Yoshitaka era uno Striker senza ombra di dubbio, con forti antipatie verso il corpo a corpo, quindi è naturale che la sua visione dello stile, prevedesse colpi, parate, uscite e colpi.
Che abbia tramutato le tecniche "lottatorie" in passaggi fra colpo e colpo, colpo e parata, uscita e colpo, mi pare altrettanto assodato.
Ora c'è da capire se ha fatto bene o meno.
Una leva o una proiezione, eseguita senza Uke, non è solo orribile da vedere, è pure quasi totalmente inutile, mancano i pesi, le forze, le direzioni, il baricentro, insomma tutto quello che occorre a capire cosa succede e a imparare.
Quando poi la fai comunque nel Kata, rendendola fattibile, la fai male e sbagliata, quindi rirpoponendola in un bunkai viene fuori la cagata che troppo spesso vediamo in molte esibizioni.
In questo senso credo che Gigo abbia fatto bene, soprattutto perchè faceva qualcosa che lo rappresentava in pieno.
Altro aspetto importante è la derivazione dello Shotokan (più degli altri stili) dalle scuole di spada come ispirazione dei movimenti, derivazione che punta dritto allo strike e alla distanza per ovvie ragioni.
Quindi c'è coerenza, ma non credo ci fosse idiozia prima.
Penso che la presenza (che c'è) di certe tecniche, nei Kata, specialmente se li guardiamo, finalmente, come dei Bigini, avesse un senso come promemoria, ossia "c'è anche questa roba qua, poi la alleno con pinco pallo" sia per mere ragioni mnemoniche, sia perchè strategicamente la lotta è una eventualità che non si può trascurare.
In quest'ottica credo sia utile capire se e quali leve e proiezioni ci sono, non per illudersi di impararle facendo Kata, ma per sapere cosa allenare a coppie rimanendo nello stile.
Anche guardando le cose in questo modo, sia la parte in cui Gigo ha ben fatto (se Kase lo riteneva un genio una ragione ci sarà..) virando decisamente verso lo stike, sia la parte in cui c'è una utilità nella presenza di tecniche lottatorie, a patto che si lavori in coppia e si usino i Kata come promemoria, in entrambi i casi trovo dannoso il ruolo dei Bunkai codificati, mentre trovo utile il lavoro "libero" che ispira un percorso personale sulla base di una personale ricerca.
Ma più passano gli anni (e quanti ne passano cazzo!) e più mi convinco che i Bunkai "ufficiali", quelli codificati, siano largamente responsabili dell'avversione di molti verso i Kata, perchè ne storpiano la funzione e lo scopo didattico, spostando la pratica verso fantasiosi autoconvincimenti di cose che si vorrebbe poter fare in combattimento.