Certi aspetti ritual/tradizionali mi piacciono e mi interessano, ma non potrei privarmi di momenti come la gabbia, quindi farei così, proprio per non mischiare, tenendo separate le pratiche salvo unirle dentro di me.
Ciò che non capisco è per quale motivo la pratica del Karate viene ancora considerata come qualcosa di rituale e tradizionale, salvo poi spostarsi verso la gabbia quando si avverte l'esigenza (probabilmente inevitabile se si studiano calci e pugni!) di combattere. Scelta rispettabilissima quella che metteresti in atto se avessi vent'anni, ma ciò non fa altro che ghettizare il Karate e collocarlo, in maniera molto poco coerente, lontano dal combattimento. Per me bisognerebbe fare l'esatto contrario: spingere la pratica verso i confronti sportivi (e non solo) e darle quella praticità e concretezza che oggi, ma forse pure ieri, manca. Così facendo, il Karate potrebbe seriamente diventare un ottimo candidato per arricchire le MMA, acquistando, automaticamente, un rispetto maggiore da parte di chi pratica sport da combattimento ad alto livello. Fintanto che si rimane schiavi di una tradizione vuota (fosse non altro perché i tempi sono cambiati) e di rituali fuori contesto (non dico che bisogna cancellare tutto, sia chiaro!) non si andrà mai da nessuna parte. Io la vedo così! Lo stesso discorso, imho, riguarda pure la tanto decantata difesa personale. Anche sotto questo punto di vista ci si dovrebbe aggiornare un po'. Qui, però, getto la spugna e lascio la parola a chi ne sa di più.
Non è così che ho inteso il mio post.
Lungi da me ghettizzare o sminuire una qualsiasi disciplina, semmai lo farei con le persone.
Ma tengo conto della mia esperienza, quindi traggo delle mie conclusioni.
Da Karateka facevo un certo tipo di lavoro, che mi piace molto, volto a una ricerca di perfezione del gesto e di tutta una serie di altre cose, così come oggi mi piace la ricerca storica di correlazioni fra AM diverse, piuttosto che con le armi, di varie tecniche e movimenti.
Se però penso al periodo agonistico, o addirittura all'anno in Fiamme Oro, devo notare un radicale cambio di metodologia del lavoro, molto più atletico e volto alla specificità della competizione da affrontare.
Quando pratico Aikido, amo moltissimo tutta un'altra serie di aspetti.
A questo punto, se volessi fare un lavoro serio senza necessariamente rinunciare a nessuno di questi aspetti, mi verrebbe di fare come ho detto.
Ma con questo non sminuisco nessuno degli aspetti, anche perchè se fosse, ci rinuncerei volentieri.
Però se considero, come faccio, ogni aspetto di pari importanza, trovo più serio guardare li dove posso avere la massima resa e competenza, ambito per ambito.
Tutto sommato, penso che gente come Machida, abbia fatto qualcosa del genere piuttosto che un minestrone fai da te, perchè non credo che si possa raggiungere alcuna eccellenza senza passare per l'eccellenza e l'accuratezza.