Lee Morrison

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Re:Lee Morrison
« Reply #255 on: September 11, 2016, 18:40:18 pm »
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Per lui anche gli attacchi preventivi sono da corta distanza...cosa che strategicamente da ovvie maggiori chance...
Per il resto in un contesto di protezione personale il long range è una distanza che non esiste a fini pratici...comprensibilmente.
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Re:Lee Morrison
« Reply #256 on: September 12, 2016, 19:09:05 pm »
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Per lui anche gli attacchi preventivi sono da corta distanza...cosa che strategicamente da ovvie maggiori chance...
Per il resto in un contesto di protezione personale il long range è una distanza che non esiste a fini pratici...comprensibilmente.

Beh, non riesco a seguire il tuo concetto

ovvio che da breve distanza si hanno maggiori chanches di risultato, ma io non vedo perché si debba lasciar avvicinare SEMPRE qualcuno a quella distanza
inoltre giudicherei che un'adeguata copertura dei propri punti vulnerabili dovrebbe essere il minimo sindacale in un range in cui la prima cartella che entra (o un'agguantata per il collo) ti fa sprofondare nel letame che più letame non si può

mi sembra invece che, almeno riguardo allo striking, Morrison la butti quasi sempre con troppa facilità sul piano forza&aggressività e freghiamocene del resto,
e questa resta una modalità che non riesco a considerare immediatamente e proficuamente traslabile su tutti i soggetti e tutte le situazioni dato che, se rimani scoperto, ci sarà sempre il rischio di trovare qualcuno che ti si ingolla
(poi magari in altri video mostrerà tutt'altre cose, ma in quelli che ho visto io il "sorpresa! ce l'ho più duro di te!" era la regola)

non mi pare per nulla ovvio invece considerare improponibile una reazione preventiva da una distanza maggiore di quella generalmente mostrata nei video,
e in tal caso le tecniche di derivazione strettamente pugilistica avrebbero il loro bravo peso, come la realtà di tanti fatti ha sempre dimostrato e continua a dimostrare
     

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Re:Lee Morrison
« Reply #257 on: September 13, 2016, 09:31:40 am »
+2
Sarebbe bello avere un potere di scelta ma una percentuale bulgara di aggressioni e violenze reali si svolge a una distanza molto ravvicinata sulla quale "la vittima" non ha alcuna possibilità di incidere.
Per Morrison, ma non solo, è evidente che se c'è un discreto spazio quello spazio va mantenuto e aumentato in ottica di disingaggio...cosa che lui mostra spesso.
Se non c'è questa possibilità molto probabilmente l'altro mi sarà addosso per primo...e quindi vai di manuale.
Se non c'è la possibilità di disingaggiare e io decido che è il caso di attaccare per primo allora credo sia assolutamente logico oltre che comprensibile, specialmente in presenza di gap fisici importanti, lavorare, oltre che con l'artificio, a una distanza in cui posso avere una marea di bersagli, generare la massima potenza e scaricare la mia aggressività.
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Re:Lee Morrison
« Reply #258 on: September 13, 2016, 09:42:02 am »
+2
Io credo che dovresti guardare il tutto secondo una logica di difesa. Se sono a lunga distanza, sono in una situazione di non-combattimento e la priorità è (dovrebbe essere) evitare lo scontro. Se mi metto in guardia da pugile, rinuncio ad una logica di difesa e accetto lo scontro, se non addirittura lo provoco, "invitando" l'altro a difendersi e ribaltando i "ruoli" di partenza aggressore/difensore. Perciò se sono a lunga distanza, mantengo quanto possibile la distanza e cerco di arrivare ad una risoluzione pacifica del conflitto o a imboccare una comoda via di fuga.
Se mi trovo a corta distanza vuol dire che qualcosa è andato storto, per le ragioni più disparate, compresa la sorpresa: l'altro ha invaso il mio spazio personale, minaccia la mia incolumità o sta già passando ai fatti, perciò devo/posso difendermi, anche con un attacco preventivo. Non c'è quindi un invito alla corta distanza, ma il tentativo di mantenere la lunga distanza (per evitare il "letame"), restando pronti ad intervenire se l'altro "attacca".

EDIT: Spartan mi ha preceduto. E meglio di me, ovviamente...
Gli uomini si dividono in tre categorie: quelli intelligenti e quelli così stupidi che non sanno neanche contare

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Re:Lee Morrison
« Reply #259 on: September 13, 2016, 18:16:20 pm »
0
Sarebbe bello avere un potere di scelta ma una percentuale bulgara di aggressioni e violenze reali si svolge a una distanza molto ravvicinata sulla quale "la vittima" non ha alcuna possibilità di incidere.
Per Morrison, ma non solo, è evidente che se c'è un discreto spazio quello spazio va mantenuto e aumentato in ottica di disingaggio...cosa che lui mostra spesso.
Se non c'è questa possibilità molto probabilmente l'altro mi sarà addosso per primo...e quindi vai di manuale.
Se non c'è la possibilità di disingaggiare e io decido che è il caso di attaccare per primo allora credo sia assolutamente logico oltre che comprensibile, specialmente in presenza di gap fisici importanti, lavorare, oltre che con l'artificio, a una distanza in cui posso avere una marea di bersagli, generare la massima potenza e scaricare la mia aggressività.

