La forza e le sue espressioni nel pugilato dilettantistico"
http://www.fpi.it/la-fpi-e-la-formazione.html?start=140
Non ho ancora capito perché il metodo "a contrasto" venga considerato il miglior metodo di sviluppo della forza per il pugile e mi pare che la parte sperimentale della tesi difetti di parecchi dati. Continuo nella lettura.
La tesi mi sembra tutto sommato ben scritta, ma ho trovato alcuni punti discutibili su cui mi soffermo.
Il discorso dell'attivazione delle fibre ST duranti sforzi massimali mi sembra un po' border line. E' vero che allenarsi sempre con massimali disabitua alla rapidità ma non mi risulta essere un problema di fibre ST quanto di attivazione nervosa. Non vorrei aver letto male ma mi sa che si confonde un po' il discorso con gli allenamenti BB oriented.
E' vero che dopo molta Fmax si è a rischio di essere un po' imballati ma è una fase tranquillamente evitabile e sorpassabile.
Poi a un certo punto dice che, in caso di microcicli limitati nel tempo, bisogna mettere pliometria
dopo forza esplosiva
e forza massimale. Boh... in bocca al lupo
Non ho poi letto nulla riguardo l'ESD. Insomma...
Per quanto riguarda il metodo a contrasto, bisogna prima di tutto sottolineare che non c'è un solo metodo a contrasto, bensì diversi con altrettanti scopi e variabili. La metodologia proposta con alternanza di carichi pesanti e leggeri è solo una delle tante ma comunque che sia il
miglior protocollo per lo sviluppo della Fmax non sono proprio d'accordo.
Se parliamo di costruire Fmax non si scappa, bisogna fare un lavoro con i sovraccarichi vero e proprio (che sia basato su Gruzza, Wendler, Tuchscherer o chicchessia adesso non importa, ma insomma, credo che il discorso sia chiaro).
Il metodo a contrasto è senz'altro un anello cruciale per il professionista che voglia fare trasformazione e pure per l'amatore con un minimo di tempo a disposizione e una programmazione ad hoc.
Funziona e funziona molto bene (se ben somministrato...), ma individuarlo come
miglior metodo per
costruire la Fmax mi fa alzare il sopracciglio e mi sembra pure un po' ossimorico. Al limite potrebbe essere considerato uno dei migliori metodi per portare l'atleta a sfruttare al massimo in senso specifico la Fmax (sviluppata in altro modo).
MGY, in realtà il metodo a contrasto in tutte le casisitiche che ho studiato comunque non si usa per la forza resistente. Al contrario ci sono sempre e comunque ampi recuperi e massima attenzione alla qualità del movimento.