Criticare il karate, significa averlo studiato, HO DETTO STUDIATO, cangureggiare avanti ed indietro facendo cose stupidissime, come i calci al volto, o peggio ancora, fermare i calci al volto con la manina, NON E' fare o studiare karate, quello è semplicemente KAKKATE! (ho inventato un'altro neologismo, permettete che le mi diverta ad usarlo
)
Vedere due sportivi che scimmiottano il karate, facendo sciocchezze sopra descritte, o facendo cose simili ai kata, ma che in effetti sono solo balletti, ed a conferma di questo, adesso ci mettono pure la musica
beh, non è certo fare karate.
Ma la colpa non è degli allievi... è SOLO di chi insegna.
Mi spiego, se un maestro, insegna che il karate è' composto da: kihon per gli esami di cintura; kata per le gare di kata; kumite per le gare di kumite; ponendo attenziuone, perchè il kumite è antitetico al kata e viceversa.... quindi devi specializzarti in una delle due specialità, l'allievo cosa impara?
Impara che il karate è quella cosa li, quindi in buona fede, lui è certo di fare karate, non lo fa, ma non lo sa...
Questo è il motivo per cui, quando si rendono conto che il kakkate serve solo a vincere le medagliette, se ne vanno schifati a fare "corsi di DP", che in realtà, sono solo karate, senza kata, ma con pistole, fucili e mimetica...
Il motivo di tanta mia rabbia, contro chi vende kakkate spacciandolo per karate, e contro chi vende karate spacciandolo per il "metodo di difesa operativa del mossad, dell'ATF, della CIA e del Col Moschin", è proprio questo.
Vendere merda (scusate il termine) spacciandola per cioccolata, sfruttando il fatto che il colore è uguale, è una cosa che non amo.
Vendere karate, cambiandogli il nome e cambiandosi d'abito, è una cosa che non amo.
SVEGLIAAAAAA, i metodi moderni di DP come le MMA, non hanno inventato nulla, sul "flos duellatorum", grazie anche alla FISAS, che fu ospite della mia ASD, ho visto cose abbastanza simili al karate, ed un maestro di aikido, allievo del grande Maestro Marcotulli Santino, ci ha visto dei passaggi pari all'aikido.
Si chiamano "convergenze culturali", ma i babbalei abboccano al marketing, comprando sottomarche e pagandole pure di più.