do per scontato che Morrison insegni anche altre "vie"

concordo sull'aggressività
concordo, assolutamente, anche sul lavorare a quella distanza per ottenere il massimo dei danni (per l'avversario, ovvio  8))

non concordo invece sul considerare a priori poco o nulla valida un'entrata bella dura già da una distanza maggiore
e, ripeto, non mi piace vedere che si insegna a Davide picchiare Golia buttandola sul lato fisico e senza protezione di braccia rispetto a una prevedibilissima azione/reazione dell'avversario

mi sembra cioè che, per quello che ho potuto vedere nella quasi totalità dei video, la didattica dell'Urban Combatives non sia coerente con quell'universalità di apprendimento e di applicazione (soluzioni ottimali per soddisfare la media dei possibili soggetti e dei possibili scenari) che, se non ricordo male, ho sentito a volte identificare da te stesso come una condizione irrinunciabile in ambito di programmi di allenamento alla DP


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Re:Lee Morrison
« Reply #260 on: September 13, 2016, 18:36:52 pm »
0
Io credo che dovresti guardare il tutto secondo una logica di difesa. Se sono a lunga distanza, sono in una situazione di non-combattimento e la priorità è (dovrebbe essere) evitare lo scontro. Se mi metto in guardia da pugile, rinuncio ad una logica di difesa e accetto lo scontro, se non addirittura lo provoco, "invitando" l'altro a difendersi e ribaltando i "ruoli" di partenza aggressore/difensore. Perciò se sono a lunga distanza, mantengo quanto possibile la distanza e cerco di arrivare ad una risoluzione pacifica del conflitto o a imboccare una comoda via di fuga.
Se mi trovo a corta distanza vuol dire che qualcosa è andato storto, per le ragioni più disparate, compresa la sorpresa: l'altro ha invaso il mio spazio personale, minaccia la mia incolumità o sta già passando ai fatti, perciò devo/posso difendermi, anche con un attacco preventivo. Non c'è quindi un invito alla corta distanza, ma il tentativo di mantenere la lunga distanza (per evitare il "letame"), restando pronti ad intervenire se l'altro "attacca".

EDIT: Spartan mi ha preceduto. E meglio di me, ovviamente...

non mi sembra proprio di aver parlato di mettersi in guardia come sul ring e di "ritualizzare" lo scontro in un contesto di aggressione da strada  :)

nemmeno ho affermato di attaccare quando ci si trova ancora nella condizione e nella posizione per tentare il disingaggio

ho scritto "colpi di derivazione pugilistica", ovvero utilizzare ANCHE i pugni portati con le nocche e magari da una distanza un pelino maggiore di quella del martello e della gomitata, in maniera da non rischiare di finire direttamente in bocca a un orco ancora completamente illeso

nella boxe la "lunga distanza" è intesa quella che ti consente di stampare (immediatamente o col supporto di un mezzo passo avanti) un diretto sul grugno dell'avversario

quando quello invade la zona rossa io attacco, e preferisco farlo rimanendo protetto e con colpi che mi consentano di trovarlo già a mezza cottura quando gli sarò arrivato alla distanza adeguata per la grigliata mista  :D

ciò ovviamente non significa non allenarsi anche per situazioni divenute già "critiche"


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Re:Lee Morrison
« Reply #261 on: September 13, 2016, 19:50:19 pm »
+1
Sarebbe bello avere un potere di scelta ma una percentuale bulgara di aggressioni e violenze reali si svolge a una distanza molto ravvicinata sulla quale "la vittima" non ha alcuna possibilità di incidere.
Per Morrison, ma non solo, è evidente che se c'è un discreto spazio quello spazio va mantenuto e aumentato in ottica di disingaggio...cosa che lui mostra spesso.
Se non c'è questa possibilità molto probabilmente l'altro mi sarà addosso per primo...e quindi vai di manuale.
Se non c'è la possibilità di disingaggiare e io decido che è il caso di attaccare per primo allora credo sia assolutamente logico oltre che comprensibile, specialmente in presenza di gap fisici importanti, lavorare, oltre che con l'artificio, a una distanza in cui posso avere una marea di bersagli, generare la massima potenza e scaricare la mia aggressività.

do per scontato che Morrison insegni anche altre "vie"

concordo sull'aggressività
concordo, assolutamente, anche sul lavorare a quella distanza per ottenere il massimo dei danni (per l'avversario, ovvio  8))

non concordo invece sul considerare a priori poco o nulla valida un'entrata bella dura già da una distanza maggiore
e, ripeto, non mi piace vedere che si insegna a Davide picchiare Golia buttandola sul lato fisico e senza protezione di braccia rispetto a una prevedibilissima azione/reazione dell'avversario

mi sembra cioè che, per quello che ho potuto vedere nella quasi totalità dei video, la didattica dell'Urban Combatives non sia coerente con quell'universalità di apprendimento e di applicazione (soluzioni ottimali per soddisfare la media dei possibili soggetti e dei possibili scenari) che, se non ricordo male, ho sentito a volte identificare da te stesso come una condizione irrinunciabile in ambito di programmi di allenamento alla DP

