vado OT da far schifo e non riesco a riaddormentarmi, quindi :
Allargo un po' il tuo discorso.
PREMETTO che non sono un grande appassionato di kata, qualcuno però dovrebbe rendersi conto che le AM, almeno quelle orientali ce l'hanno questo kata. Lo so che ci sono argomentini e argomentoni che lo disconoscono, ma AM vuol dire kata.
Diversamente trovate una nuova definizione: per esempio sport da combattimento o come ha proposto intelligentemente qualcuno : discipline da combattimento.
Così ci si può dimenticare i kata. Ma per favore se si parla di AM fatevene una ragione ...
Lo stesso dicasi per tante altre amenità di cui sono intrise le AM, non vi piacciono ... Fate le valigie, nessuno obbliga a fare A.M. ci sono discipline da combattimento che si fottono di tante cose e che magari sono più efficienti delle AM.
Qua imho ci sono da fare parecchi distinguo.
L' arte marziale, in quanto tale, dovrebbe avere come leitmotif il pragmatismo.
Possiamo convenire che la direzione da ricercare è quella del massimo risultato, possibilmente col minimo sforzo in modo da poter lavorare ancora di più in direzione del risultato.
I kata, all' interno di un' AM sono inutili ? No, hanno il loro perchè.
Questo perchè (o alcuni dei perchè ) può, in qualche modo, essere obsoleto in qualche senso rispetto ai tempi attuali ?
Abbiamo, oggigiorno, metodi di trasmissione ovviamente più efficaci di centeo, duecento, cinquecento anni fa'.
Abbiamo anche metodi di insegnamento che sono nelle loro meccaniche più efficaci e testati su un numero di praticanti e per un volume di ore che negli ultimi cinquant'anni è probabilmente pari a dieci volte quelli dei precedenti cinquecento.
Qual'è il problema dei kata allora? E' il volere, per qualche motivo, attribuirgli quello che non possono essere.
Il problema sorge quando si forza l' utilizzo del kata per raggiungere lo scopo x ritenendolo un mezzo con un'utilità non congrua a quella effettiva.
E che quindi sarebbe il caso di praticarli nel modo giusto, col fine giusto e al momento giusto.
Le am facevano probabilmente uso di tutto quello che era disponibile alla loro origine. Non è il contrario del pragmatismo il voler negare la funzionalità di un sistema di lavoro per conservare qualcosa di tradizionale solo perchè così si deve fare senza nemmeno soffermarsi sui perchè ?
Prendiamo il kata del judo. Qualhe judoka penserebbe che il koshikinokata sia allenante in qualche modo ? O le sue funzioni sono, evidentemente, altre ? Sopratutto in un momento in cui la deriva sportiva è ( nella testa di tanti) l' unica cosa importante, non sarebbe il caso di avere chiare idee che per tanti praticanti chiare non sono ? E magari non translare errate metodologie sul kata ( che per troppi diventa un modello di performance invece che uno strumento di miglioramentom ad esempio) ?
A margine, i tentativi di un approccio scientifico alla pratica del judo ad esempio sono svariati e tentativi di migliorare la didattica e la categorizzazione fatta da Kano sono stati svriati. E' forse sbagliato considerare ad esempio che il fondatore fosse fallibile e che ci sia la possibilità di migliorare alcuni aspetti ?
Il problema è che c'è chi entra in un negozio di pendoli del XVIII secolo e critica l'orologiaio perché adesso ci sono gli orologi atomici con caratteristiche all'avanguardia che valgono per tutti in tutto il mondo.
Secondo me il problema invece è quando quello che costruisce orologi a pendoli deride quelli che usano l' orologio atomico dicendo che loro non hanno capito la vera misura del tempo e che se solo lui lo volesse il suo orologio sarebbe preciso quanto quelli atomici.
il problema è avere le idee chiare sulle definizioni. Sto notando un problema culturale, perché tempo fa c'era più gente che aveva capito pressappoco cosa era un budo, un bu jutsu e cos'era uno sport da combattimento o una disciplina da combattimento, poi è diventato tutto un unico minestrone ed è chiaro che c'è un po' di casino: mettersi a correre e tirar su pesi è diventato fare judo, karate, muai tai, ju gitsu ecc.
Ecco, io per quello che passa nella pratica della disciplina sono un tradizionalista. Io ritengo che la pratica in materassina mi abbia formato come persona più di qualunque altra cosa nella vita.
Ancora oggi in qualunque situazione non salgo sul tatami senza permesso, altrettanto per lo scendere con qualunque necessità.
Però mi permetto di farti notare che il problema non è aver le idee chiare, ma il cercar di vedere le cose sotto diversi punti di vista e valutare.
I duu tuoi quote che ho commentato sopra mostrano, a mio avviso, una visione alquanto integralista e forse un po' difensivista riguardo certi argomenti.
Per me la discussione consiste nello scambio di vedute supportate da argomentazioni e mi dispiace che tu veda invece la cosa in una direzione univoca.
Non fatico a credere che dall'altra parte della barricata tu abbia trovato spesso altrettanta poca elasticità di vedute. Io stesso sono a volte disturbato dai punti di vista dei praticanti di altre discipline che hanno una totale chiusura su qualunque cosa non vada loro a genio per partito preso.
Di mio sono parecchio intollerante verso un certo approccio e ce l' ho a morte, senza nasconderlo, coi fanfaroni. Come ho detto più e più volte sono passato attraverso "l'opera" di chi era arroccato su certe posizioni non per scelta personale a seguito di particolari ragionamenti ma per ottusa ignoranza e supponenza. Quindi credo che mi sia concesso, dal monte di tante speranze buttate e di un paio di ginocchia rovinate, di essere risentito.Solo ed esclusivamente con un approccio di un certo tipo.
I punti di vista mi vanno bene tutti, purchè non siano ottusi e siano intellettualmente onesti.
Se domani ci mettiamo a parlare del miglior modo per non avere il cuore in gola dopo un minuto di randori qualcuno consiglierebbe di andare a correre tutti i giorni un'ora, qualcuno consiglierebbe di fare kata per quaranta minuti, qualcun altro consiglierebbe di fare un tot numero di randori durante la settimana e qualcuno consiglierebbe di fare tori d'acciaio tutto il pomeriggio.
C'è chi non ascolterebbe e proseguirebbe col suo perchè si faceva così cent'anni fa', chi direbbe che son tutte caxxate e che i metodi moderni sono i migliori e chi chiederebbe a qualcuno che ne capisce i pro e i contro delle varie opzioni per poter capire e valutare.
A me è capitato di essere nel seocndo gruppo, e mi rammarico di come la coglionaggine giovanile prenda a volte il sopravvento, e nel terzo gruppo perchè se c'è una cosa che è sempre stato in me è il cercar di capire la meccanica delle cose.
Ma quanta gente sta nel primo, o nel secondo gruppo senza mai cercare di andare nel terzo ?
Le AM non sono progresso ed evoluzione prima di tutto personale ?
Un inciso.
Far judo non è diventato correre e far pesi.
Far judo per chi vuole diventare un judoka forte è fare 16 ore di tecnica e randori , 3 di pesi e una e mezza di corsa la settimana.
Mi pare che le proporzioni reggano.
Cerchiamo di non lamentarci dell' integralismo altrui se poi non sappiamo smettere di essere integralisti noi ? =)
PS
E così, per venirti in contro, sono riuscito anche io a sfornare un wall of text che il dono della sintesi se l'è fumato