Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #45 on: March 27, 2012, 11:10:58 am »
+1
Se tramandi qualcosa, nel modo più efficace possibile, per ovvie ragioni non lo fai col maggior numero di persone possibile ;) ;)
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Offline Dipper

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #46 on: March 27, 2012, 11:11:42 am »
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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #47 on: March 27, 2012, 11:30:47 am »
+1
Comunque secondo me l'interpretare i Kata come "strumento di diffusione di massa" è corretto solo nell'interpretare l'impostazione di un certo periodo storico, nel complesso non si limitano certo a quello, no ?
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Offline Paguro49

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #48 on: March 27, 2012, 11:34:44 am »
0
Un pò come il Coach della Pellegrini, che siccome ha preparato la Pellegrini, la quale ha vinto tutto il vincibile distruggendo qualsiasi record, si presume abbia il metodo universale di approccio all'agonismo natatorio, quindi gli mandiamo 100 ragazze da far diventare fenomeni del nuoto.
Il risultato saranno 100 ragazze deluse, perchè se esiste una differenza fra il "corso per tutti" e il "preparatore personale" una ragione ci sarà.
Se però il Coach vuole diffondere un metodo/cultura del nuoto agonistico, sulla base di quanto fatto con la Pellegrini, in modo da poterlo diffondere a centinaia di praticanti/agonisti, dovrà elaborare un sistema che gli consenta di dire a tutti quelle stesse cose, ovviando al problema di non poter dedicare a ognuna lo stesso tempo/attenzione/qualità, ma senza perdere per strada i pezzi del metodo.
Il risultato quantitativo è salvo, il metodo, se adottato individualmente e con cognizione pure, la qualità generale è ovviamente più bassa, perchè 100 medaglie d'oro olimpiche nella stessa disciplina non le vediamo nemmeno su Topolino.
L'esplosione numerica dei Kata (parlo dello Shotokan ma immagino valga per tutti) coincide con il lavoro di Gigo Funakoshi, che fa da preludio alla nascita della JKA, voluta proprio per massificare la disciplina, partendo dalle università.
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #49 on: March 27, 2012, 11:43:00 am »
0
Ok, infatti !  :)

Sono uno strumento che si presta (e si è prestato) a molti usi, in base a quello che ci si vuole (e ci sappiamo) fare. Ma si ritorna alle prime righe del mio primo post !  :P

Volerlo inquadrare come se fosse qualcosa di assolutamente definito e compiuto secondo me crea più dubbi che altro.
« Last Edit: March 27, 2012, 11:45:21 am by Don Bastiano »
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #50 on: March 27, 2012, 12:06:18 pm »
0
Prendi una qualsiasi proiezione, così tanto per estremizzare, e rendila eseguibile senza Uke, limando e correggendo i movimenti perchè siano "guardabili" senza ridere.
Quello che ottieni ti aiuta o genera dubbi?
A mio parere, se sei il praticante, che conosce la proiezione in questione, la pratica a coppie regolarmente, non avrai problemi perchè quel movimento sarà solo un promemoria.
Ma se sei un nuovo praticante?
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #51 on: March 27, 2012, 12:14:00 pm »
0
Dovrai armarti di pazienza e fiducia, e aguzzare l'ingegno.

Ma secondo quel poco che so, molte cose sono messe lì apposta, non perché chi le ha pensate sia stato un bischero.

Poi può non piacere, ma tant'è...
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Offline West Wind

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #52 on: March 27, 2012, 12:38:22 pm »
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aggiungo una cosa, seriamente. le forme sono anche un modo di meditare.


Quindi abbiamo kata e meditazione assieme...
Credo che possiamo concludere
In principio era la parola...e la parola era WAAAGH!!!

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Anducar

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #53 on: March 27, 2012, 13:00:08 pm »
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Ridico la mia anche qui.
Se ho tre allievi, posso permettermi di lavorare solo sui singoli Kihon, correggendoli con una attenzione massima ai dettagli, onde evitare l'insorgere di difetti che poi si radicano, ripetendoli con sufficiente continuità da farli memorizzare tutti.
Se però gli allievi diventano 100, la mia capacità di attenzione ai dettagli si riduce di conseguenza, la lezione diventa più dispersiva, probabilmente dovrò assecondare le esigenze di tutti rinunciando alla "quotidianità" dell'allenamento, così che i singoli Kihon diventano troppi per essere tutti studiati e memorizzati a dovere, troppo frammentaria la didattica.
Esattamente come si insegnano i giorni del mese ai bambini con le filastrocche "30 giorni a novembre con april giugno e...." perchè è più facile memorizzare la filastrocca che i singoli mesi senza fare confusione, anche con l'enorme numero di Kihon di base, da trasmettere a troppi allievi per essere seguiti singolarmente con la dovuta attenzione, la creazione di "filastrocche" ad hoc può essere un metodo per l'insegnamento "di massa" di un programma vasto che necessita univocità e uniformità di apprendimento.
Ecco che, la creazione di 15/20 Kata, in luogo dei 3/5 esistenti, quelli cioè con funzioni specifiche (vedi il Sanchin) può essere la via per insegnare una enormità di Kihon, suddivisi in un certo numero di "filastrocche" in modo tale che tutti li apprendano ala stessa maniera, poichè la danza è uguale per tutti.
Quindi un escamotage didattico più che altro, volto a conferire possibilità di espansione e insegnamento di massa.
Poi viene tutto il resto, le modifiche e le rettifiche di natura stilistico/estetica ai fini dello scopo promozionale nelle esibizioni, le competizioni con tutto il corollario di necessità legate ai regolamenti, ai criteri valutativi, alla fruibilità e alla godibilità del pubblico eccetera.
Ovvio che questa strada porta ad avere delle "coreografie" con un senso assai relativo in termini marziali, da qui la necessità di "giustificare" fornendo un'aura marziale e un pò mistica, creando applicazioni "bunkai" anche dove proprio non ci stanno, contribuendo a nutrire i dubbi di chi, ragionando con la propria testa, si pone domande di utilità pratica dei Kata.
Io la penso così.

