Miao c'è una sostanziale differenza fra la situazione e le possibili risposte ad essa.
Stessa differenza che esiste fra il Kata o la tal tecnica e le risposte che si possono adottare.
Non si tratta di avere un movimento che sia tutto e il contrario di tutto, si tratta di avere elasticità, tanto nella gestione delle situazioni, quanto nell'uso che facciamo di un movimento.
Se il tal movimento prevede che noi si pari un pugno dritto al viso, mentre carichiamo un non meglio precisato colpo dall'alto, per poter utilizzare quella tecnica avrò bisogno proprio di quel pugno, che probabilmente non arriverà, lasciandomi disarmato.
Ma se sono abituato a pensare che, quello stesso movimento mi può fornire altri utilizzi, non sarò più ingessato in "questo serve a questo" ma baderò molto più semplicemente a "fare".
Del resto si è visto in mille occasioni come una parata possa essere anche una proiezione, come un caricamento possa essere una leva eccetera.
Si tratta di non fossilizzare la testa di un allievo in percorsi prestabiliti e ineludibili, perchè così gli si insegna solo una serie di balletti inutili.
La creatività è fondamentale per portare a casa il grugno intatto, insieme all'istinto combattivo, a un buon allenamento eccetera.
Il punto non è essere tutto e il contrario di tutto, ma non è nemmeno "essere questo o non è Karate", il punto è essere "questo, ma anche questo o quest'altro", ovvero, non stare a menartela per la traduzione precisa, perchè in combattimento la sola cosa precisa e puntuale è il Caos.
Kata=Situazione ipotetica
Bunkai=Possibile risposta alla situazione
Davvero vogliamo praticare una disciplina con una e una sola risposta?
Per quanto riguarda le risposte da "vedere" dei grandi maestri, per quel che può valere, io non le ho "viste", perchè quello che "vedevo" mi lasciava più di un dubbio (da qui le tante domande che facevo) ma spesso le ho "sentite" e li la differenza era palese.