Purtroppo si finisce sempre a mischiare cosa c'è con cosa, generalmente si fa.
Ovvio che se si guarda alla massa, possiamo avere dubbi anche sull'esistenza delle cadute nel Karate, ma per me resta sempre una impostazione massificata, edulcorata e adattata a una platea più vasta ed eterogenea possibile.
Presi tutti i praticanti di Karate, di tutti i troppi inutili stili, se si andasse a studiare tutto, ci vorrebbe troppo tempo e impegno, troppi giorni a settimana, per di più si dovrebbe studiare secondo le finalità, quindi contemplando quote di dolore e piccoli infortuni che sarebbero inaccettabili per la maggioranza.
Quindi ci ritroveremmo con una pratica di nicchia, seguita da chi ha tutto il necessario tempo da dedicarvi, la scorza e il temperamento, il giusto contatto con la realtà che dice di come non esistano "trucchi" per imparare a menare.
Se però esistono, ed esistono certamente, dei Karateka che approfondiscono, integrano, non si risparmiano, significa non solo che quelle parti non sono mancanti nel Karate ma bensì nei Karateka che le ignorano, significa anche che il Karate tenta di esistere ancora nella sua forma più completa, fossero anche pochissimi quelli che vi si dedicano.
Del resto vale per tutto e tutti, anche studiare la chitarra può avere svariati livelli, se la si studia in migliaia, un paio di volte a settimana, indipendentemente dal talento, rendendo i programmi di studio adatti a chiunque, si finirà per avere migliaia di strimpellatori, cosa che non significa nulla in merito alle carenze dello strumento, perchè bastano alcuni che ci si fanno il mazzo ogni giorno, molte ore al giorno, e scorpiamo che esiste Mamsting, Steve Vai, Bryan May, Stevie Ray Vaughan e altri.
Ovvio che quel modo di suonare la chitarra, è certamente aperto a tutti, perchè tutti devono poterci provare, ma non è alla portata di tutti.
Per far Karate come Machida, come Shirai o Naito, come questi nomi qui, occorre farsi il loro stesso culo, prendere le loro stesse mazzate, impiegando il loro stesso tempo e sudore.