Non sono d'accordo, perchè così come devi seguire un allievo per evitare che faccia movimenti sbagliati durante il kihon, lo stesso devi fare con il kata.
Il kata nella sua esecuzione non assicura che l'allievo si muova correttamente, l'insegnante deve osservare e correggere comunque.
Altrimenti il kata diventa un esercizio inutile.
Inoltre i kihon non devono essere sequenze fisse da imparare a memoria, ma sono le tecniche di cui sono composte che sono da imparare.
Le sequenze dei kihon dovrebbero cambiare in continuazione, e mai ripetersi.
è più semplice insegnare le tecniche singole e poi far eseguire delle sequenze che insegnare le sequenze per far apprendere le tecniche singole, IMHO.
Inoltre per quanto riguarda il tramandare... dubito che una persona che pratica da anni possa dimenticarsi come si tira un pugno o un calcio o le tecniche che ha allenato e abbia bisogno di una forma per ricordarsele e tramandarle....
Guardacaso le prime cose che si dimenticano quando si smette di fare karate sono proprio i kata.
Io mi ricordo ancora le tecniche (a parte i nomi delle tecniche) ma mi sono scordato tutte le forme.
E dire che facevo solo quello!

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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #54 on: March 27, 2012, 13:13:32 pm »
0
Guardacaso le prime cose che si dimenticano quando si smette di fare karate sono proprio i kata.
Io mi ricordo ancora le tecniche (a parte i nomi delle tecniche) ma mi sono scordato tutte le forme.
E dire che facevo solo quello!

Vedi che i kata servono ?  XD
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Anducar

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #55 on: March 27, 2012, 13:20:39 pm »
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Sii, ma se poi avessi dovuto insegnare le tecniche apprese a qualcuno, non avrei potuto insegnare i kata, avendoli scordati.
Avrei insegnato direttamente le tecniche...

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Offline Dipper

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #56 on: March 27, 2012, 13:32:00 pm »
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Guardacaso le prime cose che si dimenticano quando si smette di fare karate sono proprio i kata.
Osservazione pertinente :thsit:
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #57 on: March 27, 2012, 13:36:08 pm »
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L'esempio della filastrocca l'ho fatto apposta perchè fosse chiaro.
Se ti devi ricordare ogni singolo mese, quanti giorni ha, probabilmente farai più fatica e comunque li confonderai, mentre la filastrocca si impara con facilità e, a distanza di anni, quando hai bisogno di sapere se Novembre ha 30 o 31 giorni, ripeto quella filastrocca e lo ricordo.
E i mesi sono solo 12.......pensa a quante sono le tecniche in Kihon ;)
Poi va detto che i Kata, a mio avviso, sono troppi, pieni di cose proforma e prettamente estetiche, quindi facilissimi da rimuovere, non a caso la pratica del Kata è una delle costanti nell'allenamento, proprio perchè smettere di farli e dimenticarli sono una conseguenza.
« Last Edit: March 27, 2012, 13:40:09 pm by PaguRonin »
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #58 on: March 27, 2012, 13:50:48 pm »
+1
Perchè i praticanti di Muay Thai o di MMA non hanno questi problemi mnemonici che affliggono i karateka?

Io anche se sono fermo da mesi per vicissitudini varie ti posso snocciolare tutto quello che vuoi sul kihon nei minimi dettagli. Sul kata già fatico a ricordarmi le sequenze.
A questo punto mi viene da pensare che il kata sia più un esercizio fine a se' stesso, visto che si dimentica con facilità e che il dimenticarsene non comporta modifiche di nessun tipo su ciò che so fare in kumite.
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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #59 on: March 27, 2012, 13:56:14 pm »
0
In parte sono d'accordo, in parte credo che, rispetto ad altre discipline, il Karate abbia un numero di tecniche davvero imponente, molte di queste, a mio parere, più un vezzo che altro, ma comunque sono davvero tante.
Quindi fare lezione sulle singole tecniche significa ripetere 10 o 20 volte ogni gesto, rendendo tutto più noioso, rischiando di non arrivare mai in fondo al programma completo.
Con le "coreografie" fornisci uno strumento più facile da memorizzare (vedi la filastrocca) che alla fine le contiene tutte, sia la tecnica che le posizioni, così da intervenire a correggere solo li dove c'è l'esecuzione sbagliata, ma facilitando il compito di tutti che, come in una scuola di danza, eseguono una coreografia potendo "imitare" chi hanno accanto.
Non dico sia giusto o sbagliato, voglio solo si rifletta su quali ragioni poteva avere a suo tempo.
« Last Edit: March 27, 2012, 13:58:21 pm by PaguRonin »
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