La mia visione attuale è che prima di tutto bisogna essere un atleta, poi un combattente e infine, forse, si può aspirare a essere un marzialista.
Spirito, estetica, codici di comportamento, salute psicofisica, e tutto ciò che ruota intorno al semplice dare pugni sono aspetti bellissimi e interessanti, per me, ci tengo davvero, ma non se fanno da paravento per giustificare una mancanza nel cuore della disciplina.
Prima si impara a combattere, poi, al limite si parla di altro, non il contrario.
Per questo io, che volevo essere più magro, più forte, più efficiente anche in un banale sparring, ritengo di avere perso tempo e adesso mi devo affannare a recuperare muscoli, fiato, accorciare il girovita, prima che troppa sabbia sia scesa.