I kata, il kiai, il gesto nello iaido di poggiare la spada a terra, di fare quel passo indietro...Sono tutti rituali il cui fine è quello di mettere il praticante in condizione di gestire il rapporto con le proprie proprie paure, con la morte. Sono la ritualizzazione della morte. Ecco quello che avevano in più quegli uomini primitivi: il rito della morte.
Ma quali disarmi e tenciche mortali? Oggi la maggior parte dei ragazzi non sarebbe in grado di tirare il collo a una gallina o schiacciare la testa a una quaglia o sgozzare un capretto. Tutte cose che in calabria i nostri nonni ci insegnavano a fare fin da piccoli perché poi imparare da grande è più difficile.
Oh, ben inteso: quando impari poi è un gioco da ragazzi. Certo all'inizio la gallina non morirà al primo colpo, ma dopo un paio di galline si prende la mano. Anche questo è un rituale. E' abituarsi alla morte, ma il transfer non sarà immediato perché una gallina non è un uomo. Non posso neanche allenarmi in progressione perché non posso ammazzare "solo un pò" qualcuno. Quindi non sarà come il pugile che prima di fare l'incontro della vita avrà fatto tanti altri incontri per fare esperienza.
Quella situazione sarà una finale raggiunta senza progressione. E cosa serve per non farsi trovare impreparati? I Kata. Il rituale. Il kiai. Esattamente. Serve ciò che ritualizzi la morte prima dell'esperienza del combattimento. Il Kata serve a combattare in assoluto. E' prima del sapersi picchiare. Sapersi picchiare è da ragazzini. Qua stiamo parlando della perdita della vita nostra e altrui. Il kata è il rituale.
Servono 10 minuti di kata per combattare? Infinitamente di più di 10 minuti di pao se nel fare il kata si prende coscienza di se stessi, della morte e della sua ritualizzazione.
Secondo me, il confronto tra MMA e un’arte marziale tradizionale andrebbe fatto a parità di ore di allenamento e di massa magra.
Con tre ore alla settimana, non si può salire sul ring e praticare quello che si vede su you tube.
Lì generalmente si vedono atleti con una montagna di ore di tecnica; di sovraccarichi e di lavoro aerobico.
In altre parole dobbiamo immaginare di vedere un fisico allenato come quello di Fedor fare MMA contro un fisico di Fedor che pratica Pencak silat, Xing hi, Ju jutsu, Systema ecc., in uno scontro reale, dove non si sa chi incomincia e con cosa in mano, qualcosa del genere almeno.
Poi non so chi vincerebbe, ma bisognerebbe fare il netto dell’atleta per pesare le rispettive AM.
Bingo Bongo, hai messo giù davvero un bel post.
Hai spiegato cosa è importante per essere pronti a combattere (non a fare a botte).
Negli sport da combattimento lo spirito è importante, però la differenza con l’AM è l’imprevedibilità.
Non bisogna confondere l’esperienza del combattimento regolamentato e non, con l’avere lo spirito come l’acqua o avere ucciso il proprio io o il non avere paura della morte.
Anche il delinquente di turno è probabilmente più calmo del sottoscritto quando mi aspetta dietro l’angolo, perché è abituato a farlo, ha calcolato le possibili reazioni, si può appoggiare a dei complici ecc. Ma se posto nelle medesime condizioni d’incertezza sulla sua vita forse potrebbe avere le gambe che gli tremano ecc.
Così si può preparare mentalmente un incontro sportivo, con l’abitudine a subire colpi, la preparazione fisica ecc.
Questa preparazione è molto difficile, ma corrisponde ad una corazza.
L’AM vuole trasformare l’uomo dal di dentro e per farlo centra il lavoro sul corpo, per poter arrivare alla mente e alla fine liberarsi dalla paura una volta per tutte.
Chiunque ha grossi problemi quando deve agire sulla sua mente, basta provare la meditazione per scontrarsi con grandi nemici.
Il kata è un allenamento del corpo insieme alla non-mente che serve in particolar modo a coloro che non possono o non vogliono modificare la propria mente sul campo di battaglia. Questo lavoro deve essere fatto prima, perché dopo è troppo tardi; non si torna infatti dalla morte.
Aggiungerei che tutta la pratica è una preparazione a non aver paura della morte, ma nel kata il distacco dal proprio io è più facile.
Poi, si può discutere di quanto le AM abbiano influito sulle menti dei praticanti e come, cioè su come siano riuscite ad incidere in questa società, ma le AM hanno anche principi ricordati da Bingo Bongo quindi se si praticano arti marziali a quelli bisogna fare riferimento.
Diversamente la strada delle MMA e assolutamente rispettabile, ma, in riferimento ad esse, non si può parlare di arti marziali senza cadere nell’equivoco.
P.S. Non ti curare di chi ridicolizza e stigmatizza ecc.