Che alcuni approcci dell'UC di Morrison siano difficilmente applicabili da tante persone è indubbio...
Senza che questo nulla tolga però alla sensatezza di quello che lui insegna.
A maggior ragione ritengo però che chi possa avere problemi a far funzionare certe cose nello scenario migliore, altrettanti se non di più ne ha se cerca di lavorare da distanze maggiori....
Anche se vorrei un esempio concreto di quello a cui ti riferisci.
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Re:Lee Morrison
« Reply #262 on: September 13, 2016, 20:00:34 pm »
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Uno che non sdraia da vicino con un pugno a martello o una gomitata da lontano temo solletichi col pugno classico...
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Re:Lee Morrison
« Reply #263 on: September 13, 2016, 20:52:30 pm »
0
per carità, sul picchiar duro da vicino con me sfondi una porta aperta  :)

comunque, se vuoi un esempio su quello che trovo da obiettare, prendiamo in esame la performance della ragazzola in maglietta rosa in modalità gatto incazzato

tipo di reazione istintiva e che è più che giusto mantenere e sviluppare, però io la vorrei relegata nell'ambito della exrema ratio (extremissima!) e solo come opzione secondaria una volta che non sia stato possibile mantenere una distanza più sicura stoppando l'avanzata del tizio con una stoccata di dita agli occhi (per una volta mi pare sensato il verbo del JKD  :D) o un pugno dritto al setto nasale o alla gola che poi ti permetta un attimo di vantaggio per la fuga

non ce la fai a scappare ? ok, allora sì, unghiate sul muso
ma poi una bella palmata in mezzo alla faccia per mantenere un minimo di spazio, un bob-and-wave e filar via dalla parte opposta a cui è girato il galantuomo

queste due cosette che ho citato sono difficili da fare? IMHO non più di altre
sono poco utili? non meno di altre, direi (visto che gran parte delle donne sottoposte a stupro hanno in qualche modo provato a difendersi con i denti e con gli artigli e non è servito a nulla)

invece la tecnica mostrata nel video mi pare tutto sommato assai peregrina, muro contro muro, con la menata finale di rimanere centrali e afferrare l'aggressore per prenderlo a ginocchiate nelle parti intime

i semplici graffi sul viso si evitano voltando la testa, e basta che quello stringa le braccia e la figliola è bella che pronta per esser magnata (e da una bestiaccia incazzata ancor più di prima, perché qualche unghiata di sicuro se l'è presa)

infilare un colpo efficace ai testicoli, poi, è come fare un terno al lotto
e, vista la quasi certa differenza di misure fra lui e lei, arrivare col ginocchio a beccare il plesso solare rimane una vera utopia

ma, John, con questo non voglio certo mettere in discussione tutto il sistema di Lee Morrison, che non conosco, e comunque penso che tu sia così addentro alla materia da poter giudicare se un minimo di critica ci sta o è fuori luogo

 

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Offline The Spartan

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Re:Lee Morrison
« Reply #264 on: September 14, 2016, 10:19:11 am »
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A quale video e a che punto fai riferimento?
Col finger jab bastano buoni occhiali o un casco per renderlo un movimento assolutamente inutile...
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Re:Lee Morrison
« Reply #265 on: September 14, 2016, 10:51:29 am »
0
Appena ho un attimo per organizzare una risposta sensata provo a dire la mia (posto che John è sicuramente più qualificato di me per rispondere ai tuoi dubbi).
Der Vogel kämpft sich aus dem Ei. Das Ei ist die Welt. Wer geboren werden will, muss eine Welt zerstören. Der Vogel fliegt zu Gott. Der Gott heisst Abraxas.

La vita non mi ha mai interessato quanto l'evasione dalla vita stessa.


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Re:Lee Morrison
« Reply #266 on: September 14, 2016, 11:21:31 am »
0
Siamo in un forum...
Non nella mia casella di posta o pagina facebook.... :P
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Re:Lee Morrison
« Reply #267 on: September 14, 2016, 11:46:44 am »
+1
Nel frattempo....

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Re:Lee Morrison
« Reply #268 on: September 14, 2016, 18:13:21 pm »
0
A quale video e a che punto fai riferimento?
Col finger jab bastano buoni occhiali o un casco per renderlo un movimento assolutamente inutile...

beh, direi che contro un casco sono altrettanto inutili le artigliate da miciofuribondo...

ecco il video, da 02:10 in poi

https://www.youtube.com/watch?v=lBnaedufPeU

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Re:Lee Morrison
« Reply #269 on: September 15, 2016, 14:11:40 pm »
+1
Ma stai parlando di due cose diverse....
In primis le artigliate sono spesso mutate e mutabili in palmate il cui effetto è totalmente diverso...
Dopodichè uno è un approccio che prevede un colpo preciso indietreggiando su avversario in movimento, l'altro una risposta fatta statica al bersaglio grosso e da distanza ravvicinata.
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