Mi sembra che nella discussione si stiano mischiando due aspetti che considero differenti: il “ragionamento” istintivo e la modalità survival senza controllo (la definisco così sui due piedi anche se non credo sia un termine esatto).
Per modo istintivo intendo lo scambiare e il reagire senza stare a pensare alla tecnica, alle combinazioni, etc.
In sparring di striking per esempio, ma non solo, individui bersagli e pericoli, il cervello elabora le percezioni in modo istintivo e il corpo reagisce, le combinazioni e le applicazioni escono sul momento, gli ingredienti principali sono di norma le meccaniche che hai metabolizzato, cucinate a modo tuo con una tua ricetta personale mettendoci del tuo, in poche parole stai improvvisando, possono uscire anche applicazioni e varianti che magari didatticamente non hai ancora studiato.
E' una modalità di pensiero/elaborazione dei dati da parte del cervello diversa dalla solita quotidiana rispetto a quello intendiamo di solito col termine ragionare, penso che sia assolutamente normale e naturale e che corrisponda più o meno a quello che viene collegato a non-mente o flow, aldilà del romanzare alcuni termini da parte di qualcuno penso sia una cosa molto terra-terra, l'uso della parte più primitiva del cervello che governa i movimenti (se non sbaglio dovrebbe essere la parte del cervello definita “rettile” e collocata nella parte posteriore e inferiore del cranio).
Dovrebbe essere un elaborazione più semplice e veloce che elargisce comandi repentini al corpo ma non per questo insensata.
Senza tirare in ballo visioni ancestrali di presunti maestri dei cinque picchi presumo dall'esterno che sia la modalità di elaborazione delle percezione di quasi tutti i pugili per diverse fasi dell'incontro (soprattutto nell'infighting) perchè se dovessero ragionare come a tavolino per decidere la reazione per ogni colpo che gli viene tirato penso che finirebbero sempre per bloccare i pugni avversari col mento prima di aver preso una decisione, se schivare, deviare, bloccare, da che lato, come difendersi, come contrattaccare, etc.
Non implica però necessariamente la perdita di controllo delle proprie azioni come mi sembra di capire sia successo nell'episodio riportato a inizio discussione.
La modalità survival senza controllo è una reazione scatenata di solito da un fattore emotivo (paura, rabbia, panico, percezione esagerata del pericolo o altro) che fa sì che si reagisca in modo incontrollato. La modalità di elaborazione delle percezioni è uguale a quella del ragionamento istintivo ma la differenza è data dalla mancanza di consapevolezza e di autocontrollo, mi ritrovo in balia degli eventi e dell'emozioni senza sapere quello che faccio.
Nel secondo caso è come se corressi senza sapere perchè, dove sono e dove voglio andare, nel primo non sto pensando ai movimenti da effettuare ma sono presente a me stesso, so benissimo dove sono e focalizzato sulla meta, vivo il presente più che in altri momenti della giornata in cui con la mente sono nel passato o nel futuro. Nel primo caso sono lucido, nel secondo no.
In palestra se ragiono in modo istintivo, non vuol dire che non controllo le mie azioni, ossia la potenza e i bersagli dei colpi per preservare l'incolumità altrui e mia, so che ci stiamo allenando e non stiamo combattendo realmente, anche se decidiamo di tirare forte. Lo sguardo “assassino”, il “killer istinct”, la “cattiveria” sono spenti o accesi al minimo e perfettamente sotto controllo, è chiaro che ci stiamo divertendo senza volerci far male.
Spero di essermi spiegato in modo comprensibile, anche se con parole mie, probabilmente in alcuni casi inadeguate, visto che sono solo mie deduzioni ed elaborazioni in base a esperienza personale e quindi del tutto soggettiva.