L'importante non è vincere o perdere, ma dare tutto te stesso, un passo oltre i tuoi limiti. Non puoi colpire un gladiatore a terra , devi aspettare che si rialzi, ogni volta che cade si rialza e risorge, fino un passo oltre i suoi limiti. Nel mondo antico, di fronte a migliaia di spettatori ignari, di cultura, nazionalità, stato sociale, di credo religioso differente: il sangue , le ferite, la stanchezza, le paure, il pensiero di desistere, pensare che è comodo, facile fermarsi, non è un clichè, ma un tasto universale, un metamodello funzionante per chiunque, che fa breccia nel cuore di ogni uomo: "L'EROE". Il gladiatore è la manifestazione delle virtù di un dio, sè non le incarna ha fallito, il suo sacrificio non ha più senso, lui è l'offerta. Le offerte anticamente potevano essere di varia natura: profumi, incenso, libagioni o... il rischio della propria incolumità, ogni moneta è indiscutibile, ha un peso e un valore diverso sulla bilancia del sacrificio, i gladiatori erano chiamati: "gradite ostie pubbliche".
E' vero, era educativo, ma non solo, era un rituale con funzioni ben precise che coinvolgono altri aspetti, altre divinità. Per parlare di questo aspetto un forum non è il luogo più indicato. Parto la prossima settimana per la Grecia, una ventina di giorni vacanza-studio, un augurio di buone arti marziali.