Condivido in particolare l'ultima parte del post di Ryujin.
La frammentazione in molte AM e SDC dello studio del combattimento (e sorvolo sulla frammentazione interna alle varie discipline) ha portato a Iper specializzazioni, ma anche a pecche e limiti nelle altre aree, spesso e volentieri per la sola voglia di differenziarsi, ma anche per l'oggettiva difficoltà di trattare tutta la materia con le metodiche e la puntigliosità tipiche delle AM.
La risorsa ci sarebbe ugualmente, avendo appunto varie "modalità" cui attingere, per dedicarsi a quella cui si è più affini, approfondendola, in modo che possa essere la base del modo di combattere, come anche la principale caratteristica.
Poi però occorrerebbe colmare il gap nelle altre aree, forti della propria specializzazione, ma senza pretendere di trovar cose dove non ci sono.
Il Karateka che studia seriamente, con buoni insegnanti, diventerà un ottimo striker, uno che alla distanza medio lunga, in piedi, sarà un brutto cliente per chiunque, ma poi dovrà interessarsi dei vari altri aspetti, diversamente peccherà di presunzione ritenendosi invincibile e "inatterrabile".
Ho già più volte espresso la mia convinzione che, una AM o un SDC, non sia che il punto di partenza, con il relativo percorso, verso un arrivo che è comune a tutti (chiamiamolo BuDo o come ci pare) esattamente come il voler arrivare a Roma, partendo chi da Milano, chi da Torino o Venezia, chi da Palermo eccetera, facendo quindi un iniziale tratto di strada che avrà, rispetto agli altri, differenze minime (metti Milano/Torino-Roma) o abissali (Palermo o Bari-Roma) che andranno ad assottigliarsi con l'avvicinarsi alla meta, sia come paesaggi che come dialetti.
Un viaggio del genere è necessariamente un viaggio in cui ci si interessa di cose che non ci appartengono all'origine, nei modi di parlare, di comportarsi, di mangiare eccetera, ma che dovranno divenire parte del viaggio se non si vuole finire isolati.
Penso lo stesso da Marzialista, che io parta dal Judo o dal karate, dalla Lotta Libera o dal kali, strada facendo dovrò avere apertura mentale verso ciò che non conosco, o rischio di non arrivare a destinazione in modo soddisfacente e pienamente integrato.