Ho fatto lo stesso corso di tango con un'istruttrice donna e con un uomo, quando dovevo recuperare le lezioni in un'altra sede.
La sensazione che ho avuto è che con lei fosse più facile imparare a memoria i dettagli, ma più difficile introiettare i concetti, mentre con lui fosse più facile fare propri i concetti di fondo.
Lui faceva esercizi e spiegava cose che ti facevano capire all'improvviso, col corpo, la sensazione che dovevi cercare e quello che dovevi fare.
Lei sapeva essere puntigliosa sui dettagli, come se sapesse tutto a memoria.
La mia amica che era con me al corso ha capito come fare un passo solo con l'uomo, ma l'uomo non le avrebbe mai detto come mettere esattamente la caviglia.
Se ad un allievo un movimento non veniva, o non veniva a tempo, lei continuava ad insistere su quel movimento o lo spezzava in movimenti più piccoli o semplicemente faceva un passo indietro e ripartiva da movimenti meno avanzati.
Nella stessa situazione lui cambiava completamente esercizio e l'allievo si trovava a fare altro, però dopo, tornando al movimento che non gli veniva, scopriva di poterlo fare.
Come se l'istruttrice donna sapesse tutto a memoria ma non padroneggiasse i concetti, e provasse a trasmettere le informazioni che aveva in memoria, e l'istruttore uomo fosse un po' meno puntiglioso sui dettagli a memoria ma padroneggiasse, avesse capito, i concetti di fondo tanto da poter aggiustare il movimento con esercizi totalmente estranei al movimento stesso ma che andavano a lavorare sul concetto di quel movimento.
Quando nella vita ho visto altre situazioni, marziali e non, di istruttori uomini e donne, ho tratto la medesima sensazione.
Forse l'ideale sarebbe una sinergia. Un istruttore uomo per l'addestramento a cose nuove e un'istruttrice donna per l'allenamento su quello che già so fare.